Avvisi di linguaggio non politicamente corretto…

Su twitter sta girando questa immagine, si tratta della prima pagina della raccolta delle “critiche” di Immanuel Kant, opere che per la filosofia hanno la stessa importanza del “liber abaci” per la matematica.

fonte dell’immagine: http://www.openculture.com/2014/03/publisher-places-a-politically-correct-warning-label-on-kants-critiques.html

Il disclaimer recita:

This book is a product of its time and does not reflect the same values as it would if it were written today. Parents might wish to discuss with their children how views on race, gender, sexuality, ethnicity, and interpersonal relations have changed since this book was written before allowing them to read this classic work.

Una sua traduzione potrebbe essere: “questo libro è un prodotto del suo tempo e non riflette gli stessi valori che avrebbe se fosse stato scritto oggi. I genitori potrebbero voler discutere con i loro figli di come le idee su razze, generi, sessualità, etica e rapporti interpersonali sono cambiati da quanto questo libro è stato scritto prima di permettere loro di leggere questo classico.

Adesso io non so se è un fake fatto solo per trollare, cosa che spero fortemente, o se è un libro realmente pubblicato.

Se fosse vero ci sarebbero da fare alcune serie riflessioni. Per una persona “non ignorante come una capra” dovrebbe essere scontato che un’opera scritta al tempo X generalmente rifletta il comune sentire dell’epoca X e non dell’epoca Y con Y >> X (“>>” si legge molto maggiore); anche “l’occhio per occhio, dente per dente” della legge mosaica oggi può sembrare barbaro ma contestualizzato all’epoca ove Lamech si vantava “Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido.” è una conquista di civiltà visto che pone proporzionalità fra l’offesa e la punizione. E le “critiche” di Kant non son quel libro che, normalmente, viene acquistato da persone ignoranti come una capra.

Da notare anche che le “critiche” di Kant non son di certo le favole della buona notte da leggere ai bambini o testi che prendi per svagarti, quindi perché quel disclaimer? Pensano che le persone a 17/18 anni siano fragilissime da poter venire offese dal pensiero di Kant e che abbiano bisogno del sostegno dei genitori per leggerlo?

La risposta, sconfortante, che mi darei è che qualcuno prendesse qualche frase, magari anche avulsa dal contesto del paragrafo, e la usasse per dimostrare che Kant era un nazipedoterrosatanista patriarcale omofobo etc. etc. e che quindi è meritevole di damnatio memoriae e della distruzione di tutte le sue opere…

A dirlo sembra di dire assurdità degne del peggior gombloddista paranoico, poi cerchi su google qualche notizia sulla vicenda e trovi questo (il guardian, SX), questo (telegraph DX) e questo (il giornale);

Penso che questa storia del politicamente corretto e dell’evitare il linguaggio di odio stia letteralmente sfuggendo di mano; oramai nei social anche un semplice: “io non son d’accordo per questo motivo”, anche se espresso in maniera corretta e correttamente argomentato, viene dipinto come un brutale attacco verso la persona, con la logica conseguenza di chiedere la censura per chi dice o scrive cose che possono suonare sgradite. Talvolta nei social si scatenano guerre tra bande fra chi di dx si diverte a segnalare, anche a sproposito, messaggi di sx e viceversa. E il bello è che i fan della censura, quando tocca a loro, frignano forte, molto forte.

PS

Una regola aurea di internet ai primordi era: “se non ti interessa è un tuo diritto non leggerlo e filtrare l’autore in maniera tale da non vedere i suoi messaggi, non è un tuo diritto “chiudere il becco” agli altri.” Il ban veniva usato solo nel caso di comportamenti realmente scorretti e fastidiosi come lo spam o l’abuso di messaggi platealmente fuori tema.

Sinceramente preferivo la vecchia rete, libera, dove eri tu a dover filtrare i rompi@@, i fanatici della politica, gli esaltati, ad una nuova rete “asilo zucky” dove si può fare solo quello che zucky vuole…

Vaccini, i miei messaggi censurati

Talvolta commentando mi capita che messaggi vengano censurati; non è mia abitudine mettermi a piangere sul moderatore anche perché in casa d’altri si fa quello che vuole il padrone di casa.

Se i miei messaggi non son graditi, non son tenuti a pubblicarli.
Però siccome io li ritengo interessanti li posto comunque in questo messaggio.

Discussion on Il Fatto Quotidiano 390 comments
Decreto vaccini, non permetterò che sforacchino il braccio di mia figlia

Shevathas -> Antonio_X75 2 hours ago
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la confutazione è semplice: perché invece di fare un discorso “statistico” rischi/benefici della scelta “vaccino” contro rischi/benefici della scelta “non vaccino”, ragionamento che mi aspetterei da uno statistico, si parla del sistema usato per imporre i vaccini?

Shevathas -> Roberto Ga****i 2 hours ago
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in effetti no; ma per questo serve la statistica: quale è il rischio, inteso come eventi gravemente avversi a causa del vaccino e qual’è il rischio di complicanze del morbillo?
Il primo è circa 1 su 1.000.000, l’altro 1 su 10.000.
Quale dei due rischi converrebbe correre?

Shevathas -> DDL 3 hours ago
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Che poi con le statistiche è anche facile mentire
https://it.wikipedia.org/wiki/Mentire_con_le_statistiche

Discussion on Il Fatto Quotidiano 457 comments
Vaccini, obbligare è fascismo sanitario

Shevathas -> Facebook User Stefano F*** 2 hours ago
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il vaccino è essenzialmente prevenzione. Vaccinare quando c’è in corso una epidemia è inutile, un poco come il pretendere di collegare il salvavita all’impianto elettrico quando c’è qualcuno che sta già friggendo attaccato ai fili.
Il vaccino non serve per curare l’emergenza, serve per evitarla.
E la costituzione parla solo di non violazione dei limiti della dignità, paragrafo poi pensato più per i TSO psichiatrici che per i vaccini, non distingue fra trattamento di prevenzione e trattamento medico di cura.

