Domande2

Stavo seguendo la vicenda della sea watch; adesso sta lanciando appelli in cui descrive la situazione a bordo e protesta contro il decreto sicurezza2 che impedisce di sbarcare nei porti italiani.

Sorgente: Sea Watch, l’appello della comandante: “Dobbiamo far sbarcare i migranti il prima possibile” – Repubblica Tv – la Repubblica.it

“Abbiamo immediata necessità di sbarcare queste persone in sicurezza il prima possibile” poiché la loro situazione è sempre più precaria. È l’appello che arriva dalla comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete che dallo scorso 14 giugno si trova al largo di Lampedusa senza poter entrare nelle acque territoriali italiane. Il ministro Salvini, dice la donna in un video pubblicato su Twitter, “ha emanato un nuovo decreto legge che ci impedisce di entrare nelle acque territoriali, in contrasto con la legge del mare”. Ma “in questo modo non abbiamo alcuna opzione per sbarcare le 43 persone ancora a bordo, che sono sempre più preoccupate del loro futuro” e della possibilità di scendere a terra. Inoltre, conclude la comandante, “il rollio della nave è costante, ogni giorno, e ci sono problemi di disidratazione”.

E le domande che mi pongo sono:

la nave è ferma dal 14 giugno al largo di lampedusa; in questi giorni non avrebbe potuto raggiungere qualsiasi altro porto, non italiano, dove sbarcare? La corsica, dell’accogliente francia, la tunisia o volendo anche la spagna, l’algeria, malta etc. etc. erano raggiungibili in 7 giorni di navigazione; perché non ha tentato di raggiungere tali porti?

La nave è olandese ed affittata da una ONG tedesca; penso che se il governo tedesco o il governo olandese si fossero dichiarati disponibili ad accogliere i migranti da essa soccorsi il governo italiano non avrebbe avuto nulla da dire nell’organizzare un ponte aereo o un collegamento ferroviario per il repentino trasporto a destinazione. Perché i governi non si son mossi? Parlo dei governi perché, come si è visto in altri casi simili, un sindaco non ha i poteri di prendere simili decisioni, anzi in certi casi ho il sospetto che si dichiari disponibilità solo per farsi belli visto che c’è qualcuno, che fa la figura del cattivo.

Le leggi del mare parlano di un porto sicuro, non del porto di gradimento del naufrago, e in 6 giorni di navigazione di porti sicuri, extraitaliani, se ne raggiungono a iosa.

Come capitato per la aquarius il governo penso non abbia remore a fornire supporto logistico e generi di conforto; mi chiedo comunque perché sia lo stato italiano a doversi occupare dei problemi logistici di una nave di bandiera olandese noleggiata da una ONG tedesca che si trova in acque internazionali.

Noto anche il silenzio di UNHCR e tanti bacchettatori di professione oltre che dei paesi europei. A quanto pare la vicenda aquarius ha insegnato che bacchettare significa poi rischiare di dover attuare quello che si sta predicando…

Devo dire che nei social e nei media vedo poche vesti stracciate e tante persone che avanzano ragionevoli dubbi sui racconti dei soccorritori; come avevo scritto in altre occasioni se rendi l’essere buono troppo simile all’esser fesso, la logica conclusione è un aumento della cattiveria.

Domande

La sospensione dell’incredulità, o sospensione del dubbio (suspension of disbelief in inglese), è un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un’opera di fantasia [da wikipedia].
Ad esempio si accetta tranquillamente che harry potter sia un mago e che possa usare la magia, che esista il teletrasporto nell’enterprise o la spada laser jedi.

Ecco; per accettare l’articolo di sotto occorre una buona dose di sospensione dell’incredulità.

 

Sorgente: “Uno dei naufraghi ha raccontato di essere stato costretto a seppellire cadaveri” | L’HuffPost

“Le persone a bordo ci hanno raccontato di aver trascorso lunghi periodi di detenzione in Libia e di aver subito vessazioni inenarrabili. Uno dei naufraghi ha raccontato di essere stato costretto a seppellire cadaveri per preparare il centro di detenzione alla visita di operatori esterni cercando di renderlo più presentabile. Questa è la Libia, il Paese in cui ci viene indicato di portare le persone soccorse: non lo faremo mai”. Così la portavoce della Ong Sea Watch Giorgia Linardi. La nave, con a bordo 52 migranti, è a 15 miglia dall’isola di Lampedusa.

Preso per buono il racconto ci sarebbe da porsi alcune domande:

La prima è chi o cosa abbia costretto quei poverini a lasciare il loro paese per andare in quell’inferno, nel 1943 le SS andavano casa per casa a rastrellare gli ebrei per destinarli ai lager, chi fa le stesse cose oggi in Nigeria, in Senegal?

La seconda è: preso per buona la storia che “scappano dalla guerra”, perché nessuno ha organizzato campi profughi nei paesi vicini per accogliere temporaneamente i profughi in attesa che la situazione si normalizzi? L’alto commissariato era troppo impegnato fra una bacchettata all’italia e una mozione di condanna a Israele per occuparsene?

