Ripubblico un mio vecchio articolo in cui ragionavo su come una scuola che promuove tutti indistintamente e non premia il merito finisca per sfavorire le classi basse togliendo loro una possibilità per emergere. Aiutarle non significa dar loro un inutile pezzo di carta ma far sì che possano anche loro partire allineati ai blocchi di partenza e non con 100 metri di svantaggio.
ovvero di come una scuola non selettiva neghi al povero la possibilità di migliorare il suo stato sociale.
Sul fatto si discuteva della proposta di Giavazzi ed Alesina, ripresa poi da Trento, di alzare le rette universitarie, aggiungendo un sistema di borse di studio per incentivare i meritevoli e di rendere l’università maggiormente selettiva.
Alla proposta è partito il solito codazzo di proteste: diritto alla cultura… costituzione… il figlio del povero operaio sfruttato… l’ascensore sociale sbroc. sbroc.
In realtà quello che impedisce al povero figlio dell’operaio di salire, se capace, sull’ascensore per arrivare ad un piano più alto di quello di partenza è proprio una scuola non selettiva ed una università iperfacilitata che regala titoli a tutti. Si immagini il titolo di studio come un “certificazione di qualità”; la persona che ha quella certificazione ha delle capacità garantite, ad esempio, nel caso di quelle informatiche, l’attestato di certificazione dimostra che la persona che l’ha conseguito conosce ed è in grado di utilizzare professionalmente la tecnologia oggetto della certificazione.
Immaginiamo adesso che la ACME conceda certificazioni di qualunque tipo a chiunque le paghi. Che valore avrebbe una certificazione ACME ? A parte il certificare che ti puoi permettere di pagare la ACME, praticamente nessuno.
Allo stesso modo se una scuola promuove cani et porci, chi deve assumere e cercare personale, visto che la ricerca del personale e i colloqui costano(1), scarterà in automatico qualsiasi diplomato in quella scuola.
Il ragionamento può sembrare cinico ed antimeritocratico, ma in primo luogo chi deve assumere e chi mette i soldi ha tutto il diritto di scegliere le scuole che più gli aggradano; se nell’istituto X su 100 diplomati 80 sono farlocchi, mentre nell’istituto Y su 100 diplomati gli incompetenti che conseguono il titolo sono solo 20, a qualsiasi azienda converrà esaminare prima i diplomati dell’istituto Y visto che un proveniente dall’istituto Y ha meno probabilità di essere un incompetente(2).
Questo per quanto riguarda i privati; nel caso del pubblico oramai il vizio di aprire finestre per far entrare gente è stato notevolmente ridotto. La via maggiormente battuta è la porta principale del concorso pubblico. E se non sai, anche se hai il titolo rilasciato dalla scuola X, vieni scavalcato da chi ha studiato in scuole più serie.
Quindi a chi serve una scuola stile X che concede titoli a tutti ? solamente al ricco ignorante che si trova ad avere lo stesso in mano lo stesso titolo con lo stesso punteggio di un povero colto. Però il ricco può utilizzare altri sistemi per trovare opportunità di lavoro: conoscenze della famiglia in primis. Mentre un povero avrà si il titolo ma difficilmente, se il titolo è non selettivo, troverà serie opportunità di lavoro. E nei concorsi dovrà lavorare molto autonomamente per integrare la propria preparazione.
Vediamo adesso un esempio di una ipotetica azienda che deve assumere un dipendente; dipendente che obbligatoriamente deve avere uno specifico titolo di studio. Ci sono due candidati, il figlio, ricco, di un amico del direttore e il figlio di un operaio. Il direttore, in caso di parità di titoli sceglierà il figlio dell’amico. Supponiamo che ci sia il 50% di possibilità di essere competente e il 50% di non esserlo, ovvero essere ignorante.
Caso A, scuola non selettiva, titoli a tutti siano essi competenti o ignoranti.
(P povero. R ricco, C competente, I ignorante)
[1A] RC vs PC –>siccome sia il povero che il ricco hanno lo stesso titolo e le stesse capacità, il ricco verrà scelto.
[2A] RC vs PI –> non c’è storia, vince il ricco.
