La correttezza politica, una strategia oscurantista per uniformare le coscienze – Hic Rhodus

Segnalo queste riflessioni che ho trovato interessanti: La correttezza politica, una strategia oscurantista per uniformare le coscienze – Hic Rhodus I problemi imho sono due e concatenati. Il primo è il pensiero “ingenuo” di poter cambiare il passato cambiando le parole e riscrivendo la storia. Il secondo è lo spingere la permalosità all’eccesso tanto da far percepire una parola neutra usata in un contesto neutro, vedi ad esempio il testo della canzone “i watussi” e la parola negri, come profondamente razzista.

Un altro esempio può essere il considerare l’uso del pronome sbagliato con persone che si identificano in un tostapane a carbonella, e che invece di lei/lui/cos* vorrebbero essere indicati con il pronome  “creaturesenzientichesiidentificanoinuntostapaneacarbonella”, come equivalente ad un omicidio

Il fatto è che la permalosità poi chiama permalosità e si finisce a non poter parlare per il terrore che qualcuno salti su a starnazzare che stanno offendendo la sua sensibilità. E molti su questo ci giocano, guardacaso il divieto di utero in affitto, divieto che riguarda soprattutto le coppie etero visto che sono loro che vi ricorrono più frequentemente, viene bollato come omofobia.

Sesso assegnato…

Ok si tratta della solita traduzione “to dog’s dick” fatta dall’inglese americano. In italiano assegnato presuppone che ci sia stata una decisione precedente. Si assegna un termine per i lavori, ma, se sta piovendo, non si dice “assegnato un giorno di pioggia”. Quindi l’assegnato femmina o l’assegnato maschio in italiano suona semplicemente assurdo. Sarebbe molto più appropriato e corretto usare termini come “riscontrato”.

Quello che a me fa semplicemente pena è un giornalismo cialtrone che si limita a copiare veline tradotte male da robotraduttori. E tanti che per fare i “progressisti” of my balls, scimmiottano, come nei peggiori casi di “culto dei cargo” i comportamenti di oltre oceano.

Dicevamo della perdita di lettori dei giornali?

La narrazione e la realtà

Da notare come funziona “il principio di generalizzazione a cazzo”; ovvero se un elemento “a” dell’insieme X, che mi sta sulle balle, fa qualcosa di sbagliato, tutto l’insieme X condivide la colpa di “a”. Viceversa se a fare qualcosa di sbagliato è un elemento b dell’insieme Y b è un caso sporadico, e poi pensate prima alle immense, incommensurabili colpe dell’insieme X che a qualche peccatuccio di b.

Un grosso problema per i media USA e del resto del mondo è che la vicenda della sparatoria di nashville rompe un sacco di stereotipi sposati acriticamente dalla narrazione corrente.

Uno dei problemi della sinistra USA, che si sta diffondendo come un morbo nel resto delle sinistre mondiali soprattutto quelle che “tu vuo fa l’americano…” è il pensare per gruppi e stereotipi cancellando l’individuo. Cioè non possono esistere gay ceh vestono trasandato, maschi cis che non siano stronzi, donne che non siano sensibili, negri che non hanno la musica nel sangue… se tu appartieni al gruppo X allora devi, per forza, impersonare, acriticamente, tutti gli stereotipi legati al gruppo X. L’individuo è cancellato, conta solo il gruppo.

E quando la realtà mostra, per l’ennesima volta, che l’individuo è diverso dal gruppo si cerca di cancellare o di confutare a morte quanto è avvenuto. Un esempio italiano è il caso Perlasca, ad esempio. Giorgio Perlasca è stato un fascista convinto, un volontario delle brigate nere in spagna e. soprattutto, un giusto fra le nazioni per aver salvato circa 5000 ungheresi ebrei durante la shoa. Ricordo che a sinistra ci furono proteste quando venne trasmesso lo sceneggiato con Zingaretti perché “si celebrava un fascista”. Insomma i fascisti devono essere le macchiette che si racconta e basta, qualsiasi vicenda contrastante deve essere cancellata.