La terza è: perché “curare” trasportando in italia invece di “prevenire” controllando la frontiera sud in libia? Piena solidarietà per le traversate in mare (su navi attrezzate e con personale medico di supporto) e per quelle del deserto “fottesega”?

La quarta è: “idiozia o connivenza”? Gli operatori esterni son gonzi pronti a bere come acqua fresca qualunque stupidaggine detta dai responsabili del centro incapaci di accorgersi di cosa avviene realmente o son conniventi con chi gestisce il centro? E poi, chi sono, a chi fanno riferimento gli osservatori esterni? Al governo libico, a qualche agenzia internazionale, alla bocciofila di vattelapesca ? Anche qui le risposte potrebbero portare a conclusioni “tragiche”; i italia gli operatori si accorgono di uno spillo fuori posto, perché allora non mandare in libia tali osservatori?

Decreto sicurezza, entro l’estate 18mila giovani italiani senza lavoro (grazie a Salvini) – Linkiesta.it

Un articolo molto interessante che mostra, impietosamente, che Salvini ha ragione; l’immigrazione è un businnes fuori controllo pagato dal popolo italiano, non è beneficenza ed accoglienza disinteressata, le cifre sotto riportate lo dimostrano impietosamente. Volontariato retribuito, non è volontariato, è lavoro. Carità finanziata non è carità, è gestione di fondi altrui. E qui si mostra il solito vizio, non solo italiano però, di vestire di belle ed alte parole ciò che altro non è che basso interesse di bottega.

Sorgente: Decreto sicurezza, entro l’estate 18mila giovani italiani senza lavoro (grazie a Salvini) – Linkiesta.it

Decreto sicurezza, entro l’estate 18mila giovani italiani senza lavoro (grazie a Salvini)
Nella crociata contro quello che Salvini ha definito «un business fuori controllo pagato dal popolo italiano», quello cioè dell’accoglienza degli immigrati, finiscono anche professionisti italiani under 35: quasi tutti medici, infermieri, mediatori culturali, insegnanti, psicologi e avvocati

Entro fine anno 18mila italiani resteranno senza lavoro. Tutti laureati e con meno di 35 anni. È l’effetto del “decreto sicurezza” di Matteo Salvini, che ha ridotto la spesa per l’accoglienza degli immigrati da 35 euro lordi a una media di 21 euro lordi pro capite al giorno, cancellando dai centri di accoglienza (o riducendone le ore di lavoro) figure professionali come infermieri, mediatori culturali e insegnanti di italiano. Da Nord a Sud, le vertenze sindacali con le onlus e le cooperative si moltiplicano di giorno in giorno. E con i pochi nuovi bandi già pubblicati dalle Prefetture, in linea con le nuove tabelle governative, si contano già 4.100 esuberi. Da qui all’estate tutti si saranno adeguati. E la stima della Fp Cgil è che si arriverà a un bacino di 16-18mila disoccupati. Per i quali non è stato previsto nemmeno alcun ammortizzatore sociale ad hoc.

Quindi non si parla di dipendenti ma penso che per la maggior parte si parli di “volontari” e di soci di cooperative; persone che, non essendo lavoratori dipendenti non hanno diritto alle tutele riservate ai lavoratori dipendenti.  Quello di usare cooperative ad hoc o di usare stagisti e volontari per fare il lavoro dei dipendenti è un vecchio vizio italiano; il solito vizio di aggirare le norme e di frignare forte quando arriva il conto dell’aggiramento delle norme.

Nella crociata contro quello che Salvini ha definito «un business fuori controllo pagato dal popolo italiano», sparando a zero contro il modello d’accoglienza Sprar di Riace, finiscono così anche molti giovani professionisti italiani. L’impianto del decreto (poi convertito in legge) prevede che chi arriva in Italia e chiede asilo, prima del via libera avrà a disposizione solo i servizi essenziali. Vale a dire cibo, pulizia e vestiti. Solo per chi ha diritto a restare, invece, saranno garantiti poi anche i corsi di italiano e i servizi per l’inserimento e l’integrazione che fino ad oggi spettavano a tutti i migranti che presentavano domanda d’asilo. La spesa per l’accoglienza così passa dai famosi 35 euro a una forbice tra i 19 e i 26 al giorno. La logica del Viminale è: non ha senso offrire servizi in più se poi il soggetto sarà giudicato irregolare da espellere. E con l’abolizione della protezione umanitaria, il numero di chi ha diritto ai servizi scende a picco.

Mi sembra giusto; la protezione internazionale spetta a chi ha diritto alla protezione internazionale, non a tutti. Perché spendere per integrare chi poi dovrai buttar fuori? Non abbiamo fondi illimitati, anzi le casse piangono alquanto, e se qualcuno inizia a raccontare: “aumentiamo l’iva per accogliere i fratelli migranti” la maggioranza degli italiani diventerà talmente accogliente da far sembrare il KKK un il fan club degli sfegatati per Ciccio Bergoglio. Da notare, fra le righe, anche un’altra verità che non si voleva ammettere: il “modello riace” funziona finché ci butti soldi, non è un modello capace di tenersi in piedi da solo.

