Convincere la gggente a rimanere ignorante

fonte: http://www.linkiesta.it/it/article/2016/08/11/cera-una-volta-lesame-di-maturita-oggi-i-promossi-sono-il-995-per-cent/31455/

C’era una volta l’esame di maturità. Passaggio epocale nella vita di ogni giovane, fonte d’ansia per generazioni di studenti. Oggi, almeno a giudicare dagli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione, il conseguimento del diploma preoccupa un po’ meno. Nell’anno scolastico appena terminato, il 99,5 per cento dei maturandi ha ottenuto la promozione. In pratica tutti quelli che sono arrivati davanti alla commissione hanno superato la prova. È andata persino meglio dello scorso anno, quando i promossi erano stati il 99,4 per cento. E così l’esame di Stato cambia aspetto: era un incubo, è diventato una formalità. (…)

Intanto le rilevazioni condotte dal Miur descrivono un quadro fin troppo rassicurante. Altro che scena muta. I bocciati sono sempre meno, aumentano le votazioni più alte, persino il numero di chi si diploma con il massimo dei voti è in crescita. Insomma, gli studenti italiani sono bravi. A tratti bravissimi.

fermandosi qui nella lettura sembra che, nonostante i docenti puntualmente denuncino, sia a ragione che a torto, che la scuola è bistrattata, la scuola funzioni bene e prepari persone valide e formate.

Ma non è tutto oro quello che luccica; come mai i risultati mirabolanti della maturità non son confermati dalle prove invalsi oppure dai risultati dei test per l’ammissione alle università? Test e risultati della maturità disegnano risultati opposti: la provincia dove c’è stato il maggior numero di cento è anche una delle ultime nelle rilevazioni invalsi.

(…)Numeri alla mano, gli studenti italiani sono sempre più preparati. Ma nella realtà è davvero così? Intanto stupisce un dato: i voti migliori si registrano per la maggior parte nel Meridione. La prima regione per risultati scolastici è la Puglia. Qui si sono diplomati con lode 934 studenti, il 2,6 per cento del totale. Segue la Campania, con 713 e la Sicilia con 500. In tutta la Lombardia, per dire, sono solo 300 gli studenti che hanno ottenuto la maturità con 100 e lode. Un terzo dei pugliesi. In Veneto sono ancora meno, 276. E ancora: in tutta Italia gli studenti che hanno raggiunto il 100 rappresentano, in media, il 5,1 per cento del totale. Eppure in Calabria la stessa percentuale sale all’8,3 per cento. Mentre in Friuli Venezia Giulia scende al 3,7 per cento. Non è il caso di puntare il dito su questo o quell’istituto. Con ogni probabilità non ci sono aree del Paese dove si ottengono automaticamente voti più alti. Il tema, semmai, è legato ancora alla troppa discrezionalità, alle diverse valutazioni tra una scuola e un’altra, che rendono meno credibile il voto finale.

La bocciatura serve ancora? Ripetere l’anno aiuta i ragazzi a colmare le proprie lacune, offre uno stimolo a impegnarsi? Oppure, come sostiene più di qualcuno, resta solo un improduttivo – e costoso – retaggio del passato?

La bocciatura serve? direi di sì invece; senza un serio controllo di qualità, corri il rischio che la qualità del prodotto si abbassi senza che tu te ne renda conto. Ma se ne rendono conto i compratori che cominceranno a snobbare il tuo prodotto o non fidarsi più del tuo marchio. Sembra troppo aziendalista? brutalmente: se promuovi anche asini allora l’essere promosso non diventa più una prova dell’essere bravo e capace. E quindi aziende e università non si fideranno del tuo titolo e useranno altri strumenti per verificare le capacità e le competenze. E questo alla fine danneggia chi, povero, si è sbattuto a lavorare più che il figlio di babbo che può ricorrere a ripetizioni varie per colmare le lacune che la scuola gli ha lasciato.

Bisogna smettere di vedere la bocciatura come una punizione, di vederla come un giudizio globale sulla persona: puoi essere una persona meravigliosa e non sapere nulla di matematica, compreso quel minimo che dovrebbe servirti per vivere così come puoi essere una merda e mangiare integrali tripli per colazione. E se io ti dico che non capisci nulla di matematica allora, se hai testa, cerchi di colmare la tua ignoranza. Se invece ti illudo che la matematica si limiti alla tabellina del tre, e tutto il resto è inutile, poi scoprire che per fare il perito informatico serve qualcosa d’altro può essere un trauma.

Il dire che tutti sono bravi, che tutti meritano di essere promossi, illudere la gente di essere dotta è il modo migliore per diffondere l’ignoranza; se io son consapevole della mia ignoranza cerco di colmarla. Se son convinto di essere il non plus ultra dei dottori avrò anche venti o trenta master rilasciati da youtube ma rimango ignorante come una capra. E chiamare “non discriminazione”, “nessuno indietro” l’illudere gli studenti che son dotti invece di far prendere loro consapevolezza della loro ignoranza non è progressismo ma ipocrisia. Oltre ad essere nocivo per loro; se ti rendi conto a 14 anni di essere una capra hai il tempo per riparare, se te ne accorgi a 26 ai primi colloqui di lavoro di non essere quel pozzo di scienza che credi è tardi per rimediare a tutto.  A 30, dopo una sudata laurea triennale in scienze della fuffa teoretica, a meno di non avere un fratello ministro, sei solo carne da call center o attivista per i partiti attiraboccaloni.

Lesbiche omofobe o banale paraculismo gender neutral?