Questo articolo infatti cerca di confutare la realtà: persona con problemi che cerca di andarsene facendo “il botto” cercando di contrabbandarla come santa martire che reagisce a tutti i torti ricevuti dal gruppo

fonte: https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/sullo-sfondo-della-strage-di-nashville-ce-anche-la-lotta-sui-diritti-lgbt-kj7lhw86?s=09

L’identità della killer di Nashville non corrisponde a quella del consueto “killer solitario”, che negli ultimi tempi spesso corrispondeva a un giovane con problemi sociali e idee vicino all’estrema destra.

Il cattivo deve essere sempre alt-right ovviamente.

La polizia della capitale del Tennessee ha dichiarato che Hale ha anche lasciato una sorta di “manifesto” per spiegare le sue azioni. Difficile stabilire, a questo punto, se c’è movente ideologico contro una scuola che si focalizza sugli “studi biblici”.

Manifesto che non verrà pubblicato. La domanda è: perché? perché i deliri degli idioti di destra vengono pubblicati per, giustamente, stigmatizzarli mentre in questo caso si preferisce tacere?

(…) Hale non era nulla di tutto questo, anzi, era un’illustratrice che usava pronomi maschili per definirsi, conosciuta da tutti per la sua gentilezza e cortesia, che fino ad ora non aveva dato alcun segno di poter attuare una strage in quella che nel biennio 2005-2006 era stata la sua scuola.

Salutava sempre…

La polizia della capitale del Tennessee ha dichiarato che Hale ha anche lasciato una sorta di “manifesto” per spiegare le sue azioni. Difficile stabilire, a questo punto, se c’è movente ideologico contro una scuola che si focalizza sugli “studi biblici” e li inserisce come complementari in ogni corso di studio tradizionale, anche se il capo delle forze dell’ordine di Nashville, John Drake, ha ipotizzato in un’intervista tv che tra le ragioni della killer ci possa essere il «risentimento» nei confronti della scuola.

Si trattava di una scuola privata religiosa, ecco sveltato l’arcano-

Senza azzardare parallelismi, non si può non notare come proprio il Tennessee sia uno degli stati più attivi nel promuovere norme che limitano i dritti della comunità Lgbt, molto più di quanto fatto ad esempio dai ben più noti Texas e Florida.

Lo stato è uno dei più conservatori d’America. A partire dal 2000 i repubblicani hanno cancellato l’antica dominazione politica dei democratici, che in passato avevano espresso anche un vicepresidente come Al Gore.

Chissà perché. Forse perché alla fine si preferisce chi parla di problemi concreti che di chi si mette a filofoseggiare sui massimi sistemi?

Il partito repubblicano che gode di ampie maggioranze in entrambi i rami dell’assemblea legislativa statale e controlla ogni altra carica elettiva sin dal 2010, quando il moderato governatore dem Phil Bredesen dovette lasciare dopo due mandati.

Il suo successore, Bill Lee, di certo non è un figura mediatizzata come il suo omologo della Florida Ron DeSantis o come Kristi Noem in South Dakota, ma ha tenuto fede alla sua nomea di “conservatore sociale”. I repubblicani hanno iniziato da molto a ridurre i diritti degli appartenenti alla comunità: nel gennaio 2020 Lee ha firmato una legge che consente agli istituti religiosi di dare in adozione bambini alle coppie omosessuali, definendo quel provvedimento come «una difesa della libertà religiosa».

???

ATLETE TRANS
Nel marzo del 2020 ha proibito la partecipazione delle atlete trans agli sport femminili.

Come si stanno orientando a fare le varie federazioni internazionali, prima rugby e nuoto adesso atletica. Il motivo è semplice: un corpo maschile, per quanto bombardato di ormoni femminili sintetici rimane comunque fisicamente più performante di un corpo femminile originale.

Ma è quest’anno che il partito repubblicano del Tennessee ha promosso una serie di leggi che mirano a ridurre drasticamente le transizioni: lo scorso 3 marzo è stata firmata la legge per proibire quelle dei minorenni.

