Attualmente è in svolgimento il processo di appello contro la commissione grandi rischi per il terremoto dell’aquila. Sulla vicenda, che trovo abbastanza assurda; ci si è sbracciati per dire che non è un processo alla scienza ma contemporaneamente si son chiamati scienziati a rispondere di presunti errori scientifici.
Qui è presentata una interessante analisi sulla sentenza
Giacomo Cavallo è un ricercatore astrofisico, oggi in pensione, che si è interessato alla vicenda del processo “Grandi Rischi” e ha dedicato molto tempo all’analisi del testo della sentenza. Ha poi deciso di scrivere un saggio sulla sentenza stessa, diviso in 8 capitoli, nel quale percorre le parti in cui è divisa la sentenza. L’autore evita di fare ricorso ai “Grandi Principi”, alla “Sacralità della Scienza” o al processo a Galileo, ma si limita ad analizzare le numerose incongruenze ivi contenute, a partire dalla composizione della riunione del 31 marzo 2009 fino al problema della comunicazione.
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L’analisi viene presentata sul blog dell’INGV che si occupa del processo.
Ho letto l’analisi e l’ho trovata molto interessante. Il processo dell’aquila anche alla luce poi delle varie sentenze legate alla vicenda stamina ha una luce ancora più fosca e quella sentenza, che spero venga riformata, nasce dall’idea che a furia di supercazzolare si possa stravolgere e stiracchiare a piacimento sia la legge che il mero fatto scientifico.
La sentenza, di 1000 pagine, si comprende appieno alla luce di questo articolo del post:
È un aspetto della vicenda Stamina di cui si è fino a ora parlato meno, ma che ha portato i malati ad avere ulteriori false speranze, dice Colonnello, e ha fatto emergere molte contraddizioni, come nel caso di una sentenza emessa a Venezia dove fu ordinato il trattamento «pur in assenza di evidenza scientifica».
Ci sarebbe da sperare che la vicenda stamina abbia fatto aprire un paio di occhi e che la corte d’appello non cerchi di fornire al bobolo un capro espiatorio tanto per sentirsi mondo dei propri peccati.
Vorrei citare anche un vecchio post di Uriel, recuperato da raphael, che spiega, con molta diplomazia come nello stile dell’autore, il suo punto di vista sulla vicenda
Sto per scrivere un post antipatico. Ma di quell’antipatia che se lanci un boomerang non ti torna indietro da quanto sei antipatico. Riguarda la storia delle condanne agli scienziati per la storia del terremoto dell’ Aquila. Ecco, sto per scrivere cose antipatiche, ma onestamente , non e’ che dobbiamo proprio fare lingua in bocca sotto la doccia, vero? Andiamo per gradi. Anzi no.
Che in Italia la scienza non vada a genio a nessuno , o quasi, e’ noto. Lo scienziato ha il brutto vizio di essere quello che ha i titoli per parlare, e questo all’italiano suona come “io sono qualcuno e parlo e tu non sei nessuno e stai zitto”. Cosi’, in nome di una democrazia che di fatto e’ una droga per ogni narcisista che decide di essere uguale ad uno scienziato perche’ c’e’ la democrazia, il parere della nonna sclerotica e quello di Hawkins sono e devono essere uguali.
Il problema non e’ l’aver diritto o meno alla propria opinione. Il problema e’ quanto vale la tua opinione. E se non sei uno scienziato, vale meno di quella di uno scienziato. E questo e’ intollerabile per l’italiano, e in generale il cittadino delle moderne democrazie, che non ama sentirsi dire che la sua opinione non vale un cazzo.
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E’ ora di dirlo chiaramente: le case antiterremoto si possono fare. Si sa come farle. Ed esistono in molti luoghi del mondo.
Se la tua casa ti crolla in testa, non e’ un problema politico. Se la tua casa ti crolla in testa non e’ un problema di autorita’. Se la tua casa ti crolla in testa non c’entra il sistema di allerta. Se la tua casa ti crolla in testa, E’ COSTRUITA MALE.
Non ci vuole molto a capirlo. Il crollo di una casa e’ SEMPRE un problema di tecnica della costruzione. FINE.
CASA FATTA MALE ==> CROLLA
CASA FATTA BENE ==> NON CROLLA
E’ semplice. Il crollo di un edificio e’ SEMPRE e SOLO un problema costruttivo.