Come avevo già scritto ai tempi dell’approvazione della Cirinnà, la questione matrimonio omosessuale/utero in affitto è diventa oramai una questione fondamentale per la religione dell’ammmore. E come molte religioni è spietata soprattutto contro i propri eretici, persone da additare al pubblico ludibrio e censurare.

Da notare comunque che in questo caso si è preferito censurare in silenzio invece di tirar fuori il solito coretto: chi dice questo è un fasci omofobo che ci attacca solo per omofobia, come già capitato nelle discussioni sul bambino acquistato da Vendola e compagno.

fonte: 27esimaora (grassetti miei)

Il no alla maternità surrogata delle lesbiche divide il movimento gay

Un libro imbarazza la comunità gay italiana, al punto che sabato scorso ad Udine Arcilesbica decide di disdire all’ultimo minuto la presentazione annunciata da mesi di Contract Children: questioning surrogacy (Bambini su commissione: domande sulla maternità surrogata) scritto dalla sociologa e ricercatrice dell’Università di Milano Daniela Danna che, in una lettera al Messaggero Veneto, parla di «un grave episodio di censura, che l’associazione ha deciso sulla base di pressioni di altre parti del movimento Lgbt che rifiutano di discutere pubblicamente di questa pratica volendo mascherare il fatto che chiedono di introdurre in Italia la compravendita di bambini. Io sono contraria a ciò, per questo mi viene impedito di parlare» (nella foto Daniela Danna ad Udine per la presentazione del libro).

Ma guarda, cadono nello stesso peccato che denunciano in tutte le piazze: il rifiuto a voler ascoltare l’altro ed a confrontarsi con le sue idee. Sarà che stavolta la trita e ritrita accusa di omofobia, oramai uno jolly buono per vincere qualsiasi dibattito non si può usare?

Nel suo libro Danna analizza la questione della Gestazione per altri (Gpa) nei diversi Paesi per arrivare alla conclusione che, nella maggior parte dei casi, si tratta di un’operazione commerciale in cui la maternità diventa un lavoro a pagamento. Una tesi condivisa ufficialmente da Arcilesbica che in occasione del Congresso del 2012 aveva detto sì alla gestazione per altri solo se altruistica, volontaria e gratuita. Ma non è questo il caso della gran parte dei contratti per surrogacy che prevedono un pagamento in denaro, e anche alto, in cambio di un prodotto: il bambino. Di qui l’imbarazzo e anche la tensione con quei movimenti gay che invece vorrebbero legalizzare la Gestazione per altri in Italia.

Tra questi Famiglie Arcobaleno, l’associazione di famiglie omosessuali di cui Danna, che è dichiaratamente lesbica, ha fatto parte fino a dieci anni fa quando non è stata contestata per aver redatto, insieme ad altre, una carta etica «in cui – in sostanza – proponevamo di rifiutare i contratti di surrogazione, in quanto coercitivi sulla reale volontà della donna che materialmente fa un bambino». (…)

Ha ragione; la maternità surrogata è, per le donne schiavismo e prostituzione, e per i bambini compravendita di esseri umani. Un bambino non è un cucciolo che ti puoi comprare al negozio di animali e pretendere che sia su misura per te, è un essere umano e come tutti gli esseri umani ha i suoi diritti inviolabili. E il diritto che non può essere violato non è l’uomo di paglia che si tira fuori per confutare le critiche, cioè che il bambino abbia diritto ad un padre e una madre. Quel diritto non esiste e non è mai esistito. Il diritto “reale” è invece il diritto a non essere considerato merce e non essere oggetto di compravendita. Quello è il diritto reale ed irrinunciabile, non il diritto a mammà e papà.

«Quello che è successo in Famiglie Arcobaleno non è stato un episodio isolato – dice Danna alla 27simaora – ma solo l’inizio di una campagna, già verbalmente violenta e intimidatoria, con l’obiettivo di ottenere mano libera da parte di ricchi nell’acquisto di neonati dalle donne più povere grazie all’introduzione di una regolamentazione della maternità surrogata anche in Italia, che evidentemente beneficia soprattutto le coppie etero. Ma è l’intero movimento Lgbt che ora appare come campione di questa incivile battaglia: l’estensione del mercato del capitalismo neoliberale alla produzione di figli». (…)

Di ciò se ne accorse anche il manifesto, giornale che non vedo molto come il gazzettino della parrocchia. Molti si sono accorti che l’idealismo e la religione dell’ammmore, il sostenere che si fa tutto per ammmore e chi non ci crede è contro l’ammmore, è un ottimo sistema per verniciare di idealismo di legittimità morale i propri porci comodi.

«I censori nel movimento Lgbt, femminista, queer, pensano forse che se nessuno/a di noi lo dice, che il contratto configura una compravendita di bambini, nessuno se ne accorgerà. 

Molti se ne sono accorti, e sono anche infastiditi dal sentirsi dare del baciapile se si prova a dire che un bambino non è un cucciolo puccioso. Sì porcate ne esistono anche con gli etero, bambini concepiti per salvare una relazione, bambini voluti per sfizio, per noia o per sbaglio. Ma che una cosa possa capitare “per disgrazia” non significa che sia giusto farla capitare pianificandola a tavolino.

Quanto capitato con il referendum sulla fecondazione assistita non ha insegnato niente, si sta continuando a ripetere, testardamente, gli stessi errori di comunicazione: il rifiutarsi di argomentare preferendo insultare, accusare gli altri e fare vittimismo, il presentarsi come unici buoni e chi non è d’accordo o chi ha idee diverse è solo un miserabile baciapile reazionario e (aggiungere insulti a piacimento…). Occhio che a lanciare la merda contro il ventilatore c’è il rischio che buona parte torni indietro.

