Critiche e antisemitismo

fonte: https://twitter.com/partigggiano/status/1788995746366112052

Molte persone continuano a lamentarsi in ragione del fatto che la loro critica ad Israele venga etichettata come antisemitismo. Si tratterebbe, secondo costoro, di un trucchetto, di un abile ricatto morale volto ad etichettare con il marchio dell’infamia l’espressione delle loro libere opinioni. Spesso, per smarcarsi da quest’etichetta che (per il momento) risulta ancora scomoda, tirano in ballo il fatto che anche persone di religione ebraica hanno espresso le stesse critiche allo Stato d’Israele. Se è per questo, aggiungo io, anche molti israeliani rivolgono pesanti obiezioni alle politiche dell’attuale governo d’Israele. Qualcuno definisce antisemiti gli israeliani che criticano il loro governo? A me non risulta. Per altro, anche l’idea che non vi possano essere degli ebrei antisemiti è un po’ deboluccia se è vero che non mancano esempi in tal senso. E allora come mai questa “doppia morale”? Perché tra coloro che criticano Israele solo a qualcuno tocca l’etichetta di antisemita? Non è difficile dare una risposta: è una semplice questione semantica. Se qualcuno, ad esempio, sostenesse che la rappresaglia d’Israele al massacro del 7 ottobre è sproporzionata o sbagliata tout court, sarebbe un’affermazione sulla quale sarebbe possibile discutere. Se qualcun altro sostenesse che il bilancio in vite umane innocenti, necessario per sconfiggere Hamas, è un prezzo troppo alto da pagare, anche in questo caso, sarebbe un’obiezione legittima. Ma se la critica ad Israele si fonda sulla banalizzazione e la mistificazione di parole come Genocidio, Sterminio, Nazismo, Processo di Norimberga, tutti fortissimamente e semanticamente connessi alla tragica storia dell’ebraismo della Diaspora, allora il discorso cambia completamente ed è bene che qualcuno se ne faccia una ragione.

Si avvelenano i pozzi della memoria, e poi ci si scandalizza quando si scopre che i pozzi sono avvelenati. Banalizzare parole come olocausto o genocidio, cosa fatta in occidente già da molto prima rispetto al 7 ottobre come le “stelle gialle” usate per protestare contro i vaccini ad esempio, alla fine porta a perdere il senso e la storia della tragedia dietro a tali parole.

Non ci può essere alcuna confusione tra la tragica vicenda del conflitto israelo-palestinese e il progetto deliberato e sistematico di eliminare dalla faccia della terra un intero popolo, attraverso una macchina dello sterminio su scala industriale quale fu la “Soluzione Finale” voluta da Hitler. Si tratta di una mistificazione storica così gigantesca e oltraggiosa che non è possibile archiviarla come un semplice errore di prospettiva. E non è un caso se i primi ad operare questa dolosa banalizzazione della Shoa furono alcuni storici negazionisti nonché antisemiti conclamati. Si badi, non è una questione di numeri perché anche la morte di un solo innocente è un atto tragico e terribile. Si tratta di conservare un minimo di buona fede, rispettando i fatti nella loro dimensione storica autentica. Ecco perché associare quelle parole ad Israele e solo ad Israele non può essere considerato un esercizio innocente. La storia dell’odio e del pregiudizio nei confronti degli ebrei è costellata dall’uso di menzogne e false accuse. Chi oggi utilizza abusivamente certe parole, con l’intento di associarle ad Israele, s’iscrive di diritto nella lunga e dolorosa Storia dell’Antisemitismo.

Quotone.

Maternità surrogata

Uno dei leit motiv legati alla maternità surrogata è che viene fatta per solidarietà, che non è compravendita di bambini e sfruttamento di donne.

Il fatto è che prima o poi la realtà invece salta fuori con tutta la sua forza a spazzar via tutte le balle.

