Stavo leggendo la vicenda della Lucarelli e dell’aborto; che dire? la vicenda mi sembra aggiunga squallore a squallore.
Sarò malfidente ma penso che queste storie siano funzionali a diventare, come ad esempio la Murgia, chef Rubio o Balotelli, un intellettuale antisalviniano DOC e godere della rendita di posizione, comparsate e presenza sui media con interviste in ginocchio, che essa comporta.
Sorgente: Selvaggia Lucarelli choc: «Ho abortito, più di una volta. Salvini, usa me per la tua propaganda»
Da Selvaggia Lucarelli, sul sito TPI, arriva una confessione choc sull’aborto, replicando a Matteo Salvini che pochi giorni fa, domenica al Palazzo Congressi dell’Eur a Roma, era intervenuto sui temi della sanità. La giornalista e volto tv, responsabile della cronaca e degli spettacoli della testata online, ha detto di aver abortito in passato, anche più di una volta: «Ho abortito. Volontariamente. Più di una volta. Due o cinquanta, sono fatti miei», scrive la Lucarelli.
«In realtà anche quello che nella vita ho deciso di fare del mio corpo erano fatti miei, finché ho sentito che non lo erano più. Cioè quando Salvini, come sua abitudine, ha parlato di ciò che non sa, con l’unico e consueto scopo di usare qualcuno per colpire qualcun altro. In questo caso le donne, e già che c’era le donne straniere, perché lui nel colpire i soggetti più deboli ha una mira intrepida, che sa quasi di eroico».
Mi è venuta in mente la moda del #metoo, quando un sacco di donne ricordarono, quasi contemporaneamente, stupri e molestie avvenute anni ed anni addietro ed andarono a raccontarle urbi et orbi, e tante trasmissioni che le ospitavano con intervistatori che lisciavano la coda invece di porre la fatidica domanda: “perché proprio adesso?” Non vorrei che adesso il ricordare aborti fatti, o immaginati, diventi una moda e tante partecipino per avere visibilità come avvenuto con la moda degli stupri e delle molestie.
La figlia di una mia amica, finita incinta a 16 anni, era intenzionata ad abortire, poi ha deciso di tenere il bambino, Posso dire, da quello che ho visto, è che se avesse voluto abortire non avrebbe avuto difficoltà, quello che ha agghiacciato lei, ed anche la madre, era l’essere considerata un numero, che nessuno capisse il suo dramma, sembrava, al consultorio, che le parlassero dell’eliminazione di un foruncolo.
COSA AVEVA DETTO SALVINI «Abbiamo avuto segnalazione – aveva detto Salvini – che alcune donne, né di Roma né di Milano, si sono presentate per la sesta volta al pronto soccorso di Milano per l’interruzione di gravidanza. Non è compito mio né dello Stato dare lezioni di morale, è giusto che sia la donna a scegliere per sé e per la sua vita, ma non puoi arrivare a prendere il pronto soccorso come la soluzione a uno stile di vita incivile», aveva aggiunto l’ex ministro dell’Interno.
Erano fatti miei, e infatti non lo sapeva nessuno, neanche chi pensava di sapere tutto di me. Ma ci sono temi che sono di tutti e sui quali non va permesso a Salvini di fiatare. Uno di questi è l’aborto e il mio, il nostro diritto inattaccabile di decidere.https://t.co/RehNnLJeHD
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“USA ME SALVINI, DIMMI CHE HO STILE DI VITA INCIVILE” «Potrei controbattere – sottolinea la Lucarelli – che delle infermiere che spifferano nell’orecchio al politico di turno quante volte le loro pazienti hanno abortito, specificandone la nazionalità, non andrebbero citate ai microfoni, andrebbero rimosse dal loro posto e mandate a fare un mestiere che non abbia a che fare con l’umanità e la cura degli altri, che non è solo applicare una flebo o misurare la febbre. Potrei andare avanti all’infinito, nel dire quanto di cretino e irriflessivo ci sia in queste considerazioni di Salvini, ma mi pare più importante altro. Ed è invitarlo a usare me. Usa me, Salvini», afferma la giornalista che prosegue: «Sono donna. Sono italiana. Dillo a me che ho uno stile di vita incivile. Vieni a farmi la morale o a insegnarmi cosa debba fare della mia vita e del mio corpo. Spiegami, magari, anche come mi debba sentire, come e se mi possa auto-assolvere, spiegami i miei peccati».