[3A] RI vs PC –> siccome sia il povero che il ricco hanno lo stesso titolo, quindi non è palese l’ignoranza del ricco, il ricco in ogni caso avrà il lavoro. Poi che lo mantenga è un altro paio di maniche.
[4A] RI vs PI –> siccome sia il povero che il ricco hanno lo stesso titolo e le stesse (in)capacità, il ricco verrà scelto.
Nel caso A il povero sia esso meritevole o incompetente non ha possibilità di avere da subito il lavoro.
Vediamo adesso il caso B, una scuola selettiva, ovvero se sei ignorante non consegui il titolo.
[1B] RC vs PC –>siccome sia il povero che il ricco hanno lo stesso titolo e le stesse capacità, il ricco verrà scelto.
[2B] RC vs PI –> Non c’è storia neanche stavolta.
[3B] RI vs PC –>Il ricco non ha il titolo, quindi è palese l’ignoranza del ricco. Siccome il titolo è richiesto il ricco verrà scartato ed il povero verrà scelto.
[4B] RI vs PI –>Nessuno dei due ha il titolo, entrambi scartati.
Nel caso A il povero, sia esso competente o ignorante non ha possibilità di ottenere il posto da subito, potrebbe sperare, nel caso ricco incompetente, che questo venga scartato (o destinato ad altre mansioni) in un secondo tempo. 0% di possibilità per il povero, viene sempre scelto il ricco.
Nel caso B il ricco preparato ha il 100% di avere subito il posto. Il povero preparato ha il 50% di possibilità di averlo subito, se consideriamo equiprobabile che il ricco possa essere preparato o incompetente. Gli incompetenti, siano essi ricchi o poveri, non hanno possibilità.
Abbiamo avuto un aumento del 50% delle opportunità per il povero meritevole a discapito del ricco non meritevole, che vede passare le sue possibilità di assunzione immediata da 100% a 0%.
Sì, nella meritocrazia ideale il ricco meritevole ed il povero meritevole dovrebbero giocarsela 50% a testa, purtroppo il mondo non è perfetto. Ma, a meno che non abbia una sfortuna degna di paperino, il povero meritevole non è detto che si trovi sempre contro ricchi meritevoli. Comunque per il povero meritevole passare da 0% a 50% di probabilità di essere assunto immediatamente è un aumento di possibilità non indifferente.
Conclusione: una scuola selettiva che blocchi i non competenti favorisce i poveri e meritevoli in quanto blocca i non meritevoli siano essi ricchi o poveri. Una scuola non selettiva, che promuove cani et porci, non favorisce i poveri e meritevoli in quanto occulta il loro merito (il titolo l’hanno tutti e quindi non è palese l’incompetenza).
Ecco perché considero utile il numero chiuso all’università e sono per i test preselettivi(3) per l’accesso ai corsi di laurea.
PS
Se il problema è semplicemente il permettere a chiunque di usare il titolo di dottore basta una legge che reciti:
Chiunque abbia superato il ciclo di istruzione elementare verrà proclamato “dottore elementare” e potrà a norma di legge usare il titolo di dottore e il dott. davanti al nome.
(1) Il personale che parla con voi del vostro CV è pagato dall’azienda, il tecnico che chiacchiera con voi di tecnologia e cerca di stabilire quanto ci sia di vero nel vostro CV è pagato, e spesso abbastanza, dall’azienda. E queste persone quando parlano con voi non stanno a fare, nel caso dei tecnici, il loro lavoro. Ecco perché i colloqui si concentrano solo sulle persone che hanno un CV interessante, non infarcito di pesanti buzzword e con esperienze reali dimostrabili.
(2)Un mio docente alle superiori aveva raccontato che nel periodo immediatamente successivo al ’68, in molti annunci di lavoro era scritto: cercasi laureato in qualocosologia ed il titolo non dovrà esser stato conseguito nelle università A, B, C. Dove A, B, C erano le università che usavano il 18 politico e gli esami di gruppo.
(3) I promossi all’esame di maturità sono puntualmente più del 98% dei candidati. Se si escludono i privatisti la percentuale va oltre il 99%. Il vero esame di stato sono gli esami per l’accesso all’università.