Questa notizia pubblicata dal corriere è emblematica

Sorgente: In Georgia per la maternità surrogata: «Le gemelle sono nate, ma l’ospedale ci chiede 24mila euro in più per darcele» | Corriere.it

La Farnesina segue «il caso delle minori con la massima attenzione»
In Georgia per la maternità surrogata: «Sono nate, ci chiedono ancora soldi»

«Se volete realizzare il vostro sogno di genitorialità la Georgia è la meta ideale. Uno dei pochi Paesi che consente la maternità surrogata internazionale».  (…)

e quindi tanti “dolla” da chi vuole acquistare bambini a basso prezzo…

La firma del contratto con l’agenzia avviene nel 2022. Sara non ha più l’utero e non può concepire. Una volta formati gli embrioni, grazie agli ovuli di un’altra donna, questi vengono congelati nell’attesa di trovare la madre surrogata. (…) Quando arriviamo lì ci presentano una fattura di 12mila euro dicendo che avrebbero dimesso le neonate solo alla 36sima settimana quando avrebbero pesato due chili».

In pratica son tenute in ostaggio chiedendo soldi extra. Non so, a me viene a pensare al classico mafioso che ricatta alzando sempre la posta…

La coppia assicura che pagherà alla fine di marzo ma comincia ad insospettirsi perché vede tantissime altre coppie nella loro situazione con i bambini nati prematuri da madri surrogate. Intanto l’agenzia Vita Nova è totalmente sparita: «Il nostro referente Alex non ci ha più risposto»

Stupefacente…

(…) «Abbiamo registrato tutto — dice Sara — martedì il direttore generale del nosocomio Beka Yoseliani ci ha detto che non ci avrebbero dato le bambine se non pagavamo 24mila euro». Ieri la coppia ha potuto vedere le neonate solo per dieci minuti e sotto il controllo di una guardia della sicurezza: «È una situazione incredibile – spiega Sara -, passa il tempo e le nostre figlie crescono senza di noi. Il 23 maggio compiranno tre mesi, tutti passati nelle mani di estranei». La clinica, contattata dal Corriere, non ha voluto commentare.

Le nostre “figlie” umoristico, molto umoristico.

La vicenda potrebbe però risolversi nelle prossime ore. Ieri l’avvocato della coppia è riuscito a far scendere la cifra a 19mila euro. E oggi le bambine dovrebbero essere dimesse. A meno di nuovi colpi di scena.

Chiamate don vito

Ma al ritorno in Italia, dove la maternità surrogata è reato, la coppia dovrà affrontare il problema della trascrizione all’anagrafe. Le rappresentanze diplomatico-consolari sono tenute a trasmettere i casi sospetti al Comune competente e ad inoltrare al contempo la notizia di reato alla Procura della Repubblica. Quello che potrebbe accadere è che venga registrato all’anagrafe solo il padre delle bambine mentre la madre intenzionale dovrà ricorrere all’adozione in casi particolari come ha affermato la Corte di Cassazione in una sentenza lo scorso gennaio. «Sappiamo che potrebbe succedere – dicono Sara e Alberto – ma affronteremo questo problema una volta che avremo riportato finalmente le bambine a casa».

Domanda stupida, e se salta fuori la “madre biologica”, che per la legge italiana è quella che ha partorito, e chiede il riconoscimento della maternità, che succede?

E a margine, la maternità surrogata finanzia la mafia come quella coppia ha potuto toccare con mano.

A quanto risulta al Corriere non è questo l’unico caso di italiani in difficoltà in Georgia dopo essere ricorsi alla maternità surrogata. Tutti casi che, se dovesse passare la legge in esame al Senato per rendere la Gpa (Gestazione per Altri) un reato anche se commesso all’estero, diventerebbero materia di azione penale.

Si tratta di sfruttamento di esseri umani e compravendita di bambini. Non vedo molte differenze con il caso di uno che va a farsi una minorenne in thailandia e, se scoperto in italia, finisce al gabbio in italia.