Shevathas -> MarcoRMonti 3 hours ago
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siamo in due.
Btw questi “intellettuali illuminati” non si rendono conto che chiamare “fascista” qualsiasi cosa non vada a genio è il modo migliore per sdoganare il fascismo, altro che le pagliacciate di Casa Pound o similari.

 

Fake nius e pessime leggi.

Si può contrastare la circolazione online di notizie false e contenuti inneggianti all’odio? La risposta, praticamente unanime in tutto il mondo, è: si deve. La grande incognita rimane il come, mentre ci si muove sul sottile e delicato confine fra protezione degli utenti e tutela della libertà di espressione in Rete. L’Italia adesso ha una proposta di legge per (provare a) sanzionare con multe fino a 10 mila euro e reclusione fino a due anni chiunque pubblichi o diffonda in Internet (ma non su testate giornalistiche) «notizie false, esagerate o tendenziose» o si renda responsabile di «campagne d’odio». Il testo con prima firmataria Adele Gambaro del gruppo Ala-Scelta Civica, ed ex Movimento 5 Stelle, è stato presentato ieri in Senato con sottoscrizioni bipartisan.

fonte: corriere.

Sinceramente, fuffari e cazzari vari mi stanno cordialmente sulle balle, ma penso che quella proposta sia per una legge inutile, censoria e controproducente. Inutile per tre motivi: il primo è che già esistono leggi che puniscono la diffusione di notizie false e tendenziose (art 656 c.p.), la diffamazione, la calunnia, l’esercizio abusivo della professione medica. Volendo intervenire gli strumenti legali per perseguire antivax e fuffari vari ci sono.

Il secondo motivo è che rimane facilmente aggirabile: il cherry picking di notizie vere ricade in quella fattispecie di reato? Io nel mio sito parlo solo di femminicidi, solo casi scelti, facendo intendere in maniera implicita che siano solo la punta dell’iceberg, commetto reato? Parlo di incidenti nucleari non parlando magari di mille altri incidenti legati ad attività industriali o di produzione di energia. Parlo del caso, reale, di Pippo che ha ricevuto danni da vaccino. Danni riconosciuti e risarciti da una commissione medica del ministero della sanità. Son tutti casi in cui uso il sito come “lente distorcente”, però come dimostrare la malafede? Per far giungere la gente a conclusioni false spesso son più utili le mezze verità opportunamente scelte che le balle clamorose.

Faccio un esempio con i vaccini; io qui pubblico una lista di casi in cui il vaccino ha realmente causato danni, danni riconosciuti da una commissione medica del ministero della sanità e pertanto da esso risarciti. E’ una notizia falsa? No, carte alla mano posso dimostrarne la verità. Può maliziosamente indurre le persone a ritenere che il vaccino possa essere più pericoloso del reale? Certo, senza ombra di dubbio. Si può dimostrare tale uso malizioso? Difficile, potrebbe sembrare un processo alle intenzioni; poi se passa l’idea che Tizio sia perseguibile perché Caio trae conclusioni “sballate” si arriva all’assurdo di non poter dire nulla per terrore che qualche fesso fraintenda.

E il terzo è legato alla struttura di internet; siccome la rete è trans nazionale, se io pubblico le mie notizie su un sito Russo o Turco o di qualche altro paese? come scoprire chi scrive nel sito veritavaccini.inv? rogatorie internazionali? E se le notizie vengono pubblicate da prestanome? I testi, delle fake news, vengono scritti da Mario Rossi e mandati a Ivan Drago che li pubblica lui a suo nome sul suo, di Ivan, sul suo sito russo? Chi commette il reato? Mario che manda una comunicazione privata a Ivan o Ivan che pubblica al mondo?

Per non parlare dei link; commette reato anche chi pubblica link alle pagine incriminate? fino a che livello di link si può arrivare? Tizio pubblica: “reato”, Caio pubblica un riferimento al sito di Tizio, anche questo è reato? Sempronio pubblica un collegamento al sito di Caio, sito che indicizza anche i contenuti di Tizio; commette reato anche Sempronio? Finirà che la legge verrà applicata “mentula canis” causa numero eccessivo, e praticamente impossibile da gestire, di persone e siti da controllare. Sinceramente una legge “praticamente inapplicabile” che quindi si presti ad applicazioni “ad arbitrio” la ritengo molto più pericolosa dell’assenza di una qualsivoglia legge.

Da notare anche che la legge “esclude” la stampa; domanda: e se io rilancio un articolo “fuffa” pubblicato da un quotidiano?

Censoria perché pretende il solito codazzo di regole e regolette di identificazione con pec ed altro, burocrazia inutile. Servirà ad ingessare la rete italiana e basta, nulli benefici e molte più inutili rogne. Poi non ci si stupisca se i contenuti migrano all’estero ed in italia come contenuti si avranno solo gattini e bimbominkiate.

La cura è molto, ma molto, peggio della malattia. La cura ideale dovrebbe essere la cultura che ti permette di capire i contenuti e riconoscere a colpo sicuro la fuffa, l’ideale sarebbe rendere più colta, realmente più colta no titoli regalati e no divise da “placcato cultura”, la popolazione. Ma ciò è, ovviamente, molto più difficile e molto più rompiscatole che tirar fuori una ennesima sequenza di divieti.

 

Esistono le idiozie su FB, una scoperta clamorosa.