Creare razzismo how to.

Stavo leggendo questa “non notizia” del fatto quotidiano

Attentati Bruxelles, mima un mitragliatore in una scuola di Cremona: sospeso uno studente delle medie

Sanzionato un ragazzo marocchino che nel corridoio dell’istituto ha inneggiato agli eventi in Belgio. Un episodio analogo era avvenuto dopo i fatti di Parigi, a novembre. Alta l’attenzione della Digos: il giovane è parente di una persona indagata 15 anni fa in un’inchiesta antiterrorismo

Sospeso perché ha inneggiato agli attentati di Bruxelles. E’ la punizione inflitta ad un ragazzo marocchino di seconda media che frequenta una scuola di Cremona. Il giovane, durante le ore di lezione, secondo quanto hanno raccontato i suoi compagni di classe, è uscito dall’aula, e nel corridoio ha appallottolato un grande quaderno e ha mimato un mitragliatore, come a sparare. (…)

Secondo quanto si apprende il ragazzo aveva tenuto un atteggiamento simile in occasione degli attentati di Parigi del 13 novembre. In quel caso lo studente fu sanzionato solo con un richiamo, anche se i genitori furono convocati dal preside. Sulla vicenda resta alta l’attenzione della Digos di Cremona anche perché il giovane è il nipote di uno degli indagati in un’inchiesta del 2002 sul rischio attentati di matrice terroristica al duomo.

Perché lo considero un pessimo articolo? perché invece di presentare gli eventi per quello che sono: la sospensione di un alunno indisciplinato recidivo, fa vittimismo. Se uno studente esce, senza autorizzazione, dalla classe durante le ore di lezione per fare una chiassata, viola il regolamento e, generalmente, vengono presi provvedimenti disciplinari. Ciò vale per tutti gli studenti siano essi italiani o immigrati. Il gesto compiuto invece non conta, al posto del mitra poteva esultare per la vittoria del canicattì calcio o per la luna piena e la situazione non sarebbe cambiata per niente. Il comportamento errato, ribadisco, è stato l’uscire dalla classe. E la sospensione penso sia scattata giustamente a causa delle reiterazione del comportamento.

Fin qui nulla di particolare rispetto a quanto ho visto, da docente e da studente, nelle scuole; uno studente indisciplinato e recidivo viene sospeso, notizia utile ed interessante come il sapere che Lapalice prima di morire era vivo.  Perché allora farci un articolo di giornale, che senso ha far sapere che lo studente era immigrato, di chi era parente? La risposta che mi do è “click baiting”, il voler attrarre click e traffico sfruttando ancora l’onda emotiva degli attentati in belgio.

Ma questo è pericoloso; pericoloso perché, funzionando come una lente distorcente, può far apparire lo studente come un discriminato oppure mostrare una società che fa il muso cattivo contro i “boveri immigrati”. Pericoloso perché, per evitare polemiche, la scuola potrebbe adottare una doppia morale, una per gli autoctoni e una diversa per i migranti per evitare accuse di razzismo. Però questo, sia che la morale per i migranti sia più tenera, sia che sia più dura, è, in ogni caso, razzismo e discriminazione.

Piaccia o no il ragazzo marocchino è stato trattato allo stesso modo cui sarebbe stato trattato un ragazzo italiano che fosse uscito dalla classe ripetendo comportamenti per i quali era già stato ripreso, e sarebbe razzismo questo? Se poi la famiglia è “critica” e la Digos indaga forse è meglio non raccontarlo urbi et orbi ma lasciarla lavorare in silenzio e tranquillità.

Adottare bambini o acquistare cuccioli pucciosi/3?

Ho letto un articolo su la 27 ora che, sinceramente, mi ha fatto agghiacciare. Lasciando perdere i soliti uomini di paglia che i retrogradi lottano per il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre, in realtà il diritto del bambino per cui mi sento di lottare è quello di non essere considerato come merce ed essere oggetto di compravendita, quanto riportato nell’articolo mi ricorda tanto l’acquisto di cuccioli di razza con pedigree da prestigiosi allevamenti.

Il mio viaggio nella clinica dove si affittano gli uteri (grassetti miei)

Prendere un appuntamento per avere un figlio con una madre surrogata è facile. Sul sito California Premium Surrogacy si clicca su «genitori intenzionali» e si compila un modulo in cui si forniscono nome, cognome, email, accompagnati da un breve messaggio. La risposta arriva entro poche ore. La mattina dopo ci presentiamo alla Santa Monica Fertility Clinic nell’omonimo boulevard di questa cittadina baciata dal sole dove ogni desiderio sembra a portata di mano.

«Buongiorno Monica sono Julie Webb, la coordinatrice dei pazienti, sono contenta che tu sia venuta a trovarci dall’Italia». Capello corto, viso acqua e sapone, abbigliamento casual, ci fa fare il giro della clinica, un appartamento a pian terreno dall’aspetto modesto ma confortevole: «La comodità — dice — è che facciamo tutto qui, dal pick up degli ovuli della donatrice al transfer dell’embrione nell’utero della portatrice. Voi non dovete preoccuparvi di nulla, pensa a tutto il dottor Jain. Se non potete venire dall’Italia possiamo sentirci su Skype. Se al momento del parto avete un impedimento andiamo in clinica io e l’avvocato per prenderci cura del neonato».

Io e l’avvocato… magari la signora è anche ostetrica infermiera ma cosa ci sta a fare l’avvocato?

