Avevo pubblicato questo articolo nel 2013 parlando delle puntuali “rivolte” studentesche contro il potere e la lotta contro il teribbile sauron di arcore. Lo ripresento perché vedo dei paralleli con la situazione americana e le loro “lotte”, compreso il codazzo di imbecill iitalioti pronti a sostenere qualsiasi cosa di alternativo che possa dar loro visibilità.
La luna è una severa maestra (The Moon Is a Harsh Mistress) è un bellissimo romanzo di fantascienza di Robert A. Heinlein che narra la ribellione degli abitanti della colonia lunare contro la terra per ottenere l’indipendenza e l’autodeterminazione. Il romanzo offre due spunti interessanti: innanzitutto descrive come si dovrebbe organizzare una ribellione, se si vuole che essa possa avere qualche possibilità di successo, ovvero:
- carpire il sostegno di una massa critica di cittadini.
- colpire l’oppressore e i suoi simboli.
- colpire soprattutto l’economia dell’oppressore.
- portare avanti anche degli obiettivi politici realistici.
- avere pronto un qualcosa da mettere al posto dell’oppressore.
Tutte cose che nel movimento dei forconi, o negli innumerevoli scioperi e manifestazioni italiane, raramente o quasi mai avvengono. Scioperi e blocchi dei trasporti più che colpire i simboli del potere colpiscono i cittadini. Per non parlare poi di negozi bruciati e di auto date alle fiamme… difficilmente la signora Pina è contenta di sacrificare la propria automobile per la lotta di classe contro l’obbressore del bobolo, anzi alla fine farà il tifo per il celerino(1) che legna l’incendiario.
Quindi le manifestazioni colpiscono il bersaglio sbagliato, colpiscono i potenziali sostenitori invece degli oppositori (che ringraziano).
Lo stesso che capita in america quando danno fuoco a negozi “per protestare contro Trump”, certo se il vostro negozio viene bruciato, se venite taglieggiati come capita nella “zona libera” la simpatia va a chi vi taglieggia. Alla fine la maggioranza silenziosa, quella che decide con il voto cercherà di piantare il coltello nella schiena di chi protesta in quel modo.
Genova doveva dare il colpo di grazia a Berlusconi, cacciato via a furor di popolo. Ottenne solo il risultato di far fare carriera politica ad un paio di capipopolo.
Per non parlare poi dei punti 4 e 5. Vuoto pneumatico spinto; le loro idee sono idee infantili, un bambino che fa i capricci, butta a terra la pappa, batte i piedi e grida vojo, vojo, vojo. E qui ci si ricollega al secondo spunto interessante del romanzo.
Ovvero TANSTAAFL “There ain’t no such thing as a free lunch” “Non esistono cose come i pasti gratis”. I movimenti di quel tipo invece credono che esistano i pasti gratis e, cosa alquanto più infantile, che sia un loro preciso diritto ricevere il pasto gratis. Eliminare equitalia significa “evasione fiscale libera per tutti”. Politici a casa, ok e poi chi fa le leggi? ferro? grillo? la signora pina? Incentivi a questo e incentivi a quello, e i soldi da dove si pigliano? Tagliare i costi della politica? Anche se si abolissero completamente camera e senato ed il loro bilancio tornasse integralmente allo stato(2) ci sarebbe a malapena un 5% scarso dei fondi necessari ad accontentare tutte le richieste del movimento.
Viste le premesse il fiasco è quasi scontato. E questo è un film già visto ad esempio durante le rivolte di londra, oppure quelle di parigi, il G8 a genova, il movimento degli indignados o di zuccotti park. Gente che protesta per protestare ma senza proporre, senza obiettivi politici realistici(3) da perseguire. E cosa hanno ottenuto alla fine?
E cosa otterranno i BLM&co, cosa hanno ottenuto le carampane del mitù? Qualche posto al sole in cambio di un paio di “culi a buon mercato” delle truppe che hanno seguito le loro proteste. Sarei curioso di sapere in cosa son diverse le proteste americane di questi giorni dalle proteste citate sopra. Cosa chiedono politicamente, a parte Trump a casa, e quali sono i loro obiettivi.
Qui vorrei ricordare un episodio capitato durante le rivolte studentesche; uno dei capipopolo della scuola dove insegnavo mi raggiunse in laboratorio per una chiacchierata durante l’occupazione.
Shev: Quindi state facendo occupazione Alessandro, perché?
Studente: La gelmini, la qualità dell’istruzione, una scuola per ricchi e una per poveri yabba yabba…
Sh: Beh se ti ricordi avevate occupato anche l’anno scorso e l’altro anno ancora
Stud: Sì prof.
Sh: E cosa avete ottenuto gli altri anni? la scuola è migliorata? vi hanno dato retta?
Stud: beh professore…
Sh: fatti due domande: perché gli altri anni non avete ottenuto nulla e perché questa volta sarà diverso.
Uscì un po’ confuso dal laboratorio. Adesso che un pischello di terza superiore a quelle cose non ci pensi è anche abbastanza scontato. Che politici navigati che si candidano a guidare un paese non sappiano rispondere a quelle domande significa che non sono in grado di governare, magari vincono ma durano poco, molto poco.
Concludo con due citazioni
La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.
[Mao Tse Tung]
Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per cosí dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa.
[Karl Marx]—
(1)Lo sciopero o la manifestazione in italia invece di colpire il potere mira soprattutto a scassare le balle ai poveri cittadini, più che presentarsi come il paladino contro l’oppressore un certo sindacalismo si presenta come il bullaccio che ricatta: o mi dai i soldi o ti fracco di botte. E come spesso avviene quando arriva un bullo più grosso che lo mena la gente invece di deplorare la violenza applaude. Perché a furia di abusare di un diritto è molto probabile che per reprimere ulteriori abusi tale diritto venga revocato.(2) Senza considerare che parte dei fondi stanziati per pensioni e stipendi tornano allo stato sotto forma di irpef.
(3)Si, la pace nel mondo, l’ecologia spinta, l’abolizione di tutte le banche e l’evergreen “pane e figa per tutti”, sono begli slogan ma la loro attuazione è ancora relativamente difficoltosa.