Una amica mi ha segnalato questo articolo dell’espresso; devo dire che mi ha lasciato alquanto perplesso. Non tanto per i contenuti quanto per il tentativo di spettacolarizzare e scatenare un poco di indignazione per acchiappare qualche click. Sinceramente mi è sembrato un articolo sulla scoperta dell’acqua calda.

Sorgente: Stupro su Facebook, ecco cosa si dicono gli uomini che umiliano le donne – l’Espresso

Sono tutti gruppi Facebook chiusi, a iscrizione e l’unico modo per introdursi è quello di fingersi uno di loro. Un “vero maschio” che parla come un giornale porno anni ‘70 e per cui la parità tra i sessi è la più grande mistificazione.

Partiamo dall’inizio: i gruppi su FB spesso vengono chiusi per evitare spammer, provocatori, gente che si crea un profilo falso e piomba a rompere i coglioni. Molti gruppi cui partecipo sono chiusi, sia quelli di scazzo dove si perculano i complottari e fuffaroli assortiti, sia quelli “seri” ove si discute di meteorologia o del traffico cittadino. La chiusura di un gruppo non è ipso facto prova di attività illecite all’interno del gruppo.

A inizio anno è stato rimosso il gruppo francofono Babylone 2.0: migliaia di uomini vi condividevano foto delle loro presunte conquiste, corredate da testi oltraggiosi e sessisti. La notizia ha fatto il giro del mondo. Ma di gruppi simili ne esistono a decine soltanto in Italia. Nascono e rinascono in continuazione. Uomini che umiliano le donne sfruttando l’effetto gogna sconfinata dei social network. Uomini che bersagliano le donne con epiteti rancidi e vili. Quando le nostre mogli, figlie, amiche sono al mare o in palestra, in ufficio o alla stazione, un numero considerevole di insospettabili sta lì a fotografarle di nascosto per riversare le immagini sul loro Facebook parallelo. (…)

Comincia il minestrone: il reato maggiore è l’utilizzo di immagini di una persona senza la sua autorizzazione, nel dire stupidate come “me la farei” oppure “ma che belle tette che ha” o raccontare qualche scena da “porno degli anni ’70”, difficilmente penso ci sia qualcosa da codice penale.  Chiariamo: il problema qual’è la foto o i commenti? Se la foto fosse quella di una diva o di una pornostar i commenti sarebbero più o meno gravi? Io il grave lo vedo nell’usare foto di persone a loro insaputa più che nello scrivere cojonate.

In un gruppo dal nome tragi-grottesco (Seghe e sborrate su mie amiche) Giovanni S. un ragazzo piemontese dall’aria perbene, posta l’immagine di una ragazza comune in jeans e canotta che commette però l’impudenza di sorridere: “Labbra da pompinara da riempire” è il suo pensiero istantaneo. Come se la sua unica colpa fosse quella di essere una donna: una merce sempre in fregola e sempre in saldo sotto la scorza di fuorviante normalità. Qualche tempo fa lo stesso Giovanni aveva condiviso un articolo sul suo account personale Facebook che sensibilizzava contro la violenza sulle donne. Oppure sono scatti privati, inviati in buona fede ma dati poi in pasto con l’inganno a una marea di sconosciuti. (…)

Non capisco sinceramente questa frase; che cosa c’è di male ad avere fantasie erotiche verso una donna ed esprimerle in maniera volgare. Si parla di gruppi di scazzo in cui commenti immagini non del circolo letterario dei poeti del dolce stil novo. Capisco che la volgarità possa dare fastidio ma  di per sè non è mai un reato. Il reato nel caso, lo ripeto, son le molestie, le calunnie, l’uso di foto di persone senza autorizzazione alla loro pubblicazione.  Il fare un commento volgare ad una foto ti rende ipso facto uno stupratore? mah. Senza considerare che esistono anche donne cui piace farsi guardare e son loro a pubblicare le loro immagini. Certo questo rompe lo schema “donna angelo vs uomo demone assatanato” propugnato da molti e da molte.

Poi se ampliamo poco poco lo sguardo staccandolo dalle volgarità dei maschietti verso le femminucce si trova che FB è pieno zeppo di volgarità da parte di tutti verso tutti, dai gruppi di paranoici contro le scie chimiche che “sputtanano” malcapitati come lacché del NWO e implicati nel grande gombloddo globale, a gruppi di tifosi dove lo sport è lo sfottò, talvolta anche pesante, verso i tifosi delle altre squadre a gruppi di femministe radicali che, a livello di volgarità rabbia e astio da tastiera, non hanno nulla da invidiare ai gruppi denunciati dall’espresso. Basta leggere alcuni dei messaggi lasciati durante il caso di fortezza da basso a firenze; ove sei ragazzi accusati di stupro vennero assolti perché l’accusatrice venne riconosciuta, dalla corte, consenziente e nella sua deposizione vennero riscontrate troppe incongruenze e troppe contraddizioni per essere ritenuta credibile.
O parliamo di Caterina Simonsen e di quanto venne insultata in certi gruppi di animalari.  Piaccia o no l’idiozia è una delle cose più equamente distribuite nel mondo, e se scavi poco poco su FB ne trovi tanta quanta ne desideri.

(…) Certe volte la molla scatenante è invece una turpe vendetta da consumare gettando fango su qualche vecchia fiamma. Qui siamo dalle parti del “revenge porn”, come nel drammatico caso di Tiziana Cantone. In La esibisco, foto amatoriali e avvistamenti (un’altra stanza Fb blindata amministrata da Sabatino B, autotrasportatore di Civitavecchia e Pietro M, catanese con tatuaggi e sopracciglia ad ali di gabbiano) si produce, ad esempio, Marco Claudio: “E che ne dite di questa che per otto anni me la sono scopata? Se c’è qualcuno interessato, in privato posso dire dove può trovarla”. La cessione di un diritto feudale.