Una piccola nota, si può sempre parlare del peccato ma mai del peccatore, quelle infermiere non hanno violato nessuna regola di deontologia professionale e umana, da notare comunque come l’intelligenza con “il nemico” sia da punire immediatamente con la fucilazione alla schiena.
Per il resto la domanda che vorrei venisse posta è una domandina banale: perché si è arrivati all’aborto? Perché non son stati utilizzati altri metodi contraccettivi? Non stiamo parlando di una straniera ignorante succube del marito ma di una donna italia che dovrebbe essere consapevole ed emancipata. Ma penso che tale domanda non verrà posta, pochi giornalisti hanno il coraggio di interrompere le litanie per porre domande “scomode”. Temo che la domanda più difficile sarà: qual è lo smalto più abbinato per dire “salvini cacca pupù”?.
«Spiegameli – scrive Lucarelli – mentre stringi il rosario della Beata Vergine Maria, mentre accarezzi i bambini dal palco di Bibbiano, mentre ti fai portavoce della Madonna di Medjugorje. Mentre ti trasfiguri e noi peccatori ci soffiamo il naso nelle tue vesti candide. Non ti aspettare però che piagnucoli, che ti parli di quanto sia doloroso abortire. Di cosa significhi emotivamente, del perché sia successo e del perché sia successo più di una volta. Questi, perdona il lirismo, restano cazzi miei».
Qui si tira il sasso e si nasconde la mano. Cioè se tu stessa metti in piazza allora metti in piazza tutto altrimenti l’impressione che si da è che sia il solito aneddoto inventato da strumentalizzare politicamente.
«Usa me, Salvini, se proprio vuoi giudicare. Me che non sono una straniera magari buttata sulla strada da qualcuno, me che ho potuto studiare, che non vengo dalla cultura dei dieci figli come benedizione e che ho avuto una vita facile». «Usa me per la tua propaganda – conclude la giornalista – se hai coraggio. Giudica il mio stile di vita. Io non giudicherò il tuo. Giudico il tuo stile nel fare politica. Che è quello- sempre- di chi ogni giorno prova a rosicchiare qualcosa dei diritti fondamentali di tutti noi. E tutto questo, purtroppo, è tanto tragico, quanto chirurgico. Come un aborto».
Mi sembra che qui ci sia un secondo bigottismo, oltre quello cattolico, che impedisce di porre in campo azioni contro il ricorso all’aborto. Per me l’aborto rimane un diritto della donna anche se penso che sia meglio intervenire prima con serie campagne di formazione alla contraccezione ed alla sessualità consapevole. Però se si inizia a vedere tali campagne non come campagne per ridurre ma come campagne contro il diritto all’aborto ovvio che anche il bigottismo femminista, e non solo quello religioso, concorrerà a mettere i bastoni fra le ruote.
Io son d’accordo con salvini, penso che ricorrere più volte all’aborto significa anche che non si è pensato alla contraccezione ed al prendere precauzioni prima. Finire ad abortire sei volte significa che, alla seconda volta, non ti hanno fatto un discorsetto sulle precauzioni, significa, imho, tenere comportamenti poco accorti che espongono a rischi evitabili.
PS
se qualcun* pensa che solo un* donn* possa parlare di aborto tenga a presente questa strip.


“Sono contrario all’aborto”
“Uh, scusa, bellimbusto, ma solo le donne hanno diritto ad una opinione sull’argomento”
… (arrabbiandosi)
“Hai appena dato per scontato il mio genere??!?!”