Come aveva ossevato qualcuno: se sei minorenne non puoi guidare, non puoi bere alcoolici o fumare però puoi fare sul tuo corpo atti molto più devastanti del fumo e dell’alcool. Mi sembra una contraddizione abbastanza evidente. Per non parlare dell’orrore dei “bambini trans”, bambini che scoprono a un anno e mezzo di essere del sesso “sbagliato”. C’è una esplosione delle cliniche per la disforia di genere e adesso stanno inziando a emergere casi in cui si è operato con troppa leggerezza. Meglio che certe azioni vengano decise da maggiorenni.

Qualche giorno dopo, è stata presentata una legge che mira anche a restringere l’accesso anche per gli adulti. Infine, il 9 marzo, una legge varata sempre con il presupposto di difendere la “libertà religiosa” dei dipendenti pubblici, consente ai funzionari dello stato di rifiutarsi di celebrare non solo i matrimoni egualitari, ma anche quelli interrazziali, un provvedimento particolarmente sinistro per uno stato che fino agli anni Sessanta era segregato.

Vorrei vedere il testo esatto della legge. Per il resto la questione dell’obiezione di coscienza è sempre una questione delicata da valutare attentamente caso per caso bilanciando diritti individuali e quanto la società debba tutelare le tue convinzioni.

DRAG QUEEN
Il Tennessee di Elvis Presley ha proibito anche gli show di drag per adulti e bambini, inclusi gli spettacoli erotici destinati a un pubblico eterosessuale. Un provvedimento che colpisce anche la comunità artistica e musicale che ha fatto di Nashville una delle capitali dei concerti. (,,,)

A quanto pare negli spazi pubblici non nei locali privati. Anche qui sarebbe interessante vedere il testo preciso della legge.

La strage di Audrey Hale all’interno di una scuola cristiana non contribuirà in alcun modo a sopire le polemiche e a rasserenare gli animi.

L’impressione è che si voglia gridare “gombloddo dell’alt-right” per questa vicenda che contrasta con un sacco di stereotipi…

Xylella: storica sentenza del Tar di Bari blocca abbattimenti Ostuni

Acuni spunti inquietanti della vicenda. Il TAR dovrebbe decidere solo in base alle norme, se le decisioni prese rispettano o no la normativa ma non dovrebbe entare nel merito con valutazioni che vanno oltre la legge.

Perché il rischio è che la “verità scientifica” poi venga decisa a colpi di tribunale, visto che le sentenze non fanno precedenti vincolanti si rischia di avere decisioni completamente diverse a seconda del TAR interessato.

Insomma un ennesimo pasticcio

Sorgente: Xylella: storica sentenza del Tar di Bari blocca abbattimenti Ostuni – hookii

Il complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO), una grave fitopatologia che ha devastato gli uliveti del Salento a partire dalle fine degli anni ’10, è notoriamente causato dal batterio Xylella fastidiosa.

Gli abbattimenti degli alberi infetti hanno sempre trovato una forte opposizione del territorio, scelta cavalcata spesso senza scrupoli dal governatore della regione Emiliano, arrivato ad attribuire i disastri di Xylella al governo e all’UE.

Con tante belle teorie del gombloddo che non guastano mai.

Come riporta Rivista di Agraria, tale opposizione trova un nuovo appiglio nel Tar di Bari che ha bloccato gli abbattimenti ad Ostuni aprendo a ricerche indipendenti non validate da alcuna Autorità europea.

Questo lo trovo inquietante. Cosa vuol dire ricerche indipendenti non validate? Cioè se qualche venditore di piscio di serpente riesce a convincere abbastanza gente della bontà del suo prodotto allora il SSN deve passarlo come rimedio anche se non ci son prove di efficacia? Mi sa che dalla vicenda stamina non si è imparato niente.

Si tratta di un problema dannatamente serio. Ricordiamo il processo dell’aquila fatto anche perché molti avevano dato retta ai ciarlatani che affermavano di poter prevedere i terremoti.