Ci spostiamo nel gruppo Mogli e fidanzate Napoli esibizioniste e troie, 15 mila fedelissimi. Ralph M. mette all’asta sua sorella e i convenuti intraprendono la consueta geolocalizzazione del tesoro. Perché il fine ultimo è la caccia reale alla preda. Si cerca perciò di carpire le generalità dell’ignara protagonista di turno: le sue abitudini, il suo indirizzo. E dall’abuso verbale alla violenza fisica, il passo può essere breve.

Il revenge porn è un reato. Le molestie sono un reato. Lo “sputtanare” pubblicamente è un reato. Reati che esistono da prima di FB, ricordo tanti casi di vendette con scrittura di numero di telefono nei cessi. Si tratta di reati ed è giusto che vengano perseguiti, nessuno lo nega.

Andrea P. è un habitué del gruppo Giovani fighette per porci bavosi (11 mila membri) e carica il file jpeg di una ragazza castana in costume sul letto: “Altra bella fighetta” è il suo contrassegno da gentleman. Daniele minaccia: “Io la rompo una cosi”. Un altro: “Per i capelli: bocca aperta, pene fino in gola”. E la fantasia di stupro è servita. (…)Tanto basta a fomentare gli animi. E c’è chi vomita oscenità da bagno pubblico all’indirizzo fotografico di ragazzine che paiono minorenni.

Esistono le fantasie di stupro e le fantasie di violenza ma una cosa è l’avere una fantasia di stupro altro è il compiere realmente uno stupro. Come quelli che si sfogano nei FPS oppure giocando a softair, non è detto che un appassionato di doom poi prenda realmente un fucile a canne mozze e vada a fare una strage, anzi spesso son molto meno agitati e più tranquilli della media. Perché allora mescolare le due cose? Voglia di psicopolizia?

L’articolo 167 del codice della privacy prevede la reclusione da uno a sei mesi per chi pubblica foto senza consenso. Ma di fatto viene garantita l’impunità a questi nuovi primitivi che vedono “zoccole e vacche” ovunque. Tante donne soffrono in silenzio, e l’umiliazione del cyberbullismo a sfondo sessuale si mescola alla paura e alla frustrazione. Denunciare alla polizia postale sembra inutile, e su Facebook nessuna grande campagna di pulizia e polizia interna è in corso. L’importante, si sa, è rispettare i suoi “standard specifici”. La dignità femminile non fa parte dell’algoritmo.

Questa è la parte che mi è piaciuta meno; FB dovrebbe trasformarsi in un paladino della buoncostume? chi dovrebbe giudicare se un commento è volgare o meno? Cosa c’entra il cyberbullismo, il revenge porn, che ricordiamo son reati, con lo scrivere coglionate da porno degli anni ’70 su FB? Sinceramente preferisco il porno degli anni ’70 all’ennesima crociata censoria fatta in nome dell’ennesimo babau.  I reati è giusto che si perseguano, nel mondo reale come su FB, quello che reato non è non deve essere perseguito, per quanto possa non trovarci d’accordo. FB non è che uno specchio della realtà; le scritte da cesso pubblico e i discorsi da palestra esistevano da prima. Solo che adesso vengono messi “in piazza” visibili da tutti ed è difficile far finta che non esistano, solo questo.

se ci fosse stata la giuria popolare antibufale…

Un mix di effetti delle decisioni della giuria popolare, con i giurati ovviamente scelti fra la gggente e non nella ka$ta dei professoroni…

  1. I terremoti si possono prevedere (Giampaolo G.  è in grado di anticipare di 6-24 ore il manifestarsi di un terremoto. La sua ricerca sui precursori sismici ha salvato la vita a quanti, nel 2009 in Abruzzo e in questi giorni in Emilia Romagna, hanno dato ascolto ai suoi allarmi.  Sacro Blog).
  2. La magnitudo del terremoto è stata abbassata dall’INGV (Terremoto, senatrice: “Magnitudo declassata per interessi economici di governo”.)
  3. La vivisezione (intesa come sperimentazione animale NdR) è inutile e crudele (Sacro Blog, via wired)
  4. La cura stamina funziona (Movimento 5 Stelle – Nel maggio del 2013, il capogruppo Andrea Cecconi del M5S alla Commissione Affari Sociali della Camera su Stamina disse che “il Movimento ritiene che il metodo sia efficace”, chiedendo al Parlamento di autorizzare la sperimentazione stessa condotta da Vannoni. fonte: il post)
  5. I vaccini non servono (fonte: wired)
  6. I jalisse meritavano la vittoria di sanremo
  7. Pupo e S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia meritavano il secondo posto a Sanremo (fonte wiki)
  8. Esiste la free energy
  9. Esistono le scie chimiche e il grande gombloddo globale del NWO e vari gombloddi assortiti (fonte l’espresso)
  10. Non siamo mai andati sulla luna, anzi la luna non esiste proprio, è solo un ologramma piazzato in cielo dagli alieni per nascondere Nibiru.

e ovviamente la grande verità che nessuno vi ha mai detto e che la malvagia lobby dei detersivi in combutta con quella delle lavatrici e con capitan findus non vi hanno mai detto ed hanno sempre tentato di occultare

la biowashball lava più bianco!!!!!!1111111UNOUNOUNO

 

giuria popolare antibufale…

Talvolta la sorte ha uno strano senso dell’ironia e, dopo che spendi tempo ed energie per sostenere una tesi, ti costringe a rimangiartela e fare pubblica sconfessione di quanto sostenevi fino al momento prima. Nello specifico mi riferisco alla “democraticità della scienza”. Faccio autocritica e ammetto che il dott. Burioni ha sbagliato, non per scarsa diplomazia nel suo messaggio ma per eccesso di diplomazia. Avrebbe dovuto andar giù di insulti.

laurea_youtube_italiana

Ho letto che, nella vicenda bufale sì/bufale no, il buon beppe ha fatto una sparata di quelle clamorose. Sparata che altro non è che il solito: ma anche pierfiliberto  lo fa. Sì, giornali e tv spesso dicono e scrivono solenni cazzate, si veda il caso Iene-stamina1 ad esempio, però, come ho detto in tanti altri casi, le colpe altrui non servono ad assolversi dalle proprie.