(…)«L’aspetto grave è che abbiamo le armi spuntate. Non abbiamo cioè ammortizzatori sociali adatti per far fronte a quella che si prospetta come una grande vertenza italiana», spiega Sabato. Il ministero del Lavoro di Luigi Di Maio ha appena pubblicato una circolare in cui autorizza la cassa integrazione straordinaria per le imprese appaltatrici di servizi di pulizia e mensa, ma non per i lavoratori che operano con i migranti. «Dopo l’accordo raggiunto per il contratto di solidarietà al Cara di Castelnuovo di Porto, non è stata prevista né cassa integrazione né ammortizzatori per la ricollocazione di queste persone», conferma Sabato. Lavoratori che forse, a questo punto, si ritroveranno a chiedere il reddito di cittadinanza. O, tutt’al più, a fare i navigator.

Carne di porco delle norme

Non potete rompere la legge SOLO DAL LATO CHE VI FA COMODO, signori. Quando la rompete, non funziona piu’.
[Uriel Fanelli]

Stavo leggendo la vicenda di Leoluca Orlando e della sua decisione di non applicare le norme del decreto Salvini.

Sinceramente: penso che stia facendo una stronzata grossa come una casa e pari stronzata la stiano facendo i tanti che stanno reggendo il bordone invitando alla disubbidienza contro le leggi ingiuste.

Cosa profondamente sbagliata; in uno stato di diritto la legge stessa fornisce gli strumenti per “contrastare” una norma ingiusta, si può chiedere alla corte costituzionale se la norma sia in accordo con la costituzione, si può chiedere al TAR di decidere se le direttive siano in accordo con le norme.

Quello che non si dovrebbe fare è decidere “motu proprio” che una norma è ingiusta e quindi decidere di non applicarla.

Ciò è sbagliato perché se si fa passare l’idea che il violare una norma percepita come ingiusta sia un atto meritorio poi con che faccia si accuserà chi fa la stessa cosa “pro domo sua”. Cioè se, per esempio, un sindaco decidesse di non far applicare nel suo comune la norma sulle unioni civili perché la famiglia è solo quella fra uomo e donna? Il sindaco si sta comportando come Orlando sta violando una norma che lui ritiene essere ingiusta; perché criticare il suo comportamento? Far passare l’idea che esistano “ideali superiori” che giustifichino il violare le norme e che tale violazione sia giusta causa di solenne encomio significa sostenere che tutto il corpus legislativo è sbagliato e che si è in guerra contro lo stato. Bene, puoi andare in guerra contro lo stato (fascista), come avevano fatto i partigiani, basta che poi non ci si stupisca che lo stato (fascista) poi si comporti da stato (fascista). Non si possono scegliere selettivamente le norme da violare, o le rispetti tutte oppure violi e prendi le conseguenze oppure scendi in guerra contro lo stato. Non puoi essere in guerra contro lo stato il lunedì dalle 09:00 alle 13:00 e fare il bravo cittadino gli altri giorni.

L’altro motivo è più sottile: come discernere una norma giusta da una norma ingiusta? Già parlare di norme giuste e di norme ingiuste è fuorviante, sarebbe meglio parlare di norme costituzionali e norme non costituzionali. Il discernere fra una norma costituzionale e una non è facile: se la corte costituzionale decide che la norma X è incostituzionale, è incostituzionale, altrimenti lo è. E chi decide sulla costituzionalità di una norma è la corte costituzionale, non di certo il sindaco di Palermo.
Ma chi deve decidere se una legge è giusta o ingiusta? Io, il sindaco di palermo? il meccanico del Dibba? Come si dice in sardegna kentu concas, kentu berritas1. Avresti cento norme fra di loro contrastanti ovvero nessuna norma. Su twitter avevo provocatoriamente chiesto se: “se è meritorio il violare leggi ingiuste, questo può valere anche per le leggi Scelba e Fiano”?
Se porti avanti il ragionamento: “le leggi giuste si rispettano a tutti i costi, quelle ingiuste si violano allegramente”, poi non stupirti se anche gli altri si comportano come te, cambiando ovviamente le leggi di interesse. Sei stato tu il primo a far carne di porco delle norme.

PS
Se il sindaco di palermo non vuole applicare una norma perché fa a pugni con la sua coscienza può dimettersi per non essere obbligato a rispettare tali leggi.


  1. cento teste, cento berretti (ognuno ha le sue idee). 

Acquarius – i miei due centesimi

Torniamo a parlare della vicenda acquarius delle accuse di traffico di rifiuti pericolosi.

Attacco

Il solito modus operandi della magistratura mediatica italiana; si annuncia l’inchiesta e contemporaneamente si fanno uscire intercettazioni e documenti per avere una condanna “morale” in processi a mezzo media che si spera anticipi quella “giudiziaria”. Con la differenza che mentre nel processo “giudiziario” hai la possibilità di difenderti nel processo “mediatico” invece questa possibilità è enormemente ridotta.