Se te lo dice…

I meme che io ho pubblicato su twitter

Nell’ordine:

  1. Tipica frase femminile
  2. Servi della gleba, Elio e le storie tese
  3. Lovecraft
  4. Altra frase tipica
  5. Serve dirlo?
  6. Cara ti amo, Elio e le storie tese
  7. Rapput, Claudio Bisio
  8. Pollon, cartoni animati
  9. Pop porno, il genio
  10. Masters of the universe, cartoni animati
  11. Sei già morto, la frase rituale di Ken il Guerriero (in giapponese)
  12. Friendzoned…

Giornalismo di qualità…

A margine della vicenda, che imho riguarda questioni di copyright più che diffazione faccio notare come open abbia presentato la vicenda.

Sorgente: Anna Haholkina, la modella italo-ucraina finita (a sua insaputa) sui manifesti della Lega: «Cartelloni elettorali razzisti, non accetto di finirci sopra» – Open

Si chiama Anna Haholkina, è italo-ucraina e di professione fa la modella. Ma non avrebbe mai immaginato di finire non su riviste patinate bensì (a sua insaputa) sui manifesti della Lega contro l’uso del velo islamico. «Ho bisogno del vostro aiuto! Da un paio di settimane la città di Milano ha questo manifesto dove è stata utilizzata una mia foto presa probabilmente da Shutterstock o chi sa quale altro sito.

Beh, basta chiedere a chi ha pubblicato la campagna; basta una semplice lettera dell’avvocato e il percorso salta fuori

Devo passare per vie legali per diffamazione, considerando che non sono affatto favorevole a questo utilizzo e soprattutto, trattandosi di politica, non ne accetto l’utilizzo. Mi sapete consigliare a chi rivolgermi? Magari qualcuno esperto di copyright», ha scritto la ragazza sul suo canale Instagram.

Mi verrebbe da pensare che sta mettendo le mani avanti per evitare rogne e di essere presa di mira dai tanti uannabè paladini che impestano il web. Per il resto la vicenda è molto più semplice rispetto a quella descritta in maniera contorta.

Le vicende in realtà sono due:

[A] la lega ha acquistato legalmente dal detentore dei diritti il diritto di utilizzare tale immagine?

[B] Chi ha venduto il diritto di utilizzo di tale immagine poteva farlo, aveva il diritto di cederli o ha violato in qualche modo il contratto stipulato con Anna?

Nel caso A, immagine utilizzata con violazione dei diritti son mazzate oltre che solenni figure di merda. Ma penso che una seria società di comunicazione, non la miocuggino srl, a queste cose ci pensi e la prima cosa che chieda è che tutto sia legale.

Rimane il caso B, certo prendersela contro la lega suona in maniera diversa rispetto al prendersela contro la pippopluto comunication. Strano comunque che la modella non sappia a quale agenzia abbia ceduto i diritti di utilizzo di quelle foto, perché, vedi anche il discorso precedente, se le foto sono usate in violazione delle norme del GDPR son mazzate solenni.

Ci sarebbe anche il caso [C], lei ha ceduto i diritti ad una agenzia con una liberatoria e l’agenzia ha fatto quello per cui è pagata ovvero cedere immagini per campagne pubblicitarie…

La vicenda mi ricorda il “ciao ciao” suonato alla festa della lega e la predica della rappresentante di lista. Se la lega aveva pagato la SIAE (o qualche altro detentore dei diritti) poteva suonare tale canzone anche se all’autore originario girano le scatole. Dura lex sed lex.