Sorgente: Beppe Grillo: “Serve giuria popolare contro balle stampa e tv” – Politica – ANSA.it

L’attacco di Grillo alla stampa e alla tv – “Tutti contro Internet. Prima Renzi, Gentiloni, Napolitano e Pitruzzella, poi il ministro della Giustizia Orlando e infine il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Tutti puntano il dito sulle balle che girano sul web, sull’esigenza di ristabilire la verità tramite il nuovo tribunale dell’inquisizione proposto dal presidente dell’Antitrust. Così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su internet”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo Blog.

“Propongo, non un tribunale governativo, ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media”. E’ quanto scrive Beppe Grillo chiedendo che a formare questa giuria siano “cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali. Se una notizia viene dichiarata falsa il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo” con le norme relative ai casi di coinvolgimento in vicende giudiziarie. (…)

Sparata subito stigmatizzata dai giornalisti e dalla FNSI (federazione nazionale stampa italiana), e per una volta sono d’accordo anche io con loro. Quella di grillo è una pessima sparata buona solo a stuzzicare l’ego di tanti laureati di youtube che in nome di una malintesa “democrazia” son convinti che il parere della nonna arteriosclerotica sulla fisica dei quanti valga tanto quanto quello dell’insigne docente universitario di fisica delle particelle.

Il decidere se una cosa è una bufala o no dovrebbe essere lasciato ai fatti ed alle prove fattuali, non alle opinioni di una qualsiasi giuria popolare, giuria che non è detto abbia le capacità e le competenze per decidere, e senza neppure sapere sulla base di cosa dovrebbe decidere. Cosa garantisce che la giuria popolare abbia le competenze e le capacità per capire la questione e decidere se è fondata o meno? Una notizia come “la biowashball non funziona” come verrebbe valutata dalla giuria? Cosa sarebbe successo se, in certe situazioni critiche del passato riguardo alla scienza, fosse intervenuta la giuria popolare “di Grillo”?

  1. I terremoti si possono prevedere, ergastolo a vita a tutti i vulcanologi e i geologi della protezione civile.
  2. Il metodo stamina funziona, onta eterna invece ai prezzolati di big pharma che sostengono il contrario.
  3. I vaccini sono inutili e servono solo ad ingrassare big pharma.
  4. esiste la free energy che che ne dica la malvagia lobby dei seguaci di Clausius e Sadi Carnot.
  5. la biowashball lava più bianco a sfregio della lobby dei detersivi.

Tutte affermazioni difese fino alla morte da tanti seguaci e poi rivelatesi essere delle solenni stronzate. Però a vicenda in corso sicuramente le “stronzate” sarebbero state quelle degli scienziati. Sì il tempo è galantuomo ma non vedo tanto l’opportunità, per soddisfare l’ego ipertrofico di qualche caprone convinto di essere un nobel, di incasinare dei poveracci la cui unica colpa è di avere, riguardo ad un determinato argomento, qualche competenza in più rispetto al caprone (phd in youtube) di cui sopra.

Alla fine il moVimento si sta rivelando essere un moVimento di cazzari il cui unico scopo politico è il pretendere, irrealisticamente, di trasformare la cazzata in verità scientifica, l’opinione del phd in youtube nella “lectio magistralis” del premio nobel.  Un movimento il cui scopo è stuzzicare e monetizzare l’illusione di competenza di tanti ignoranti convinti di essere dei bravissimi dottori e offesi con il mondo, e soprattutto con la lobby degli scienziati, perché la loro bravura non viene riconosciuta. Mi basta quanto sopra per sostenere che il votare M5S dovrebbe essere ipso facto causa di nullità del voto per manifesta e plateale incapacità dell’elettore2.

Piaccia o no, la realtà non è democratica e se ne sbatte altamente delle opinioni; la realtà è reale, sic et simpliciter. E la realtà vince qualsiasi opinione.


  1. E indovina la maggior parte degli stellini da quale parte stava, penso per il semplice motivo che il ministro Lorenzin era, giustamente, dalla parte opposta. 
  2. ironico, ma anche no. 

ma la scienza è democratica?

Sul webbe si sta discutendo della decisione del dott. Roberto Burioni di cancellare dalla sua pagina FB alcuni commenti. Nella pagina parlava della meningite e smentiva la voce che l’aumento dei casi di meningite fosse dovuto all’immigrazione. Per spiegare la sua decisione di censurare ha scritto, nella pagina in oggetto, il seguente testo (via huffington post, grassetti miei) :

“Preciso che questa pagina non è un luogo dove della gente che non sa nulla può avere un “civile dibattito” per discutere alla pari con me. E’ una pagina dove io, che studio questi argomenti da trentacinque anni, tento di spiegare in maniera accessibile come stanno le cose impiegando a questo scopo in maniera gratuita il mio tempo che in generale viene retribuito in quantità estremamente generosa”, ha scritto il medico milanese.