Pacifico che si tratti di un uso “barbaro” e “snaturato” del potere giudiziario. Sarebbe opportuno che chi, fino a ieri, rompeva le scatole con il “diritto di sapere” e protestava contro le leggi bavaglio si renda conto che certe norme, le “leggi bavaglio” ad esempio, non sono “ad personam” ma servono a proteggere tutti dallo sputtanamento.

Si è lottato per il diritto di sputtanare, con buona pace dell’articolo 15 della costituzione, non ci si scandalizzi se tale diritto viene usato anche da altri. Si tratta del principio dell’escalation; se tu ti doti della bomba atomica e annunci che non avrai remore ad usarla poi non stupirti se anche i tuoi “vicini” cercheranno di dotarsi di un bel arsenale nucleare.

Difesa

Penosa; se cancellassero i riferimenti all’acquarius avrei serie difficoltà a capire se sta parlando un supporter di Berlusconi; è stato usato tutto l’armamentario difensivo che veniva rinfacciato al cdx dalla magistratura ad orologeria delle toghe “verdi” ai complotti per arrivare al potere, il benaltrismo: “e allora la terra dei fuochi”, il pensare eventuali colpe altrui più gravi assolvano dalle proprie, gli attacchi delegittimanti verso la magistratura, la difesa dal processo invece che nel processo.  Ho letto le dichiarazioni di Saviano; in questa vicenda non ha nulla da invidiare ad un Ghedini dei tempi migliori.Buffo vedere gente che su twitter invoca la pena di morte per chi abbandona una buccia di banana in un bosco sbracciarsi per dire che i rifiuti contaminati da fluidi biologici come il sangue sono tutto sommato  innocui.

Conclusioni

Tanti, troppi criceti che ragionano in binario: i buoni buonissimi non fanno mai niente di cattivo ed anche il solo pensare che, almeno in linea teorica, possano fare qualcosa di cattivo è un vile attacco verso di loro, attacco che ti fa inserire immediatamente fra i cattivi cattivissimi. Mentre i cattivi son cattivissimi, tutto quello che fanno è cattivissimo e qualunque cosa vada contro di loro, è sacrosanta e, per definizione, buonissima.

 

Riace, il documento del Viminale — BUTAC – Bufale un tanto al chilo

Un buon articolo di BUTAC che fa chiarezza sulla vicenda; da notare:

A – La vicenda non è un gombloddone di Salvini; lo si può accusare di cinismo e di opportunismo, volendo anche di sciacallaggio ma le azioni poste in essere dalla magistratura e dal ministero non son sua opera diretta.

B – Nel caso Riace ci son sia peccattucci di poco conto, l’aggiornamento delle banche dati, sia azioni decisamente gravi come si può vedere nel documento del ministero pubblicato da ADN Kronos alla pagina 21. Non si tratta solo, come alcuni sostengono, di qualche timbro omesso o di un ritardo di alcuni giorni nel caricamento dei dati nelle banche dati strumentalmente utilizzato per revocare i contributi.

C – L’atto è stato predisposto, e firmato, dalla struttura amministrativa del ministero, non dal ministro, e riguarda comportamenti già segnalati come anomali nelle ispezioni del 2016 e del 2017.

Sorgente: Riace, il documento del Viminale — BUTAC – Bufale un tanto al chilo

(…)

Le irregolarità

Sono evidenziati tutti i punti in cui, a seguito di due viste di controllo, le attività sono risultate non conformi alle normative vigenti. I punti che sono stati trovati irregolari sono molti, ognuno con tutte le sue spiegazioni. Sono tante le irregolarità rilevate nelle due visite effettuate durante l’ultimo anno. Non parliamo di quelle a cui si è fatto riferimento sui giornali quando è stato posto ai domiciliari il sindaco di Riace, quelle per cui qualcun’altro si è permesso di modificare i testi delle intercettazioni, creando un falso che è stato molto virale. No, sono altre irregolarità quelle a cui si fa riferimento. L’elenco è lungo. Ve le cito in ordine di apparizione:

  • Sovrapposizioni di strutture e di operatori tra SPRAR e CAS
  • Corrispondenze tra banca dati e case date in utilizzo
  • Prolungata permanenza nel programma di accoglienza di situazioni vulnerabili
  • Mancata o tardiva registrazione dei contratti
  • Rispetto degli standard abitativi, condizione e igiene nelle abitazioni
  • Appartamenti non conformi agli standrad SPRAR ubicati in località Riace
  • Modalità distinte di erogazione del “pocket money” dei “bonus”
  • Utilizzo dei bonus
  • Affidamento dei servizi agli enti gestori
  • Proroghe delle convenzioni con gli enti gestori e bando
  • Coinvolgimento dell’associazione Welcome
  • Redazione dei progetti individualizzati per i beneficiari
  • Orientamento legale
  • Corsi di italiano
  • Formazione e qualificazione professionale e attività di accompagnamento
  • Mediazione linguistica culturale
  • Adeguata professionalità degli operatori SPRAR
  • Revisore contabile