Haholkina potrebbe presto agire per vie legali, perché spiega intervistata dal Corriere della Sera, «sono riconoscibilissima». E aggiunge: «Non voglio essere affiancata a alcun partito, ma soprattutto perché questi cartelloni elettorali sono razzisti. E non accetto di finirci sopra». «Vivo a Rimini ma vengo spesso a Milano per lavoro e quando li ho visti sono rimasta choccata: sono foto che ho fatto con una fotografa ucraina due anni fa, Margarita Gangalo. L’intento era di renderle utilizzabili per vendere prodotti di bellezza. E invece la Lega le ha usate per fare la sua campagna elettorale», ha spiegato la modella. Anna ha «firmato una liberatoria digitale, ma nel regolamento di Shutterstock c’è scritto che l’uso di immagini per campagne elettorali e politiche non era possibile». Il partito del vicepremier e ministro Matteo Salvini potrebbe però aver usato un abbonamento premium per acquistarla e utilizzarla. 

Faccio notare la parte in grassetto, molto contorta. Ha firmato una liberatoria e cosa c’era scritto nella liberatoria? Poi di cosa si sta parlando, del regolamento di Shutterstock? Magari son vietati certi utilizzi se si paga l’abbonamento base ma se si paga il premium “vale tudo”

Un giornalista capace farebbe due click e verificherebbe subito le informazioni.

Per curiosità sono entrato nel sito si shutterstock e guarda cosa ho trovato:

SE INVECE L’UTENTE HA ACQUISTATO UN “ABBONAMENTO TEAM”, IL DIRITTO DI ACQUISIRE IN LICENZA, SCARICARE E UTILIZZARE CONTENUTI È LIMITATO AL NUMERO DI UTENTI PREVISTO DA TALE ABBONAMENTO. LA “PIATTAFORMA PREMIER” DI SHUTTERSTOCK CONCEDE I DIRITTI DI ACCESSO E DI UTILIZZO A UN NUMERO ILLIMITATO DI UTENTI, OLTRE CHE EVENTUALI DIRITTI AGGIUNTIVI.

Oltre che eventuali diritti aggiuntivi. Il fatto è che se il sito poteva legalmente vendere e la lega ha acquistato alla luce del sole c’è poco da polemizzare adesso.

Buzzwords

Sorgente: A Strevi la prima vigna queer: “Il mio vino è un atto di rivoluzione” – La Stampa

Io non vedo nulla di rivoluzionario, vedo solo marketing, puro e semplice marketing. Usare parole alla moda e temi caldi del momento per promuovere il prodotto che si vuole vendere.

Adesso “queer” è diventato un termine alla moda come in passato lo erano diventati blockchain, duepuntozero, ecofriendly etc. etc. e innumerevoli altre parole divenute di moda e usate solo per promuovere il prodotto.

Sul caso dello studente arrestato in florida

Direi che sulla vicenda se ne conosce ancora poco e quel poco è anche di parte. Ci sono alcune “incongruenze” come l’essere entrato a sua insaputa in uno strip club, cioè se sei lì per seguire un costoso master la lingua la dovresti conoscere bene, non sei il provincialotto imbrogliato da “falsi amici” linguistici.

Per il resto è noto il modus operandi della polizia, piaccia o no in america le armi son molto diffuse e non è raro che qualche esagitato ne tiri fuori una; per questo la polizia tende a “mettere fuori combattimento” chiunque non collabori anche perché, in quei momenti concitati, non sai chi hai davanti e non sai come possa reagire.

Ha corso comunque un grosso rischio ed è meglio che mammà gli spieghi una o due cose su come ci si sta al mondo, che non è il mondo dei puffi…

fake news e yemen

Stavo leggendo le notizie sulla vicenda degli italiani bloccati a socotra; mi ha colpito la discrepanza fra questi due articoli.