“Il rendere accessibili i concetti richiede semplificazione: ma tutto quello che scrivo è corretto e, inserendo io immancabilmente le fonti, chi vuole può controllare di persona la veridicità di quanto riportato. Però non può mettersi a discutere con me. Spero di avere chiarito la questione: qui ha diritto di parola solo chi ha studiato, e non il cittadino comune. La scienza non è democratica“, ha concluso.

Devo dire che la decisione mi lascia un sapore dolceamaro; da una parte sono perfettamente d’accordo con lui; il primo motivo è che “la selezione all’ingresso aumenta il tuo divertimento (cit.)” e che leggere un articolo e commenti interessanti senza dover faticare a filtrare la “montagna di merda” mi piace molto.  E il secondo motivo è che in casa d’altri si fa quello che vuole il padrone di casa. Per portare avanti la teoria che i vaccini causino autismo, ciclismo e pedonismo per colpa del signoraggio nelle scie chimiche, ci son tantissimi bei posti su internet, sia su FB che fuori da FB; non vedo l’esigenza di dover andare a scrivere le proprie teorie bislacche nelle bacheche o nei blog altrui. La libertà di esprimere il mio pensiero non implica che gli altri debbano obbligatoriamente, e gratuitamente, mettermi a disposizione gli strumenti per farlo o che debbano per forza ascoltare o condividere quanto io dica. Son liberissimi, ed è giusto che così sia, di giudicare stronzate quello che dico e di censurarlo, di non volerlo ascoltare, di cancellarlo dai loro siti e dalle loro bacheche.

Cos’è che mi ha dato fastidio di quel messaggio, se in fin dei conti lo condivido a pieno? forse la frase che ho evidenziato, che mi sembra un voler usare il titolo per chiudere la bocca alle persone, ed è una cosa che personalmente non mi piace. Mi sembra dia una impressione di spocchia e di snobbismo. Il rischio di far apparire gli scienziati una ka$ta che si parla addosso, guardacaso proprio una delle accuse preferite dai gombloddisti.

Interessante confrontarlo con il commiato di Dario Bressanini dal fatto quotidiano:

Se in altri campi dell’umano sapere è accettabile e anche auspicabile “far sentire tutte le campane”, in campo scientifico è del tutto inaccettabile accostare due opinioni contrastanti indipendentemente dalla loro dignità scientifica. Le opinioni nella scienza non valgono nulla se non sono supportate da dati solidi. Un biologo serio si rifiuta di parlare ad un convegno di creazionisti e un astronomo non legittima scientificamente con la sua presenta una riunione di astrologi. No grazie.

Mi sembra che, pur dicendo le stesse cose, sia molto più diplomatico ed esplicativo: nella scienza contano i fatti e i dati sperimentali e i dati possono venire confutati solo da altri dati.

Bisogna anche chiarire cosa si intenda per “la scienza è democratica”, “la scienza non è democratica”; la democrazia, semplificando al massimo, è un sistema per prendere le decisioni. Decisioni che vengono prese sulla base della maggioranza dei voti, e il voto dell’insigne premio nobel vale tanto quanto quello del guru da bar sport. In quel senso la scienza non è democratica. Si può decidere, anche con una maggioranza bulgara, di abrogare le leggi della termodinamica ma, purtroppo, l’entropia continuerà ad aumentare ed il motore a gatto imburrato a non funzionare. “Eppur si muove (cit.)”.

Nella scienza le opinioni hanno peso diverso e solo quelle supportate da fatti e dati sperimentali possono entrare, con diritto di attenzione, nel dibattito. Le altre hanno lo stesso valore delle barzellette.

Se invece si intende “la scienza non è democratica” nel senso che la scienza sia elitaria e sia riservata solo ad una stretta casta di adepti, ammissione alla quale è proibita al volgo con tante barriere come quelle che c’erano fra plebe e nobiltà, beh è una stronzata colossale. Chiunque, purché ne abbia le capacità e la volontà, può fare scienza, non ci son vincoli di sangue o altro per essere ammessi in qualche facoltà scientifica. Basta studiare, acquisire capacità logiche, riuscire a studiarsi matematica, fisica etc. etc. materie interessanti ma che richiedono studio e applicazione, non basta vedere un filmatino su youtube. E chiunque, dati alla mano, può buttar giù vecchie teorie affermate1 o zittire il premio nobel2.

Sulla questione “scienza democratica o non democratica” forse è meglio evitare ambiguità; il messaggio iniziale è corretto e condivisibile, ma forse sarebbe stato meglio renderlo in una forma più “diplomatica”.


  1. Plank con i quanti e Eintein con la relatività; hanno distrutto le fondamenta della fisica classica, fondamenta costruite da autentici mostri sacri come Newton, Laplace, Lagrange. E ci son riusciti perché “i dati sperimentali” davano ragione a loro e non a Newton. 
  2. sì anche i premi nobel possono dire cazzate; vedi ad esempio i casi della memoria dell’acqua o il nobel per la letteratura che si mette a discettare di biologia e OGM. 