Ma la mamma surrogata potrebbe cambiare idea e tenersi il bambino? «La mamma sei tu — precisa Julie — lei è la portatrice. E sei tu che decidi tutto, anche se farla abortire. La legge ha più volte stabilito che lei non ha alcun diritto. Sarà scritto tutto nel contratto che firmerete con l’avvocato. Una volta fatto l’accordo si va dal giudice e si fa un atto di prenascita così è già chiaro che siete voi i genitori. Il bimbo, se volete, avrà la cittadinanza americana». A 51 anni è impossibile pensare di usare i propri ovuli, e così scorriamo insieme i profili delle donatrici di ovuli.

Insomma la madre surrogata non è altro che un pupazzetto nelle mani di chi paga. Qualcuno può spiegarmi che differenza c’è con la schiavitu dei negri?

Ce ne sono di tutti i tipi: bionde, brune, ricce, lisce, nere, asiatiche, bianche. Nella scheda sono segnate età, altezza, peso, colore degli occhi, scuole frequentate, voti ottenuti, passioni e hobby. C’è persino la storia clinica della famiglia. «Le nostre ragazze hanno fatto tutti i controlli medici possibili. Potete stare tranquilli» dice la coordinatrice. Chiediamo consiglio sul profilo da scegliere dal catalogo: «Dovrebbe essere una donna il più possibile vicina ai miei tratti somatici, giusto?». Scuote la testa: «Dipende dai gusti. Ognuno fa come vuole. Mi ricordo una paziente cinese che ha scelto ovuli di una donna bianca».

E quando nasce il bimbo cosa succede? Potremo portarlo subito via? Dovrà stare con la surrogata qualche giorno? «Decidi tu — spiega Julie — puoi stare nella stanza accanto e ti portano il bambino. Se vuoi la surrogata si tira il latte e tu glielo dai col biberon, i primi giorni fa bene al piccolo perché c’è il colostro e anche a lei perché tirandosi il latte aiuta l’utero a tornare a dimensioni normali».

Quando posso prendere il mio gattino dall’allevamento?

Quanto ci vuole per trovare la surrogata giusta? «Dipende! Le nostre sono tutte della zona, facciamo uno screening accuratissimo, andiamo a vedere dove vivono, come mangiano, controlliamo la fedina penale e poi le sottoponiamo a screening psicologi. Siamo molto, molto severi per evitare sorprese dopo. Solo il 10% delle domande viene accettata». Ma perché lo fanno? «Beh è un gesto ben visto dalla società perché è altruistico, per aiutare una coppia in difficoltà e poi chiaramente per i soldi che per legge non devono servire a sopravvivere ma a stare meglio. Una surrogata non può essere senza casa o dipendente dai sussidi dello Stato».

E qui vedo tonnellate di ipocrisia, se la prostituzione è squallida è squallida sia che si faccia per un piatto di minestra che per una borsa all’ultima moda, se non lo è non lo è in nessun caso. Questo del “non devono servire a sopravvivere ma a stare meglio” è l’apoteosi dell’ipocrisia.

I tempi per la procedura non sono biblici. Se accettiamo, a febbraio potremo fare il primo transfer e il bambino potrebbe arrivare entro la fine del prossimo anno. «Io ho già una portatrice ready to go — spiega Julie con un mezzo sorriso — che se dovessi fare io questo percorso prenderei subito. È lesbica, molto coscienziosa ma non ansiosa. Perfetta secondo me. È alla prima gravidanza surrogata ma ha già due figli suoi. Tieni conto che le surrogate che l’hanno già fatto costano di più, vedi qui sul catalogo c’è scritto premium vuol dire che sono le più gettonate. Molti preferiscono una portatrice lesbica perché non ha rapporti sessuali con penetrazione e in gravidanza è sempre meglio evitare».

Toh guarda, la fattrice scelta sulla base dei gusti sessuali…

Parliamo di soldi che sono in tre tranche. Per la donazione di ovuli ci vogliono quasi 40mila dollari. Per la madre surrogata si parte con 58mila cui si devono poi aggiungere altri 77mila per un totale di 135mila dollari. La portatrice prende un compenso a ogni passo: alla prima iniezione, al transfer, alla conferma del battito, per i viaggi, per i vestiti e una paghetta mensile. In tutto nelle tasche della donna entrano 40mila dollari. Il colloquio dura un’ora, non ci viene chiesto perché facciamo questa scelta, né se abbiamo figli. Mentre ci accompagna alla porta Julie sembra soddisfatta «Sono molto eccitata per voi che state iniziando questo percorso».

Due minuti dopo arriva l’email con la password per scegliere la donatrice di ovuli.

Sinceramente, l’articolo mi ha fatto pensare all’acquisto di gattini di razza, scegli i genitori sulla base del pedigree, magari elimini i gattini “sbagliati” e hai una bella cucciolata con cui vantarti con gli amici. Ma qui non si parla di gatti, si parla di un bambino. Si parla di qualcuno che, al momento della nascita, ha tutti i diritti irrinunciabili di ogni essere umano, diritti fra i quali c’è quello di non essere considerato merce, di non essere oggetto di commercio.  In questo articolo sia il bambino, sia le madri surrogate son considerate cose, prodotti da acquistare, non esseri umani. E non so quanto sia illuminista questo.

 

[repost] la crisi degli asini

Ripropongo un vecchio articolo cui parlavo della crisi e delle sue cause. La storiella sulla “crisi degli asini” non so con quanta consapevolezza dell’autore, mostra proprio le cause reali e come, per evitare di ammettere le proprie colpe, le banche vengano considerate il capro espiatorio.