Ma qui entra in gioco il perverso rapporto che gli italiani hanno con l’autorita’. Se dovessimo descriverlo come un contratto, lo descriverei cosi’
Io, cittadino italiano, consento all’autorita’ di usare lo stato -e le mie tasse- per farsi i porci comodi suoi. In cambio, io potro’ fare i porci comodi miei. In caso di problema, io potro’ lavarmi la coscienza dicendo che la colpa e’ dell’autorita’, e non saro’ punito. L’autorita’ si becchera’ la colpa senza fiatare, e in cambio di questo favore non sara’ punita.
Cosi’, si costruiscono case di MERDA. La colpa e’ di chi COSTRUISCE e di chi COMPRA. Se vivi in una casa che non sta in piedi perche’ e’ fatta male, e’ colpa tua se poi ti casca in testa. Non e’ questione di sapere o non sapere che ci sia pericolo. E’ questione di sapere che le case si fanno BENE. Punto. Le case si fanno per non crollare. Ci riescono in Giappone e in diversi luoghi sismici. Quindi e’ possibile. Se non lo fai, e’ COLPA TUA.
IL CROLLO DI UN EDIFICIO E’ SEMPRE E SOLO UN PROBLEMA COSTRUTTIVO.
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Una volta trasformata l’irresponsabilita’ in innocenza, allora l’italiano va a cercare i funzionari con cui ha stabilito il patto per farne il capro espiatorio. Solo che ormai e’ cosi’ convinto che la sua irresponsabilita’ sia innocenza che pretende che i capri espiatori, diversamente dal contratto stipulato, vengano PUNITI DAVVERO.
Si dice che le autorita’ dovevano vigilare sugli edifici. PORCI. IPOCRITI. FALSI E BUGIARDI. Quando le autorita’ fanno questo lavoro e demoliscono le case costruite male, questo e’ quello che succede: (immagine di una protesta contro l’abbattimento di edifici abusivi)
Quella e’ una manifestazione contro l’ ABBATTIMENTO delle case abusive costruite fuori norma. Roba che casca al primo scossone. Gente in piazza, proteste e disordini. E demolizioni BLOCCATE.
MA GLI STESSI PORCI CHE MANIFESTANO CONTRO LA DEMOLIZIONE DI CASE ABUSIVE SARANNO IN PIAZZA , AL PROSSIMO TERREMOTO, A PROTESTARE CONTRO IL GOVERNO CHE “NON HA FATTO PREVENZIONE”.
Sapete che vi dico?
MAVAFFANCULO.
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Se non siete piu’ disposti a lasciare impuniti i capri espiatori, allora volete che si risalga alla responsabilita’.
Bene: se un edificio crolla e fa male a qualcuno, paga il padrone di casa. Fine. Se crolla casa vostra, pagate VOI. VOI dovevate sapere se era a norma. VOI dovevate decidere se starci dentro.
Ah, si. Il terremoto. Succedono da sempre. Sappiamo che arrivano e sappiamo che possono fare male. Sappiamo fare case che non cascano in caso di terremoto. Fare una casa che sta in piedi IN CONDIZIONI NORMALI significa fare una casa che nella sua esistenza regge 1-2 terremoti. Perche’ questa e’ la condizione normale.
IL TERREMOTO E’ UNA CONDIZIONE NORMALISSIMA NELLA VITA -MOLTO LUNGA- DI UN EDIFICIO. UN EDIFICIO CHE REGGE CONDIZIONI NORMALI E’ UN EDIFICIO CHE REGGE TERREMOTI. PERCHE’ IL TERREMOTO E’ UNA CONDIZIONE NORMALISSIMA.
I terremoti esistono da sempre, e sono sempre avvenuti, e sono sempre stati un problema per gli edifici. Costruire case che non crollano e’ costruire case che reggano i terremoti. La specie umana lo sa fare.
Se non lo fate, la colpa e’ VOSTRA. Non c’entrano le autorita’. Non c’entra lo stato. VOI dovete assicurarvi che la casa non caschi in testa ai vostri figli. Se tenete i vostri figli sotto un tetto che casca, e muoiono, LA COLPA E’ DEL PADRONE DEL TETTO.
Cioe’, VOI.
Nulla da dire in più oltre che condivido a pieno l’opinione di Uriel.