I sistemi automatici e le tette su facebook

AlphaGo è un software sviluppato per simulare un giocatore di Go, un gioco simile agli scacchi ma con un numero di potenziali partite molto più elevato rispetto a quello già elevatissimo degli scacchi, per intenderci si parla di 2, seguito da centosettanta zeri di possibili configurazioni.
AlphaGo è stato il primo software capace di battere un maestro umano di Go.
https://it.wikipedia.org/wiki/AlphaGo

Ogni tanto si apre una piccola polemica perché su Facebook è stata censurata questa o quella foto oppure il profilo di tizio è stato segato, apparentemente senza motivo. La risposta non è il solito “gombloddo” ma semplicemente la “stupidità” dei sistemi automatici di controllo. Per un banale motivo di volumi di traffico(1), per facebook non è possibile avere sistemi manuali di moderazione, ovvero sistemi ove una persona umana guarda l’immagine e decide se sia ammissibile o meno.
La gran parte della moderazione è affidata a sistemi automatici, sistemi automatici che non hanno le capacità e la sofisticazione di AlphaGo quindi funzionano in maniera abbastanza rozza e diretta. Ad esempio sono incapaci di distinguere fra un seno messo in mostra da una donna che allatta e un seno mostrato dalla solita “amica di ammore” per raccattare gonzi.  Se il sistema automatico nota un capezzolo fa cadere automaticamente la mannaia, sia che si tratti di una foto degna di youporn, sia che si tratti di una foto artistica come quella Anastasia Chernyavsky; il software vede solo “una donna nuda” non riesce ad interpretare la foto. Non c’è alcun intervento umano diretto e, da tecnico, capisco che sviluppare un software di riconoscimento di immagini in modalità “ultrabacchettona” è molto più facile e veloce che svilupparne uno capace di distinguere fra una donna che allatta e una che invece fa esibizionismo.

Un altro sistema che usano i social è un sistema di censura semiautomatica dove un sistema automatico (spesso chiamato ‘bot’ da robot) censura al verificarsi di certe condizioni come potrebbe essere un certo numero di segnalazioni “genuine(2)”. Questo permette di intervenire rapidamente nel caso qualche utente posti immagini offensive/razziste/oscene etc. etc. ed è stato fatto anche allo scopo di evitare il più possibile rogne. Il difetto di tale sistema è che mettendosi in accordo in gruppo e segnalando in massa qualsiasi immagine questa verrà messa automaticamente in moderazione, anche se è un’immagine relativamente innocente. Ecco spiegato quanto è avvenuto a Luca Bizzarri.

Quello che a me stupisce non è che su FB vengano fatti giochetti simili, analoghi ad esempio al google bombing, quanto che molta gente non capisca come funzioni e sia convinta invece che ci sia un tizio che controlla immagine per immagine e mette i bollini allo stesso modo della commissione censura dei film. Non è così, dietro ci son solo stupidi bot e qualche supervisore che interviene quando il patatrac fatto dal bot diventa piuttosto grosso, altrimenti, FB si fida ciecamente del bot. Sì, può capitare qualche falso positivo (foto immagine che viene classificata come inadatta pur non essendolo) ma più che indagare i falsi positivi preferisce tollerarne un certo numero in cambio dell’economicità e del funzionamento abbastanza efficace del sistema automatico di moderazione. FB ragiona di numeri e di volumi e non tiene particolarmente al profilo di scosciandra.

(1) fonte: https://www.wolframalpha.com/input/?i=daily+visitor+of+facebook.com

Input interpretation:
facebook.com | daily visitors

Result:
510 million visits/day (visits per day) (based on Alexa estimates, as of 30/03/2016)

Unit conversions:
5903 visits/s (visits per second)

354167 visits/min (visits per minute)

(2) Generalmente eliminano le segnalazioni se provengono tutte da uno stesso indirizzo internet oppure le considerano duplicazioni e tengono conto solo della prima

Fedez, inventarsi la censura per farsi pubblicità

Non so quanto sia capace fedez come cantante ma di sicuro ha buoni consulenti sul marketing. Tanto per spararsi pose da artista scomodo e perseguitato dal regime (oh raga che poi si alzano gli ascolti della trasmissione su rai2 con l’altro perseguitato dal sistema J-Ax) s’è inventato una censura inesistente della copertina del suo nuovo album.

Il lancio dell’ansa descrive bene la vicenda, per chi è capace di leggerlo e capirlo.

“Il ministero dello Sviluppo economico ha dichiarato fuorilegge la copertina del mio album!”. Fedez lancia “la bomba” dai suoi profili social e in poche ore l’hashtag #hocompratounalbumillegale scala la classifica dei trends di Twitter. E’ su Facebook, invece, che il rapper esplicita le accuse e in un video, insieme al suo avvocato, spiega che il marchio Pop-Hoolista, titolo dell’ultimo lavoro del rapper uscito nel 2014, è stato ritenuto in una comunicazione arrivata dagli uffici di via Veneto “contrario all’ordine pubblico perché è ritratto un poliziotto e al buon costume perché vomito un arcobaleno”.

A quanto pare il ministero dello sviluppo economico censura? già questo, per chi conosce un poco come funzioni lo stato suona strano. Generalmente le censure sono decise o dal ministero dell’interno oppure dalla magistratura. Da notare quanto l’accusa di censura sia stata funzionale a far parlare dell’album. La solita “tecnica sanremo” o dello scandaletto pilotato.

Non è bastata la precisazione del ministero a placare le accuse di censura, che hanno riportato alla mente gli storici stop, da parte della Rai, a brani come Dio è morto di Francesco Guccini o 4 marzo 1943 di Lucio Dalla. Nulla di tutto ciò, secondo il Mise, che parla solo di una richiesta di chiarimenti sul marchio che il cantante chiedeva di registrare. “I contenuti – precisa una nota -, ed in particolare l’immagine di un poliziotto che sembra picchiare un personaggio che sta vomitando, sono sembrati all’Ufficio italiano dei marchi e dei brevetti come non rispondenti alla normativa che regola la tutela dei brand”. Il riferimento è al Codice della proprietà industriale, contenuto nel decreto legislativo n.30 del 2005. Nell’articolo 14 si precisa che “non possono costituire oggetto di registrazione come marchio d’impresa i segni contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume”. In base all’articolo 173 è stato quindi chiesto a Fedez di illustrare meglio la sua domanda di tutela del marchio: la legge prevede che abbia due mesi di tempo, prorogabili fino a sei.