Chiariamoci, le banche  sono imprese il cui scopo è far profitto, non son succursali dell’opera di san francesco. Credere che le banche esistano per fare beneficenza è, a voler essere buoni, alquanto ingenuo. E non serve neppure riunirsi in famiglia per cambiare lo stato di fatto, anche se la famiglia del ragionier Brambilla vota compatta, compresa la nonna arteriosclerotica e il piccolo gianpiernaik di 7 anni, la banca rimane banca.

***

In internet gira questa storiella per spiegare la crisi, storiella, non so con quanta consapevolezza da parte dell’autore, che spiega realmente quali siano gli “asini” a cui si deve realmente la crisi. E non è di certo il mercato.

Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio.
In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto.
I contadini erano effettivamente un po’ sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.
L’uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali.
Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio.
Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.

cioè ha fatto semplicemente delle promesse, e i contadini, gonzi, gli hanno creduto senza chiedere qualcosa come garanzia.  Pur essendo degli “asini” hanno voluto giocare ai piccoli speculatori e ci son rimasti fregati. Di riprovevole c’è la promessa del tizio, ma se non ha lasciato niente di scritto sul suo impegno ma solo parole non c’è neppure niente di penalmente rilevante.

Il giorno dopo, affidò al suo socio il gregge che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l’ordine di vendere le bestie 400 € l’una.
Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.

il compito della banca è prestare soldi, non sindacare su come te li vuoi sputtanare, se vuoi giocare al piccolo speculatore devi mettere in conto che puoi anche perdere i soldi.  I contadini sono stati obbligati a comprare gli asini a 400 euro ? hanno in mano qualche promessa, scritta, di acquisto di asini per 500 euro ? Speculatore fai da te ?  no alpitour, ahi ahi ahi…

Come era prevedibile, i due uomini d’affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il costo dell’asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere.

un idiota e i suoi soldi fanno presto a lasciarsi.

Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune.
Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore).

Anche qui siamo alla mistificazione, la banca non può senza validi motivi, legati alla persona, chiamare un suo debitore e chiedergli di rendere immediatamente i soldi. Se Tizio non riesce a pagare le rate del mutuo la banca non può chiamare Caio e chiedere di rientrare immediatamente.
Secondariamente il sindaco da chi è stato eletto ? dal suo amico in banca o dai contadini ?  Beh se eleggi un idiota/mafioso/incompetente poi sarai governato da  un idiota/mafioso/incompetente.

Eppure quest’ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l’aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità… Venne innalzata l’età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.

Il che sarebbe come chiedere di creare dei casinò dove chiunque possa giocare d’azzardo e debba obbligatoriamente vincere.

Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.
Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio.

Visto il loro livello intellettivo medio credo che abbiano contattato immediatamente il maestro do nascimento per una macumba propiziatoria per far piovere soldi dal cielo. Ed inoltre siano in trattativa per l’acquisto di una o due vecchie fontane romane.

E voi, cosa fareste al posto loro? Questa storia vi ricorda qualcosa?

Semplicemente se non conosci le regole del gioco d’azzardo conviene non giocare e accontentarsi di quello che già si possiede.

fonte:http://www.scribd.com/fullscreen/68663666?access_key=key-3o5cbkbzek5x4e7ovqu

4 ore di sciopero della fame…

fonte: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/06/08/buona-scuola-a-bologna-insegnanti-in-sciopero-della-fame-affamati-di-diritti-e-risorse/380984/

A Bologna è iniziato uno sciopero della fame contro la riforma della ‘Buona scuola’voluta dal governo di Matteo Renzi. Questo nel giorno d’inizio dei lavori in commissione al Senato e che dovrebbe portare la legge in Aula a metà mese, un gruppo di insegnanti, studenti e genitori hanno iniziato un digiuno a staffetta che coinvolgerà decine di persone.  (…) “Ci alterneremo con turni di 4-6 ore in cui potremo soltanto bere. Sa chiaro, è solo una cosa simbolica” (…)

Sinceramente non so se si rendano conto di quanto son patetici a fare quella pagliacciata. 4 ore di digiuno caspita… Io mi chiedo seriamente cosa pensano di ottenere in quel modo e quanto possa essere proficuo quel modo di protestare. Fossi un gombloddista direi che son sul libro paga di Renzi per denigrare chi protesta…

boicott invalsi/2…

E puntualmente con il mese di maggio parte anche lo sbroc sull’invalsi. Ne avevo già parlato gli anni scorsi, e, per curiosità sono andato a vedere il tradizionale proclama anti invalsi nel sito dell’unione degli studenti, uno dei tanti sindacati studenteschi. I soliti rimasugli stile anni ’70 e un sacco di retorica pseudomarxista, buona per catturare i cuori degli studenti(1) ma vacua di contenuti. Alcuni passaggi son comunque spassosi perché mettono a nudo le contraddizioni del movimento anti invalsi. Altri invece perché mettono a nudo le tante contraddizioni sparate dagli anti invalsi, una delle quali è che i test sono assolutamente inutili; ma se lo sono perché scrivi nel proclama anti invalsi che:

E’, infatti, interessante notare come al generale calo della qualità dell’istruzione, registrato dai test, siano seguite politiche di tagli trasversali e di smantellamento della scuola pubblica.

Quindi esiste un calo e tale calo è stato registrato dai test. Ma non erano inaffidabili ed inattendibili? Ma la scuola non sprizzava eccellenza da tutti i pori?