“In con­clu­sio­ne, è er­ra­to ed il­le­git­ti­mo pre­clu­de­re at­ti­vi­tà di in­da­gi­ne e ri­cer­ca scien­ti­fi­ca, in uno al­l’ap­pli­ca­zio­ne di pro­to­col­li di cura i quali, ben­chè non va­li­da­ti da Au­to­ri­tà eu­ro­pea per la si­cu­rez­za ali­men­ta­re, siano frut­to di stu­dio da parte di un col­le­gio di esper­ti che ha messo in atto un ap­proc­cio mul­ti­di­sci­pli­na­re per il con­tra­sto della Xy­lel­la fa­sti­dio­sa” […]

E chi ha validato questi risultati, quanto, scientificamente valgono? Non son domande cui i giudici possono rispondere.

Nelle mo­ti­va­zio­ni alla sen­ten­za si af­fer­ma in­fat­ti che “è in­te­res­san­te no­ta­re come tutti gli al­be­ri degli altri pro­prie­ta­ri ri­sul­ta­ti po­si­ti­vi a Xy­lel­la fa­sti­dio­sa siano ad oggi in ot­ti­mo stato ve­ge­ta­ti­vo e pro­dut­ti­vo, uni­ta­men­te agli altri ri­ca­den­ti nello stes­so ter­re­no e trat­ta­ti con i pro­to­col­li spe­ri­men­ta­li in­di­ca­ti dal Co­mi­ta­to Scien­ti­fi­co”.

Dove sono i dati, i paper e le confutazioni del “canone”? Una cosa è un articolo pubblicato su una seria rivista di settore altro un qualcosa scritto su idraulica e spurgo (ed Carter&Carter).

Que­st’at­te­sta­zio­ne da parte del giu­di­ce av­vie­ne dopo quasi due anni dal ri­tro­va­men­to del bat­te­rio nei sud­det­ti al­be­ri. “Evi­den­te­men­te – si legge – i pro­ces­si fi­sio­lo­gi­ci na­tu­ra­li ti­pi­ci di una pian­ta in ot­ti­ma sa­lu­te sono at­ti­vi e, col sup­por­to ir­ri­guo e i trat­ta­men­ti bio­sti­mo­lan­ti, la ri­spo­sta della pian­ta è stata pron­ta ed ef­fet­ti­va”.

Fosse vero sarebbe una buona notizia, ma la validazione di tale fatto dovrebbe essere fatta dalla comunità scientifica.

Serbatoio auto elettriche

Fonte. https://threadreaderapp.com/thread/1638626554388545536.html

“’Serbatoio’ auto elettriche”

Come è noto, la tecnologia BEV – Battery Electric Vehicles, le auto a pile insomma! – prevede l’utilizzo di batterie a ioni di litio per accumulare l’energia necessaria per conferire all’auto la sua autonomia in termini di km percorribili. 


Il pacco batterie è quindi il vero e proprio “serbatoio” dell’auto a pile ma, a differenza di quello delle auto a motore endotermico, è tutt’altro che un semplice contenitore di idrocarburi ma il complesso frutto di tecnologie sofisticate che portano al prodotto finito. 

Vediamo quindi l’impatto ambientale ed energetico per la sua costruzione e, per semplicità, supponiamo che esso sia pari a 50 kWh.
Al netto del suo insopportabile bias woke, interrogando chatGPT sui dati salienti relativi al processo di estrazione/raffinazione del litio e alla 
costruzione delle batterie, l’algoritmo AI mi ha fornito i seguenti dati:
1. Per un pacco batterie da 50 kWh occorrono circa 15 kg di litio.
2. Per estrarre 1 kg di litio occorre scavare fino a 5 tonnellate di roccia spendendo fino a 15.000 MJ di energia, più ulteriori 5.000 MJ
per raffinare il metallo estraendolo dalla salamoia risultante. Un totale di 20.000 MJ/kg, equivalenti a 5,6 MWh/kg.