Ne consegue che la permanenza nello SPRAR, se eccessivamente protratta nel tempo e senza una chiara programmazione sull’uscita dall’assistenza denota l’incapacità del progetto a raggiungere gli scopi suoi propri trasformandosi in mero assistenzialismo. (dal documento in oggetto NdR)

In certi casi si tratta di omissioni burocratiche, in altre di casi (a quanto pare documentati da più visite) di irregolarità decisamente più gravi. Il documento è già una risposta alle osservazioni che sono state fatte dal Comune di Riace in difesa dalle accuse. Quindi si tratta già di un documento definitivo. (…)

Prefetto, non Ministro

I punti sopra riportati ovviamente non posso verificarli con voi, ma questo è un documento ufficiale del Governo, firmato non da un Ministro, ma dal Direttore Centrale dei Servizi civili per l’Immigrazione e l’Asilo. Il prefetto Daniela Parisi. Daniela Parisi è laureata in giurisprudenza ed è presente nell’elenco dei docenti della Scuola Nazionale di Amministrazione come esperta in materia di immigrazione. Lavora al Ministero dell’Interno dagli anni Novanta. Si occupa di immigrazione da circa vent’anni, è un prefetto, non un politico salito col nuovo governo. Non mi sento di contestare le sue valutazioni. Sono sufficienti a far saltare il Modello Riace? Non lo so, ma credo sia importante ricordare che le indagini e i controlli che hanno portato a questo evolversi della situazione sono partiti ben prima dell’insediamento dell’attuale governo. Non è un qualcosa di ideato da quest’amministrazione politica. Ma sicuramente sanno perfettamente come cavalcare la situazione. (…)

reato di umanità

La vicenda di mimmo lucano sta arrivando a livelli grotteschi. La vulgata, sponsorizzata dai buoni, quelli che “non si deve delegittimare la magistratura”, stanno cercando di farlo passare per un santo colpevole del reato di umanità.

A leggere i titoli degli articoli in difesa verrebbe da avere forti dubbi sulla sanità mentale del GIP che, dopo aver scritto negli atti che mimmo è un santo disceso dal cielo, autorizza la misura restrittiva della libertà personale.

In realtà di nove ipotesi di reato ne son rimaste in piedi solo due: l’abuso in atti d’ufficio e la violazione delle leggi sugli appalti. A leggere attentamente gli articoli la vicenda diventa più chiara anche se molti giornalisti ci mettono del bello e del buono per “caotizzare volutamente il discorso”.

Questa vicenda mostra impietosamente come molta opinione pubblica, che si arrapava con gli avvisi di garanzia quando andavano verso una certa parte, in realtà non siano persone per la giustizia “giustizia” ovvero il più possibile equa ed oggettiva, ma vogliano una giustizia che dia una “giustificazione” alla loro morale. Ovvero: quello che io considero immorale deve essere anche ingiusto e reato, quello che io considero morale invece deve essere lecito, legale e benedetto.

Immaginiamo per un attimo che un sindaco leghista del profondo nord, venga indagato perché, secondo l’accusa avrebbe affidato un appalto, senza gara, ad una cooperativa di padani purosangue a discapito di una di migranti, e si giustifichi che voleva tenere “i fondi nel territorio”. Cosa sarebbe successo? Beh il sindaco di riace è indagato per lo stesso motivo: l’assegnazione di un appalto senza gara. Per la legge entrambi hanno commesso lo stesso reato e dovrebbero essere giudicati e puniti allo stesso modo. Per la morale l’uno l’ha fatto perché razzista e l’altro per tenere i soldi nel territorio. Uno è da condannare e uno è da assolvere.

Uriel aveva fatto una riflessione, che condivido, sulle differenze fra giustizia e morale

I motivi sono molteplici, e sono da ricercarsi nella differenza tra giustizia e morale. L’italiano, infatti, non vuole affatto “giustizia” come dice: vuole semplicemente “morale”, cioe’ una versione ipocrita e miserabile della giustizia stessa.
A differenza della giustizia, infatti, la morale ha alcune caratteristiche che si confanno molto all’italiano:
  • Essa ha come scopo quello di autoassolvere chi ne e’ portatore. La giustizia si limita ad associare alcuni comportamenti ad alcune sanzioni. Non ha lo scopo di assolvere, ne’ di autoassolvere. Al contrario, la morale ha come scopo (e come motivo di successo) quello di permettere a chi ne e’ portatore di autoassolversi. Cosi’, tra giustizia e morale l’italiano preferira’ sempre la morale, in quanto gli permette di autoassolversi dei reati “sotto il limite di impunita’ dei piccoli” e di ergersi a “la gente onesta”, “gli italiani perbene”, eccetera. Che , se il metro fosse la giustizia, non esisterebbero. Ma essendo il metro la morale, allora esistono.