Secondo l’Ente di ricerca la finalità dei test sarebbe valutare il sistema scolastico. Eppure, l’INVALSI è l’unico Istituto in Europa a svolgere i test su base censuaria e non campionaria, facendo oltretutto ammontare i costi a 14 milioni di euro l’anno per la loro somministrazione. Una cifra inaccettabile se solo si pensa al susseguirsi di tagli trasversali al diritto allo studio, alle condizioni disastrose in cui si trovano l’edilizia scolastica e la scuola pubblica in generale.

Yawn, la solita storia che una indagine campionaria sarebbe più precisa di una indagine a tappeto. Il fatto è che se devo “misurare” tutta la popolazione con precisione non posso ricorrere alla statistica. Anche perché in qualsiasi modo venga scelto il campione sicuramente qualcuno polemizzerà su quella scelta. E allora che universo sia.

La parte centrale del proclama è comunque la migliore perché sostiene le seguenti tesi:

1) i test valutano solo una parte dello studente e non lo studente in maniera globale

2) la preparazione dei test toglie spazio allo svolgimento del programma scolastico e pone in competizione fra loro gli studenti.

3) I genitori potrebbero scegliere la scuola “migliore” sulla base dei risultati dei test invalsi, e questo sarebbe punitivo nei confronti delle scuole.

Tre tesi che mostrano impietosamente come certo sindacalismo, lato studenti e anche lato docenti, anche i documenti dei COBAS li presentano, pensi di vivere nel villaggio dei puffi e non sul pianeta terra. E che mostrano impietosamente perché il sindacalismo italiano e principalmente quello scolastico hanno nel loro curriculum una sequenza incredibile di fiaschi e fallimenti catastrofici.

I vari governi che si sono susseguiti in questi anni, sia di destra che di sinistra, hanno fatto sì che l’intero sistema scolastico venisse sottoposto alle leggi aziendalistiche del mercato, pensando che in questo modo la scuola potesse divenire più efficiente. La retorica esasperata della necessità di parametri scientifici che vadano a verificare le nozioni di studenti di scuole in cui i programmi didattici sono differenti oltre che a fallire nel proprio intento, soffoca la didattica, le attitudini e le capacità individuali degli studenti che nei test Invalsi non trovano riscontro.

Qualcuno si è mai chiesto se Lionel Messi sapeva cucinare prima di decidere se assegnarli il pallone d’oro? Il fatto che Messi sia una pippa in cucina deve spingere il Barcellona a rescindere immediatamente il contratto? Siamo seri, di un calciatore interessa che sappia giocare bene non che sappia cucinare, il fatto che sia un dio tra i fornelli o che il piatto migliore che riesca a preparare sia l’aprire una scatoletta non interessa affatto. Idem per l’invalsi; l’invalsi si limita a valutare le competenze in italiano e matematica, solo quelle. E un 4 in matematica non è un giudizio globale sulla persona, è un giudizio esclusivamente sulla conoscenza della matematica; puoi essere un ragazzo d’oro ma non riuscire ad andare oltre le moltiplicazioni e puoi essere una merda e mangiare integrali tripli a colazione. Il voto coglie solo l’aspetto matematica. La storia della valutazione globale è un giochetto usato per mascherare lacune e far alzare certi voti, far credere che il voto in matematica debba tener conto non solo della conoscenza di quest’ultima ma dell’impegno, della socievolezza, delle capacità comunicative ed espressive, di questo, quello e quell’altro è una cortina fumogena per mascherare il fatto di non essere capaci in matematica. Non capire la matematica non è una colpa ma, purtroppo, a seconda del lavoro che si mira a fare è essenziale conoscerla.

Lo strapotere assunto dall’Invalsi e la preparazione ossessiva di cui necessitano i test hanno svolto la funzione di promuovere sottobanco una vera e propria “riforma della didattica”. Infatti, a causa del pericoloso meccanismo di premialità che il MIUR intende mettere in campo a seguito dei risultati del test e alla conseguente allocazione di risorse che deriva da tale classificazione delle scuole italiane, i docenti sono sempre più propensi a dedicare una consistente percentuale di ore di didattica all’insegnamento di ciò che è necessario per superare i test. Coloro che ci rimettono maggiormente sono gli studenti, che si vedono sottrarre i momenti più formativi del proprio percorso scolastico, sostituiti da una forte competizione e da un’attenzione eccessiva al voto.

Riguardo alla seconda questione, da ex docente posso dire che per sostenere i test invalsi di matematica devi aver svolto almeno l’80% del programma di matematica. Con quei test è praticamente impossibile fare teaching to test trascurando il programma. Per quanto invece attiene alla competizione fra studenti basta constatare che c’è competizione nei campetti di calcetto, nelle piste di atletica, ci si sfida anche alla playstation per vedere chi è più bravo e chi meno. Se la competizione è sbagliata allora dovrebbero eliminare anche tutte le competizioni precedenti. Non capisco come mai sia giusto che a calcio (o altro sport) ci sia chi va in campo e chi in panchina mentre a scuola sia deleterio che ci sia chi prende 4 e chi 8. Come nel calcio alla fine di una partita conta quante volte si è riusciti a segnare e quanti punti si son presi.

La terza tesi comunque è la più clamorosa; i genitori sceglieranno la scuola migliore sulla base dei test

nostante la consultazione messa in campo dal Governo non fosse ancora giunta al termine, con il comunicato stampa del MIUR del 19 settembre c.a. sono state già annunciate alcune caratteristiche del Sistema nazionale di valutazione (SNV) ed è stato imposto a tutti gli istituti (paritari e statali) la stesura e la pubblicazione del rapporto di autovalutazione con gli obiettivi di miglioramento, che le famiglie potranno consultare nell’atto di iscrivere il proprio figlio a scuola. Con ogni probabilità la scelta ricadrà sulle scuole che raggiungono con facilità gli standard imposti a discapito delle scuole in maggiore difficoltà.