3. Sicché, per estrarre il litio necessario per fabbricare il nostro bravo pacco batterie dovremo scavare 75 tonnellate di roccia e utilizzare tanta tanta acqua,
nell’ordine di 1.800 litri/kg, cioè 27.000 litri (che dicono quelli dell’acqua delle bistecche?). Inoltre, dovremo spendere un’energia di 84 MWh circa. A questa va poi sommata l’energia necessaria per costruire il pacco batterie vero e proprio che, a detta di chatGPT, si aggira
intorno ai 250 kWh per ogni kWh di capacità, sicché ulteriori 12,5 MWh.

4. Ricapitolando, il “serbatoio” di un’auto a pile implica la necessità di scavare 75 tonnellate di roccia, utilizzare (“consumare”? “sprecare”?) 27.000 litri d’acqua e spendere 96,5 MWh di energia. 

In altre parole, l’auto a pile parte con un handicap di devastazione ambientale e un consumo di energia per la costruzione del solo “serbatoio” che non hanno eguali con un’auto a motore endotermico. 


Dulcis in fundo, sapete a quanti litri di gasolio corrisponde l’energia meccanica di 96,5 MWh spesa per produrre il solo pacco batterie? 27.600 litri di gasolio, con i quali un’auto degna di questo nome potrebbe percorrere fino a 500.000 km! 🤦‍♂️

Cari papà femministi, insegniamo ai figli il coraggio per evitarci una generazione di piagnoni – Linkiesta.it

Articolo con molti spunti interessanti.

Sorgente: Cari papà femministi, insegniamo ai figli il coraggio per evitarci una generazione di piagnoni – Linkiesta.it

Il femminismo ha fallito. L’unico modo a disposizione degli uomini per fermare le donne era quello di diventare madri e mogli, e adesso eccoli qua questi mariti con la Naspi, con i congedi obbligatori, con i profili da influencer dove sponsorizzano il detersivo per i piatti, la paternità femminista, il femminismo paternalista, il latte vegetale e i programmi per perdere peso. Vivono a casa nostra e ci vogliono rubare il lavoro, non chiediamoci più perché nessuno vuol mai parlare del proprio matrimonio: il futuro sarà dei separati in casa, basta che non si sappia in giro, se no poi come le vendiamo le nostre vite.

Quello che è chiaro è che nessuno ha più voglia di lavorare, ma soprattutto: nessuno ha più voglia di soffrire. Questo sturm und drang a gettone si consuma in una continua richiesta di cancellazione: cancelliamo i compiti, cancelliamo le feste, cancelliamo le gite, cancelliamo il lavoro, cancelliamo il merito, la vergogna, l’umiliazione, cancelliamo tutto quello che può portare a una crisi isterica. La mia conclusione è solo una: se noi cancellassimo tutti i mali del mondo, che bisogno ci sarebbe di avere coraggio? Il coraggio è quella cosa che raddrizza la civiltà, e se la civiltà non ne ha bisogno, che si fa?

Purtroppo non puoi cancellare tutto, e, come si sta vedendo adesso se non vieni preparato da piccolo a gestire una sconfitta, da grande non ci riesci. Questo spiega molto stress e molto disagio di studenti che illusi di essere bravissimissimi vanno a pezzi quando incontrano la realtà.

Io dubito che si possano crescere esseri umani decenti se gli leviamo il gusto della rivincita sulle cose orrende che la vita fa. Grazie a Dio questo non succederà mai e potremo continuare a pensare ai nostri figli come a quelli che faranno la rivoluzione, anche se tra le teste da tagliare probabilmente sceglieranno la nostra.

C’è stato il molto apprezzato video della mamma che urlava contro i compiti e le insegnanti su TikTok perché il bambino doveva studiare e non poteva giocare a pallone o fare sport, e poi però c’era un video vecchio dove il ragazzino non riusciva a contare con le dita fino a otto. E poi la notizia di un istituto tecnico che ha abolito le gite di più giorni perché ci sono famiglie che non possono permetterselo, e i lavoretti per la Festa del Papà che non vengono fatti perché ci sono gli orfani o i bambini con due mamme o con due papà, insomma, mi pare di capire che nessuno voglia rompere né la campana di vetro, né il soffitto di cristallo.