  • La morale, a differenza della giustizia, lavora per confronto.. (…) Per la morale, invece, e’ ancora possibile dire che “la povera gente” doveva fare quelle cose, per potersi “permettere” la prima casa, e che semmai dovremmo punire chi ha commesso reati ben peggiori. La morale, cioe’, lavora per confronto: se il tuo vicino di casa e’ un assassino e tu sei un ladro, hai diritto all’impunita’ sinche’ non andra’ in carcere il ben peggiore assassino.

Ho forti sospetti che nella vicenda si voglia sostituire alla “legge” una morale che esalti i comportamenti tenuti “pro migranti”, troppi articoli agiografici e troppe beatificazioni.

Prendiamo questo articolo dell’huffpost; già il titolo è tutto un programma. è una gara di rispetto della costituzione?

Mimmo Lucano: “Rispetto la Costituzione molto più io di Salvini”
Il sindaco di Riace ai domiciliari accusa anche Minniti per la stretta sui migranti. “Salvare anche solo una persona dalla strada è il valore di fare il sindaco”

Ma il resto non è messo molto meglio

Alla notizia del suo arresto, Matteo Salvini aveva esultato dicendo: “E adesso cosa diranno Saviano e i buonisti?”. Lucano oggi gli risponde come chi intanto non ha afferrato il senso di quella parola “buonisti” e dice: “Attenzione, forse la Costituzione italiana la rispetto più io di chi si nasconde dietro le regole. La prima regola che nasce dalla Resistenza è avere rispetto degli esseri umani. Siamo tutti esseri umani, al di là del colore della pelle. Non c’è nessuna differenza”.

Giusto, ma la costituzione dice tante cose; chi deve decidere che le leggi contrastano con la costituzione è la corte costituzionale, non il sindaco. Son state sollevate le questioni di costituzionalità davanti alla corte costituzionale? E quest’ultima cosa ha risposto?

La questione è semplice: se siamo in uno stato di diritto, esistono leggi e procedure che devono essere rispettate. Se siamo in guerra civile siamo in guerra civile. Ma allora non ci si stupisca se quello contro cui dichiari guerra scende a sua volta in guerra contro di te.

Dice di non avere nulla da rimproverarsi e che rifarebbe tutto ciò che ha fatto finora. Parla di “reato di umanità” e di leggi che sono sbagliate: “Quale regolamento ho forzato? Salvare anche solo una persona dalla strada e farle avere una vita normale per me è il valore di fare il sindaco. E chi paga per Becky Moses, la ragazza morta nel rogo perché nessuno l’ha protetta?”. I matrimoni finti per favorire l’immigrazione? “Se ne parla come se si trattasse di un’agenzia matrimoniale ma c’è stato un solo matrimonio ed era vero. I rifugiati sono protagonisti del territorio ed è stato un’opportunità anche per i locali”.

E’ una questione di equità; lo stato deve essere neutrale e non far preferenze. Questo è il motivo per il quale la PA è tenuta a rispettare un sacco di procedure, ad esempio non dare affidamenti diretti ma fare gare d’appalto. Torno a quanto detto prima: un sindaco leghista che fa affidamenti diretti a cooperative del luogo “per tenere i soldi nel comune” si sta comportando bene o male? e perché?

Ad attenderlo davanti al palazzo della procura c’è Bahrae, un curdo che da vent’anni vive a Riace arrivato in Italia a bordo di quel veliero giunto sulla costa nel ’98 e che costò al sindaco Lucano il soprannome di “Mimmo u curdu” perché da allora decise di dedicarsi all’accoglienza dei migranti.

Torna e rimbomba la parola “regole”. In Procura gli hanno detto che in uno stato di diritto le leggi ci sono e vanno rispettate. Ma Lucano si appella ancora alle sue di ragioni: “Non ho nulla da nascondere. Mi

Qui ci sta bene un’altra frase di uriel: “Non potete rompere la legge SOLO DAL LATO CHE VI FA COMODO, signori. Quando la rompete, non funziona piu’.” In uno stato democratico esistono gli strumenti per cambiare le leggi ingiuste. Se invece si sceglie l’anarchia di decidere, motu proprio, quali leggi siano giuste e quali ingiuste beh da domani io considero immorale la ZTL; perché non posso accompagnare fin sotto casa la mia amica Sharon con il mio SUV senza venire perseguitato da vigili urbani fascisti?

accusano di aver fatto cose illegali ma dico anche, che la legalità era anche quella dei campi di concentramento di Hitler. Noi dobbiamo ribellarci quando le leggi sono ingiuste e capisco che non è facile perché abbiamo degli obblighi ma abbiamo anche degli ambiti cui fare passare un messaggio di
umanità altrimenti tutto a cosa si riduce? A nulla”.

Legalità è anche il rispettare i limiti di velocità, la ZTL, il divieto di sosta. Legalità è anche l’obbligo di soccorso in mare. Lasciamo che sia la “legge” a decidere cosa sia legale od ognuno fa da sé?