Alla lettura di questa frase mi son chiesto: ma questi dove pensano di vivere, nel villaggio dei puffi? che si cerchi di scegliere il meglio è normale, in tutti gli ambiti della vita le persone tendono a voler andare dal miglior medico, dal miglior meccanico, dal miglior idraulico possibile. Non da Totonno O’Macellaro, Nick Spaccapistoni o Bart Allagotutto… Perché la scuola dovrebbe fare eccezione?  E’ ovvio che genitori, che hanno un poco di testa, cercheranno di iscrivere il figlio nella miglior scuola possibile. E questo dovrebbe essere preso come sprone dalle scuole “peggiori” per migliorare. L’alternativa è un livellamento verso il basso, livellamento che porta, ad esempio, le aziende a considerare inattendibili i titoli di studio e le valutazioni scolastiche. Se lo sbocco naturale di certi corsi e certi indirizzi sembra essere il call center (almeno finché rimangono in italia e non si spostano in romania) forse è a causa di tale livellamento verso il basso. Non può essere che la laurea indichi eccellenza e che però debba essere data a tutti.

Dire che tutti sono bravi equivale a dire che nessuno è bravo. Certo ci si può raccontare che il 4 in matematica era dovuto ad un docente nazifascista incapace di valutare la globalità della persona e che non accettava l’idea democratica di autovalutazione dal basso. Magari con qualcuno puoi anche riuscire a trasformare il 4 in 8 perché il docente ritiene preminente la capacità dello studente di orientare il suo feng sui in maniera che sia in assonanza con il karma cosmico universale rispetto a quella di calcolo delle percentuali. Peccato che prima o poi qualche esame dove viene chiesto di usare le percentuali si incontri. Non viviamo nel villaggio dei puffi.

PS

l’unica cosa giusta scritta è che il test invalsi non deve essere valutato dal docente e non deve essere usato per la valutazione, anche se un “pessimo” test è giusto che faccia accendere qualche campanello d’allarme. Se non riesci a saltare quell’asticella forse non sei il dio del salto in alto che ti fanno credere di essere e forse ci son gravi lacune nella tua preparazione.

(1) Mostratemi un giovane conservatore e io vi mostrerò qualcuno senza cuore. Mostratemi un vecchio liberale e vi mostrerò qualcuno senza cervello.
[Winston Churchill]

epic fail degli animalisti

Sul fatto quotidiano hanno pubblicato un articolo dal titolo: “Vivisezione sui macachi, il cortometraggio choc: gli esperimenti mostrati sugli umani” riguardo all’ennesimo documentario che dovrebbe mostrare in che modo vengono svolti sadici esperimenti sui macachi finalizzati allo studio degli innesti cerebrali.  Guarda caso è il documentario film horror cui è stata tratto il fotogramma che compare in cima all’immagine sottostante.

donna muove con il pensiero un braccio meccanico

Nel forum dei commenti, sia il sottoscritto che altro commentatori hanno risposto citando proprio il fatto cui fa riferimento l’immagine soprastante: una tetraplegica grazie ad un impianto cerebrale riesce a muovere un braccio robotico come se fosse il suo braccio. Questa è stata una risposta devastante perché, in un colpo solo, smonta i tre assiomi usati dagli animalisti e, come insegna la matematica, se casca un assioma casca giù tutta la teoria(1).

1) Mostra la falsità dell’inutilità della ricerca su animali. Una tetraplegica che grazie alla ricerca sugli animali, proprio le ricerche denunciate nell’articolo, e alla tecnologia riesce a muovere un braccio robotico come se fosse un braccio naturale. Roba che a me ricorda tanto cyberpunk 2020(2). Nessuno con un QI superiore o comparabile con quello di un ravanello, a questo punto, sosterrebbe che la ricerca sia stata completamente inutile.

2) Mostra anche la falsità di “esistono i metodi alternativi e i cattivi ricercatori non gli usano perché sono solo dei sadici prezzolati da big pharma”, a quei risultati come ci si sarebbe potuti arrivare con le simulazioni in silicio o le colture cellulari?

3) Ultimo ma non meno importate smonta la falsità che la ricerca animale sia svolta solo per gratuito sadismo da parte dei ricercatori; quella donna ha ricevuto lo stesso trattamento dei macachi cui parla il film, si notano nelle foto gli elettrodi nella testa della donna. Se gli esperimenti sui macachi fossero solo sadismo gratuito, come mai chi ha fatto le stesse cose su un essere umano non è stato arrestato e condannato? Come mai la donna sembra felice e contenta (e te credo…)? eppure quella donna ha ricevuto lo stesso trattamento sanitario dei macachi  e, invece di contorcersi dal dolore, è riuscita a superare il proprio handicap.

E se cascano gli assiomi di “la ricerca è inutile”, “esistono metodi alternativi”, “è solo sadismo gratuito” cosa rimane delle loro teorie farlocche?

In conclusione posto uno screenshoot del mio dialogo sul forum dell’articolo. Notare la profondità della risposta dell’utente dal nick “cicciobello”. Non può scrivere che la ricerca è inutile, che ci son metodi alternativi e che è solo sadismo. Purtroppo rimane solo la risposta classica: “attacco alla persona”(3).

screenshoot discussione

(1) Teoria ingenua degli insiemi di Cantor

(2)Un gioco di ruolo fantascientifico di ambientazione cyberpunk.