Peccato che poi la rompe la realtà, non è la gita è che poi Aldo torna abbronzato dal mare mentre Carlo rimane un formaggino di città…

(…) Sento in continuazione queste voci di corridoio che dicono che il “lavoro di cura” del neonato deve essere paritario, questa favola che mamma e papà sono totalmente intercambiabili, e mi sono un attimo allarmata. Dobbiamo buttare Freud? È la fine della psicanalisi?

La questione è semplice: se è paritario allora perde senso la maggiore tutela delle madri rispetto ai padri, ad esempio nelle cause di divorzio. Se non lo è allora avere due madri è diverso dall’avere due padri, dall’avere uno e uno e dall’averne solo uno. Invece si cerca di portare avanti tutte le narrazioni contemporaneamente.

E poi c’è la questione borseggiatrici incinte e bambini in galera. Lo dico da madre: se ci fosse questa parità allora i papà borseggiatori dovrebbero andare in carcere con i bambini. Non esistono papà borseggiatori? La paternità in questo caso non è paritaria?

Touché.

Sono giorni che leggo che la gravidanza è un’aggravante per chi delinque: pare che le mamme certe cose non le facciano. La girano come una tutela del nascituro, e per tutelarlo lo mettono in galera: mi sento di dire che ci sono un po’ troppi buchi di sceneggiatura, se continuate così Netflix mica lo compra lo spin off di “Mare fuori” ambientato a Milano con le ladre incinte.

Lol

La cosa che più mi sbalordisce è che il senso tutto italiano de «la mamma non si tocca» e «i bambini non si toccano» sia stato in questo caso eliminato: è evidente che ci deve essere una rivoluzione culturale in atto e nessuno ci ha avvisato. Ho sempre ritenuto che il dire «non sei madre e non puoi capire certe cose» fosse un pensiero corretto, forse l’unico ragionamento identitario con una sua logica.

Quello che però dobbiamo ammettere è che esistono pessime madri e pessimi padri, e che l’essere madre o padre non fa di te una persona migliore: fa di te una persona diversa. Non migliore, non peggiore: diversa. So che non sta bene dirlo, ma è così, certe cose da genitore ti straziano più di altre, non ci si può far proprio niente, anche se sono tutti azzurri di sci.

Molti putroppo per “diversa” riescono solo ad intendere migliore o peggiore, non capiscono che si può essere diversi anche senza bisogno di confronti.

La cosa però più curiosa è che quelli che gridano allo scandalo nel dirsi madre e parlare in quanto madre siano gli stessi che dicono agli altri di cosa possono o non possono parlare: sei un uomo e non puoi parlare delle donne, se non hai vissuto una violenza non puoi parlare di violenza, e così via, fino alla fine delle parole. Chissà se tagliavano la coda alle lucertole anche loro.

Chissà…

Valentina Petrillo, l’atleta trans fa incetta di medaglie. «Io odiata come la Egonu. Voglio le Olimpiadi» | Corriere.it

Articolo interessante; in effetti ha ragione a dire di essere odiata come l’altra. Entrambe tirano fuori un bel po’ di piagnisteo l’una di razzismo l’altra di omofobia per avere privilegi extra ed è per questo che a molti son diventate antipatiche. Inoltre la Egonu è stata usata, dai bravi&buoni come arma contundente per polemiche con la lega come capitato anche nel caso del corazziere nero. Azioni che per gli hater e gli imbecilli della rete sono come il drappo rosso per i tori.

Ovviamente questo non giustifica gli odiatori da strapazzo e gli insultatori seriali, semplicemente significa che si può non essere d’accordo senza dover essere per forza imbecilli patologici.

Sorgente: Valentina Petrillo, l’atleta trans fa incetta di medaglie. «Io odiata come la Egonu. Voglio le Olimpiadi» | Corriere.it

Valentina Petrillo, l’atleta trans fa incetta di medaglie. «Io odiata come la Egonu. Voglio le Olimpiadi»
di Rosanna Scardi

L’atleta di origini napoletane, nel 2018 ha iniziato la transizione e ha un figlio di 7 anni: «Cercano di escludermi dalle gare e mi dicono di tutto».
Valentina Petrillo, l’atleta trans fa incetta di medaglie. «Io odiata come la Egonu. Voglio le Olimpiadi»

Colleziona medaglie su medaglie e vanta record italiani indoor e outdoor. Valentina Petrillo, 49 anni, prima e unica atleta transgender paralimpica (è ipovedente a causa della malattia di Stargardt) a gareggiare nelle competizioni femminili, è oggetto di continui attacchi sui social. Il suo debutto in pista, da trans, risale ai Campionati paralimpici di Jesolo nel settembre 2020.