Open: Tajani sgrida i turisti bloccati a Socotra: «Scelta imprudente». La tour leader sbotta dallo Yemen: «Ma quale guerra civile, solo una perturbazione»
https://www.open.online/2024/05/04/yemen-turisti-bloccati-socotra-yemen-tajani-vs-giulia-premi/

Corriere della Sera: L’infermiera bloccata in Yemen con altri 30 turisti italiani: «Dipendiamo da loro per acqua e cibo, cresce la paura» https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/belluno/cronaca/24_maggio_04/l-infermiera-bloccata-in-yemen-con-altri-30-turisti-italiani-dipendiamo-da-loro-per-acqua-e-cibo-cresce-la-paura-972139a3-0cd1-4942-a5ed-22bc2b59bxlk.shtml

Che dire? i due articoli sono in contrasto fra di loro, quindi o l’uno o l’altro ha scritto qualche “libera interpretazione” di troppo.

Che dire? Mi sembra strano che per voli spostati si debba muovere la Farnesina, soprattutto se la situazione è sotto controllo come dicono. Per il resto, leggendo come sta venendo seguita la vicenda sui media, visto che la Farnesina si è mossa tutto sommato bene ed ha fatto altrettanto bene a ricordare che certe mete sono sconsigliate, si stia cercando di minimizzare.

Scelta imbecille, a mio avviso, perché potrebbe convincere qualche altro idiota a riprovarci. Btw, ricordo che quando si parlava di vaccino si parlava di non curare chi non si voleva vaccinare esponendosi volontariamente ai rischi; chissà cosa si penserebbe se tale modus operandi venisse adottato anche in queste situazioni.

zappe sui piedi

Stavo leggendo le reazioni alle ultime due campagne su X del PD; una su Vannacci per farlo ignorare https://publish.twitter.com/?url=https://twitter.com/pdnetwork/status/1784174405993607173#, l’altra contro il “vota Giorgia” della Meloni https://twitter.com/pdnetwork/status/1786369824215409112.

Adesso io mi chiedo la ragione di questi due autogol; far diventare virale un post “ignora Tizio” è il modo migliore per far conoscere Tizio, il secondo è il solito vizio di convincere insultando gli elettori: se voti noi sei bello/buono/inclusivo/etc. etc. e se voti gli altri sei un cattivo/razzista/novax etc. etc. sistema efficacissimo per convincere chi non vota PD a continuare a farlo.

Le risposte possibili sarebbero tre; la prima è che i social media manager abbiano iniziato una carriera di sperimentatori di sostanze psicotrope, le altre due sono: non possono parlare delle loro proposte perché nelle loro liste c’è tutto e il contrario di tutto. Prendiamo la questione ucraina, cosa succede se ai candidati viene posta qualche domanda sulla guerra? Se sia giusto sostenere l’ucraina o no? Il partito è per continuare il sostegno, la Strada invece no. Oppure la 194, cosa ne pensa Tarquini? Un partito che candida persone contro le sue intenzioni, non è un buon biglietto da visita e un valido motivo per convincere gli indecisi. Per la cronaca è il motivo per cui la grande vittoria annunciata del 2006 divennne una risicatissima vittoria al fotofinish. Quindi creiamo un babau, vannacci, e iniziamo a spararci pose da eroici partigiani che lottano contro il mostro.

L’ultimo è quello stigmatizzato da Luca Ricolfi: il voler stuzzicare l’ego del potenziale elettore di sinistra rafforzandolo nella sua idea di essere bello, colto e intelligente e che il suo voto serva per opporsi ad orde di rozzi buzzurri incapaci di apprezzare il cinema esistenzialista cecoslovacco. Peccato che tale comportamento disgusti e spiazzi chi vorrebbe altri motivi per votare, chessò qualche programma politico e respinga chi viene considerato buzzurro.

Quindi perché fare una campagna mirata alla sconfitta? L’opinione è che ci saranno da prendere decisioni “difficili”, ad esempio sul green e loro alla prossima tornata potranno spararsi pose da verginelli e ripetere continuamente, oltre al “ritorna il fascismo”, anche “eh ma se ci fossi stato io”…

E’ l’unica spiegazione razionale che posso trovare, tutte le altre sarebbero sanzionabili per ingiuria e diffamazione.