La grave “censura” è il rifiuto di registrare la copertina dell’album come marchio registrato. Cioè non il contenuto dell’album, le canzoni, la copertina. La questione per me è questa: se la copertina dell’album fosse una anonima copertina bianca, il messaggio delle canzoni perderebbe forza? le canzoni perderebbero significato? se la risposta è sì, ci sarebbe da chiedersi quanto valga realmente come cantante il fedez. Cosa è più importante, cosa porta il vero messaggio, la copertina dell’album o le canzoni?

Nel frattempo ovviamente – fa sapere il Mise – il suo album potrà tranquillamente circolare ed essere venduto“. Per il rapper, però, l’azione del ministero “a esser buoni, ha il sapore dell’ottusità retrograda e, a voler essere maliziosi, puzza di censura”. Un’opinione condivisa da molti sostenitori sul web: la maggior parte cita l’art.21 della Costituzione sulla libertà di espressione, ma c’è anche chi si dice felice di andare in prigione per Fedez, chi fa vestire al rapper i panni di Robin Hood, nuovo fuorilegge assoluto, chi paragona il vomitare arcobaleni al rapinare banche e chi ritrae Maurizio Gasparri (che più di una volta ha battibeccato con il cantante) con in mano l’album incriminato e la didascalia: “il Gaspy felicissimo del suo acquisto illegale”.

L’ultimo paragrafo chiarisce come l’alternativo in realtà si stia prostituendo al dio marketing e si spari pose da vittima del regime per promuovere il suo prodotto. “il suo album può circolare ed essere venduto“, e nel caso rifiuti definitivamente la registrazione del marchio potrà continuare a circolare con un’altra copertina. Non mi sembra una censura di stampo fascista, fosse stata realmente una censura di stampo fascista Fedez a quest’ora starebbe zitto e muto in qualche angolino invece di impestare i social con le sue pose da martire.
E non è stata neppure una censura di tipo rai/democristiano. Si interveniva anche sui versi cambiando leggermente il significato delle canzoni

Prendiamo come esempio la canzone di lucio dalla 4-marzo-1943, inizialmente si sarebbe dovuta intitolare “gesù bambino” e il verso modificato è:

Per ladri e puttane io sono sempre gesù bambino (lucio dalla 4-marzo-1943) 

trasformato in

Per la gente del porto sono sempre gesù bambino (lucio dalla 4-marzo-1943)

Cosa che non è stata fatta con Fedez. Quello che hanno fatto è che non gli hanno permesso di registrare come marchio la copertina mica hanno toccato i suoi deliri versi. Quindi all’atto pratico cosa ha fatto il mef rifiutando la registrazione come marchio? semplicemente, un marchio non registrato può essere riprodotto da chiunque senza dover pagare dazio al proprietario. Ad esempio in magliette o altri oggetti. Gratta gratta è solo una questione di euro.

Della vicenda comunque trovo preoccupanti alcune cose:

la prima è il quantitativo di gente che condivide e fa partire lo sdegno limitandosi alla lettura del titolo senza leggere (spero) o senza aver capito il corpo dell’articolo, cosa più grave che però conferma il livello di analfabetismo funzionale in italia. In fin dei conti il tipo è diventato il menestrello dei pentastellati.

la seconda è che la continua fascifisticazione di tutto alla fine depotenzia il fascismo e fa pensare che la censura fascista con Gramsci si sia comportata allo stesso modo del MEF con Fedez, e questo è il modo migliore per spalancare le porte ad un nuovo fascismo.

L’ultima è vedere come gli alternativi antisistema siano in realtà pienamente inseriti nel sistema e rispondano perfettamente ai meccanismi del marketing e della pubblicità, vivono a pieno nel sistema che, a parole, dicono di voler cambiare.  Come magistralmente descritto da De Andrè.

 

Il metodo travaglio applicato a travaglio.

Qui http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/29/topi-di-fogna-2/577816/#disqus_thread  Marco Travaglio, che credo stia rosicando peggio di un castoro, scrive un articolo di fuoco contro i giornalisti che si son permessi, in nome dello slogan “quando c’è la notizia si deve dare” e “il privato dei politici deve essere pubblico”, a pubblicare notizie sul contenuto delle email trafugate dagli hacker agli onorevoli del movimento a cinque stelle, permettendosi addirittura di fare il suo nome. 

Raggiungendo punte di un surrealismo e di un umorismo involontario capace di oscurare persino grillo come

 e pubblicano le sue foto intime, la sua corrispondenza privata e politica, infrangendo due volte la legge: quella che protegge la privacy di ogni cittadino e quella che tutela la riservatezza delle comunicazioni del parlamentare (che può essere violata solo per ordine di un giudice e previa autorizzazione delle Camere).

dopo aver smarronato per mesi contro i no alla censura e sostenendo che il privato delle persone pubbliche deve essere pubblico e dopo che nei giornali italiani vengono puntualmente pubblicate le parti più scabrose delle intercettazioni telefoniche , anche se riguardanti terzi rispetto all’oggetto delle indagini e non contenenti nulla di penalmente rilevante, e qualunque tentativo di arginare questo malcostume viene bollato come tentativo di censura.

I lettori nei commenti bastonano non poco, molti ricordano a travaglio certe sue prese di posizione e spesso rinfacciandoli proprio che il corsera altro non ha fatto che usare il metodo travaglio.

Che dire ? Che vale sempre la regola: se scendi in guerra contro qualcuno egli scenderà sicuramente in guerra contro di te e qualunque arma tu deciderai di usare aspettati che venga utilizzata anche contro di te.