Faccio notare che ha 49 anni e che stravince contro donne molto più giovani.

(…) Valentina, ha paragonato chi l’attacca a Hitler. «Quando nel 1936, oltre che vietare agli ebrei di entrare nella Nazionale tedesca, negò la stretta di mano ad Owens, al pari vi siete girati in segno di protesta alla mia premiazione», ha commentato.

Ma guarda la solita reductio ad hitlerum…

Cosa l’ha indignata di più?
«Un avvocato, un mese prima delle gare, ha inviato una richiesta alla Fidal per non farmi entrare nei bagni delle donne, nonostante io abbia un documento al femminile e sia riconosciuta come donna dallo Stato. Mi hanno riservato un bagno “dedicato” come fossi un’appestata. Peccato che quel bagno e spogliatoio non fossero genderless o neutri: in Italia sono a vista. Invece, andrebbe tutelata la privacy di tutti».

Sui social c’è chi ha espresso disagio nel condividere la doccia con una persona che, allo stato attuale, ha il corpo di un uomo.
«Non credo che chi ha scritto quel commento non abbia mai visto dei genitali maschili. E comunque nessuno mi ha mai vista nuda. Faccio la doccia con il costume; né vedo le donne, avendo gravi problemi visivi».

In molti parlano di ingiustizia biologica, la accusano di rubare i titoli. In sostanza, di essere un uomo e non poter competere con le donne.
«Un atleta uomo, ad Ancona, mi ha accusato di voler vincere facile e mi ha invitato a correre nella sua categoria. A tutte queste persone, faccio presente che io rispetto le regole, non accetto accuse basate sul nulla. Sono vittima di odio di genere, tanto grave quanto la xenofobia verso un atleta che non è considerato italiano perché di colore, come Paola Egonu».

Per la cronaca la domanda se fosse italiana l’aveva fatta un giornalista brasiliano. Poi la pelle della Egonu ha iniziato a “pesare” quando è stata usata come arma contundente antileghista. A me ricorda un poco Balotelli che rispondeva ad ogni critica accusando di razzismo chiunque lo criticasse.

Cosa dice il regolamento?
«I livelli di testosterone devono essere bassi e ogni settimana faccio gli esami del sangue. Chi parla a vanvera non sa che mi sottopongo alla terapia ormonale femminilizzante, che ti distrugge. Assumo medicine antitumorali, che abbassano emoglobina e ematocrito: ho freddo, ingrasso, ho le mani gonfie, dolori».

E allora? In ogni caso hai un corpo che rispetto ad un corpo femminile è stato doppato per anni e anni. Un uomo ha una struttura fisica diversa rispetto ad una donna, e, come si è visto con il caso di Lia Thomson, un trans pur essendo più debole di un uomo rimane fisicamente molto più forte di una donna.

Le prossime gare saranno da domenica ai Campionati mondiali indoor a Torun, in Polonia. Teme altre reazioni simili?
«Sono già arrivati messaggi aggressivi al comitato organizzatore ed è stata allertata la sicurezza. Ho paura di ritorsioni nei miei confronti. Potrebbero farmi di tutto, anche uno sgambetto. Non deve accadere: a luglio, a Parigi, voglio qualificarmi per le Olimpiadi».

Peccato che la federazione dell’atletica ha deciso, giustamente, che le atlete trans non possono gareggiare contro atlete non trans.