(3) Quando si arriva agli insulti personali significa che non si ha più alcun argomento.

Adottare bambini o acquistare cuccioli pucciosi/2?

Video intervista della lorenzin sulla fecondazione eterologa:
da: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/08/06/eterologa-lorenzin-no-a-scelta-del-colore-pelle-e-occhi-donatore-sara-anonimo/291574/

“Con questa misura noi garantiamo tre cose: l’omogeneità delle regole su tutto il territorio nazionale; la sicurezza per i pazienti e un sistema di certificazione sanitaria con la tracciabilita dei donatori nell’anonimato“. Ma già fioccano le polemiche sui divieti imposti dal provvedimento da parte di alcuni medici del settore. Il donatore resterà, infatti, anonimo e non è prevista una selezione per garantire la compatibilità con i genitori in base al colore della pelle, dei capelli e degli occhi, come invece proposto nel documento inviato al Ministero da società scientifiche e cliniche specializzate. “Queste polemiche – sottolinea quindi il ministro – per me sono incomprensibili. A casa mia questa cosa si chiama discriminazione razziale, va contro la Costituzione. Non ho intenzione di dare il via libera a selezioni eugenetiche, quando adottiamo un bambino non facciamo discriminazioni razziali”.

Che dire? i commenti dei “pro eterologa con la selezione del donatore” mi sembrano tutti sensatissimi se si parlasse di cuccioli di razza ottenuti mediante accoppiamenti pianificati dagli allevamenti sulla base del pedigree dei genitori, un poco meno se si parla di persone umane.

Quello che la lorenzin ha detto altro non è che quello che ripetono ad iosa gli afficionados della costituzione senza se e senza ma; nessuna discriminazione mai. Cioè se il negare l’adozione agli omosessuali è discriminazione cos’è il richiedere che il donatore dello sperma sia Fritz invece che Motumbo?

L’impressione che molti intendano eterologa, utero in affitto etc. etc. non come un sistema per generare altri esseri umani ma un sistema veloce per procacciarsi cuccioli pucciosi d’uomo è forte.

Adottare bambini o acquistare cuccioli pucciosi?

Da un poco di tempo a questa parte, leggendo i forum dove si parla di adozioni per gli omosessuali o di fecondazione assistita ho l’impressione che molti sostenitori lottino per dei capricci, come il poter acquistare cuccioli pucciosi d’uomo che per dei diritti. Questo sospetto è supportato anche dal fatto che nessuno parla dei diritti che anche il bambino ha, ma si tenda a considerare i bambini alla mera stregua di cuccioli.

Prendiamo ad esempio questa vicenda:

Fonte: http://www.adnkronos.com/salute/medicina/2014/08/01/madre-surrogata-partorisce-due-gemelli-uno-down-genitori-adottivi-abbandonano_4zgnxv1d74xKdQUaY1EsYK.html

(Adnkronos Salute) – Pattharamon Janbua, 21 anni, è una ragazza thailandese che per necessità economiche ha deciso di diventare una ‘mamma in affitto’ per una coppia australiana, ricevendo in cambio circa 12 mila dollari. Quando la donna ha dato alla luce due gemellini, di cui il maschio affetto da sindrome di Down, la coppia ha deciso di prendere con sé solo la piccola sana e di lasciare a Pattharamon Janbua il piccolo con handicap, Gammy. Ora la giovane – riporta il ‘Daily Mail’ – grazie ad una campagna online ‘Hope for Gammy’ ha ricevuto oltre 50mila dollari in donazioni per dare la migliore assistenza al bambino affetto dalla sindrome di Down e con una patologia congenita.

La coppia australiana, che è voluta rimanere anonima, una volta scoperto che uno dei due gemelli era affetto da sindrome di Down, ha chiesto alla ragazza di abortire. Ma lei, per motivi religiosi, decide di portare avanti la gravidanza. Gammy ora ha sei mesi. Le sue condizioni di salute richiedono cure molto costose, che la madre non può permettersi. Grazie però ad un medico dell’ospedale dove è nato il piccolo, e che ha seguito l’intera vicenda, è partita la sottoscrizione online. Quanto raccolto permetterà alla giovane mamma di prendersi cura del bebè.

Vicenda abbastanza squallida di per sé, su questo c’è poco da aggiungere; mi ha ricordato l’acquisto di una cucciolata di animali di razza ordinati all’allevamento.

Ma un bambino non è un cucciolo, è un essere umano, uno che già alla nascita ha precisi diritti e che crescendo acquisirà diritti e doveri. E come reagirà alla notizia che è stato ordinato e selezionato come se fosse un cucciolo di razza acquistato dall’allevamento.  Chissà cosa ne pensano anche quelli che scrivono post di fuoco contro gli allevatori che sterilizzano o sopprimono i cuccioli imperfetti o meticci tali da inquinare il pedigree dei cani dell’allevamento e contemporaneamente sostengono il diritto a ricorrere all’eterologa, alla madre surrogata e a tutte le possibilità affinché chiunque possa avere un figlio…

La vicenda insegna anche un altra cosa: senza una robusta sistemazione legale delle nuove biotecnologie ci sarà un moltiplicarsi di casi simili, il fai da te aprirà sicuramente la porta ad un sacco di vicende simili e rogne legali. Forse prima di mettersi a fare vuote battaglie di principio sarebbe meglio fermarsi un poco a riflettere su quali possano essere le conseguenze dell’attuazione di tali principi.