(…) Rivendica di non aver mai intascato un soldo. Anzi. “I miei soldi, i soldi che ho ricevuto come premio non li ho tenuti per me, li ho dati a tutti. Noi pensiamo che tutto funziona con i soldi ma per me non funziona così”. Anche al gip dice la stessa cosa: “Non ho mai guadagnato, né preso soldi da alcuno. A chi me li voleva dare ho sempre detto di devolverli in beneficenza. A Riace sono stati usati soldi pubblici solo per progetti relativi ai migranti e per alleviare sofferenze, opportunità di lavoro e di integrazione o dare una vita migliore a perseguitati o richiedenti asilo”.

Gestiti con l’accortezza del buon padre di famiglia o spesi in allegria? alla magistratura, e solo a lei, l’ardua sentenza.

 

Modello riace? /2

fonte: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2018/10/02/immigrazione-clandestina-arrestato-il-sindaco-di-riace-68-778910.html

L’Unione Sarda.it » Cronaca » Immigrazione clandestina, arrestato il sindaco di Riace

La Guardia di finanza di Locri ha arrestato alle prime luci dell’alba il sindaco di Riace (Reggio Calabria), Domenico Lucano.

Coinvolta anche la sua compagna, Tesfahun Lemlem, raggiunta dal divieto di dimora.

L’operazione, denominata “Xenia”, riguarda le ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina oltre al fraudolento affidamento dei servizi di raccolta rifiuti.

I provvedimenti sono stati eseguiti al termine di approfondite indagini sulla gestione dei finanziamenti erogati dal ministero dell’Interno e dalla prefettura di Reggio Calabria al Comune amministrato da Lucano in merito all’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo. (…)

Io ripeto la domanda che posi a suo tempo: il modello Riace funzionava perché insegnava a pescare alle persone, e poi loro si procuravano autonomamente da mangiare oppure si facevano felici le pescherie dei dintorni?

PS

Adesso mi aspetto le lamentele per la “giustizia ad orologeria” e le “toghe verdi”.

Buonismo…

Dovendo dare una definizione di buonismo direi: “buonista; persona generosissima ed accogliente con i soldi, e le risorse, degli altri”. Riguardo alla vicenda migranti e Piazza del Carmine a Cagliari, su sardiniapost è comparso tale articolo

fonte: http://www.sardiniapost.it/pronto-intervento/quel-wi-fi-spento-contraddice-lanima-generosa-luminosa-cagliari/

Piazza del Carmine fa parte del mio percorso quotidiano. In genere la costeggio soltanto, ma ogni maledetto giovedì la taglio obliquamente, quando da via Sassari scendo verso l’ingresso secondario della stazione.

Quella piazza forse non è bella: ci sono molte prostitute, giovani e tossicodipendenti; c’è qualche ricettatore che ci bazzica attorno. Io però non riesco a considerarla un posto di degrado.

Prostitute, ricettatori, tossicodipendenti E per considerarla un posto di degrado cosa ci dovrebbe essere, un SUV parcheggiato in doppia fila?

Ci sostano tanti ragazzi, neri, spesso maschi, poco più che adolescenti che si ritrovano per fare quello che i ragazzini fanno: parlare, ridere e giocare. Si riuniscono in capannelli attorno alle panchine oppure stanno in piedi, disordinati e sparsi a dirsi chissà cosa nella loro lingua. Mi capita di vederli giocare a calcio. Ogni tanto, tra un gruppo e l’altro, tra uno schiamazzo e l’altro, qualcuno è solo, in disparte, in piedi in mezzo alla piazza, o con la schiena sul muro di Caide: sguardo basso sul telefonino, a volte parla, a volte legge soltanto. Ho sempre visto nel free Wi-FI di quella piazza una specie di salvezza per quelle persone, l’unico strumento di connessione con il futuro desiderato (spesso lontano da qui) ma anche con il passato abbandonato, con gli affetti, gli amori, il quotidiano lasciato a casa, lontano.

Beh se hai i soldi per un cellulare allora hai i soldi anche per una sim con la connessione dati. Qui vedo una delle colossali contraddizioni: ok hanno il cellulare perché devono rimanere in contatto con le famiglie e bla bla bla. Però non hanno 10€/mese per una sim dati e senza il wi-fi del comune sono isolatissimi.

Ci sarebbe anche da farsi qualche domanda su che tipo di accoglienza sia una accoglienza che li lascia tutto il giorno buttati in piazza. Gli enti che si occupano di accoglienza non possono fornirgli, oltre al cibo ed all’alloggio, anche un poco di connettività per alleviare la loro solitudine? Fare qualcosa per integrarli? È questa l’accoglienza di cui tanti si riempiono la bocca?

Mi piace inciampare in quelle solitudini, nei loro sguardi assorti verso qualcosa che non riesco mai ad afferrare fino in fondo. Questa solitudine, questa fame di mondo, questa sfrontatezza che occupa le piazze me li rende simpatici, li sento affini. Fratelli spaesati, tristi e coraggiosi.