Nel 2018 ha iniziato la transizione. Prima era Fabrizio e aveva un matrimonio da cui è nato suo figlio, di 7 anni.
«Non riuscivo più a vivere, il momento più brutto era la sera quando dovevo togliermi lo smalto e struccarmi per riprendere il mattino dopo la vita da uomo, che non sono. Dovevo correre con i maschi e non me la sentivo. Ci sono voluti cinque anni per essere riabilitata in questa società che mi definiva non conforme».

La sua vita è raccontata in un documentario, quando lo vedremo?
«Sarà presentato in aprile al Festival del giornalismo a Perugia. Si chiama “5 Nanomoli, il sogno olimpico di una donna trans”: 5 nanomoli è il limite sotto il quale deve rimanere il mio testosterone per poter gareggiare».

Foglia di fico tirata fuori per uscire da un impasse. Adesso è arrivato il giusto divieto.

La mistica della maternità /2

Bellissimo, due polemiche uguali ed opposte a pochi giorni di distanza l’una dall’altra. Entrambe sostenute dalla sinistra.

La prima è la questione delle famiglie arcobaleno, il crescere con due mamme, due papà, una mamma e un papà, per chi protesta è la stessa cosa, ed il figlio di una coppia omosessuale deve essere considerato figlio “biologico” di entrambi (registrazione di entrambi i partner come genitori nell’atto di nascita), la seconda esplosa da poco è la proposta di legge Serracchiani per evitare il carcere alle neomadri perché un bambino ha diritto di crescere vicino alla madre e di non crescere in carcere.

Confrontando le due cose, mi verrebbe da dire: e il padre? cioè la proposta di legge riguarda solo le madri “biologiche XX”, non i padri. Il padre se condannato deve andare in carcere anche se il figlio è piccolo. E, nel caso fosse condannato uno dei due partner di una coppia omo? come distinguere il genitore 1 a maggior tutela dal genitore 2? Il giudice deve lanciare una moneta? decidono loro? E se il figlio fosse di una donna che si identifica in un uomo e un uomo che si identifica in una donna? Le polemiche degli ultimi giorni offrono non pochi spunti per bollare di transfobia la proposta Serracchiani.

Come avevo scritto qui, abbiamo di nuovo due narrazioni che confliggono:

  1. per i bambini basta l’amore quindi due padri sono equivalenti ad due madri, ad un padre e una madre o ad un solo genitore.
  2. i padri non sono perfettamente equivalenti alle madri nell’allevamento dei bambini

Ed entrambe, se sviluppate, portano a conseguenze interessanti:

  • Se è vera 1 allora perché le madri devono essere tutelate più dei padri? Perchè la madre, se il figlio è piccolo, non dovrebbe andare in carcere mentre il padre può andare tranquillamente al gabbio visto che il figlio verrà tenuto dalla madre? La madre non potrebbe lasciare il figlio al padre?
  • Se è vera la 2, allora avere un padre e una madre è diverso dall’avere due madri o due padri…

Mi sa che Orwell quando parlava di bipensiero e della capacità di pensare contemporaneamente una cosa e il suo esatto contrario aveva visto lungo…

I DIRITTI DI

attenti, a furia di chiamare “diritti” i capricci qualcuno inizierà a chiamare “capricci” i diritti

ilblogdibarbara

I diritti dei bambini, i diritti delle donne, i diritti delle minoranze, i diritti degli omosessuali, i diritti degli handicappati… Altro che mano alla pistola: se avessi un mitra a portata di mano vuoterei l’intero caricatore. Sembra che troppo spesso qualcuno dimentichi l’esistenza di una cosa che si chiama DIRITTI UMANI: diritti che sono prerogativa inalienabile di ogni essere umano, uomini e donne, bambini e adulti, bianchi neri ciclamino lilla e blu di Prussia, omosessuali eterosessuali bisessuali nosessuali, abili e disabili. Sono diritti DI TUTTI. Se qualcuno reclama diritti per una specifica categoria, in realtà non sta reclamando un diritto: sta pretendendo un privilegio. Poi ci sono determinate persone o categorie, come i bambini e gli handicappati psichici, che non sono in grado di far valere i propri diritti: in questo caso ci sarà qualcuno che avrà il DOVERE di farlo al posto loro, nient’altro che questo: i diritti, restano…

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