Non li definirei né “teppaglia” né “perdigiorno” e non voletemene se dico che ho difficoltà a credere che il sindaco di Cagliari abbia usato queste parole per definire quelle persone. Sono ragazzini che non hanno una casa, che non hanno un lavoro, non hanno una famiglia, non hanno prospettive.

non hanno un lavoro, non hanno una famiglia, non hanno prospettive. Giusto, qui non ci vogliono stare e cercano il più possibile di scappare dalla sardegna per andare nel resto dell’europa. E quindi cosa fare? diamogli il wifi gratis così siamo accoglienti e pazienza per tutto il resto?

Cagliari è sbocciata in questi anni. È viva ed è sempre più bella: è una città luminosa, accogliente, generosa, una città che non paura di aprire il suo porto. Fino ad oggi ha dimostrato di essere capace di abbracciare. Non era affatto scontato.

Se lo ricordi, dunque questa Cagliari – bella, pulita, profumata di mare, con il cielo rosa di tramonti e fenicotteri – che quella piazza, con quel Wi- FI, fino a oggi ha alleggerito solitudini. Non tolga una possibilità a tutti per colpa di alcuni.

E quindi cosa fare? Qui vedo il solito “topos” di tante polemiche: la soluzione scelta è sbagliata, sbagliatissima però ci si dimentica puntualmente di dire quale dovrebbe essere la soluzione giusta.

Proviamo a vestire i panni del nostro prossimo. Uno volta ogni tanto sarebbe già una grande cosa.

Una delle caratteristiche del buonista è l’empatia selettiva. Mettiamoci nei panni del ragazzo di colore. Però mettersi nei panni di chi in quella piazza ci deve stare? del commerciante che vede ridursi la clientela a causa del degrado della piazza? del residente che ha schiamazzi e risse sotto casa?

Manderesti i tuoi figli a giocare vicino a “zone di spaccio”? Vorresti vedere una rissa da vicino?  Apprezzi lo schiacciare con la ruota dell’auto una bottiglia di birra uscendo dal parcheggio? Se hai risposto no a qualcuna di queste domande è solo perché sei razzista.

E poi ci si stupisce di come mai, nonostante le tante stupidaggini fatte, Salveeny abbia molto più seguito dei partiti del “volemose bbbene”.

“Troppi migranti in piazza” Cagliari, Zedda disattiva il wi-fi – Cronaca – L’Unione Sarda.it

Son convinto che se l’avesse fatto un sindaco “leghista” ci sarebbero un sacco di commenti indignati da parte di tante persone contro il razzismo. Per fortuna Zedda è di rifondazione e quindi non ci dovrebbero essere troppi attacchi “dagli al fascista” tranne che dai puri ancora più puri che vogliono epurare.

In quella zona ci passo di frequente e devo dire che la piazza era piena di migranti attaccati al cellulare e presentava i soliti problemi: spazzatura e degrado, delle zone ridotte a bivacchi. Oltre ad avere un presidio “semipermanente” di polizia e carabinieri.

Molti evitavano di passarci con gli ovvi danni del caso per i commercianti, ed i locali della zona; il dover attraversare un “bagno pubblico” per andare a mangiare non ti invoglia di certo ad andare in certi locali.

I grandi pipponi moralistici sull’antirazzismo son belli; però quando devi scontrarti con la realtà e i connessi problemi di ordine pubblico.

Sorgente: “Troppi migranti in piazza” Cagliari, Zedda disattiva il wi-fi – Cronaca – L’Unione Sarda.it

Dalle parole ai fatti: dopo aver annunciato in Aula di eliminare il wi-fi da piazza del Carmine e da piazza Matteotti, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha effettivamente fatto spegnere la “rete” sfruttata da tanti stranieri che frequentano la piazza a pochi passi dal Comune e dalla stazione.

“Sono iniziative concordate con le forze dell’ordine al tavolo della sicurezza in Prefettura”, ha chiarito Zedda.

Soddisfatti i commercianti della zona: “Un primo passo verso la riqualificazione delle due piazze”, hanno sottolineato.

Inevitabili i commenti negativi tra i giovani migranti: “Assurdo. Penalizza anche i cagliaritani e i turisti”. Il problema era stato sollevato durante l’ultima seduta del consiglio comunale, riservata al question time, con le interrogazioni dei consiglieri Federico Ibba e Pierluigi Mannino.

I due – che si sono detti molto soddisfatti dalla risposta – hanno denunciato recenti episodi di violenza ai danni di commercianti tra via Sassari e piazza del Carmine e di degrado in generale, come il caso del vicolo dietro il Tar che viene utilizzato come toilette da decine di persone.

Tra le varie soluzioni dunque il primo passo è stato spegnere il wi-fi.

Decisione destinata inevitabilmente a far discutere.

E la solita discussione sarà fra quelli che si son rotti le scatole di vivere in zona degradata e quelli che vogliono tanto che gli altri siano accoglienti e che, per non prendersi accuse di razzifascioleghismo, accettino tutto quel degrado.

Con il solito risultato di dar l’impressione, alquanto fondata, di essere i soliti ipocriti del “armiamoci e partite”.

Da notare comunque come quando si presenta, realmente, il problema dell’ordine pubblico spesso i sindaci, quale che sia il partito di origine, tendono a prendere decisioni molto simili.