Un articolo del fatto che ho trovato molto interessante perché mostra abbastanza bene il “fascismo antifascista”, ovvero il condannare il fascismo perché imponeva di pensare tutti allo stesso modo, gradito a lui, e contemporaneamente tenere lo stesso comportamento che si condanna, ovvero chiunque non la pensi come me è un fascista, razzista omofobo.
Sorgente: Libertà, rispettare la tua non significa che puoi essere omofobo o razzista. Tantomeno fascista – Il Fatto Quotidiano
Una delle cose che mi sono sempre sentita ripetere dagli adulti ogni volta che litigavo con mio fratello (più o meno ogni 20 secondi) era: “la propria libertà finisce dove comincia quella degli altri”. Un sano principio frutto della saggezza popolare e, mi sono resa conto ieri, di un tempo in cui il rispetto della libertà non era così scontato. La Giornata della Liberazione dunque, che nulla ha a che vedere con i diritti di tutti gli unicorni glitterati come me. O forse sì.
La Liberazione è stato l’apice della lotta per far sì che la propria libertà fosse rispettata come limite alla libertà degli altri, mentre in una società fascista ognuno è libero solo nella misura in cui si conforma a un modello imposto, sia questo religioso, politico, etnico, sessuale o qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente. Una realtà senza differenze e senza eccezioni, in cui tutti sono uguali non perché hanno uguali diritti, ma perché sono tutti schiavi allo stesso modo. (…)
In realtà non è un problema di stupidità, ma di debolezza al sofismo. Uno dei diritti conquistati dalla Liberazione è il classico: “io ho la libertà di dire quello che penso”. Sacrosanto. Il problema è che quando quello che uno pensa è fascista/razzista/omofobo/transfobico/ecc. sembra ci si imbatta in un circolo vizioso, in un loop etico e filosofico senza uscita, se non fosse per quella benedetta saggezza contadina a cui non importa niente del sofismo e che quindi lo ara col buon senso. La tua libertà finisce dove comincia la mia. Puoi dire quello che pensi, ma nel momento in cui quello che pensi lede la mia libertà di fede, di amare chi mi pare, di vivere in quanto donna, disabile o persona di colore, allora devi tacere. E non vale dire “io ho la libertà di non voler vedere due uomini che si baciano” perché quella libertà tu ce l’hai già: sei libero di guardare dall’altra parte. Due uomini che si baciano non ti toglie la libertà di baciare una persona del sesso opposto, ma il tuo rendere la loro vita un inferno toglie loro la libertà di baciarsi.
Questo è il punto focale dell’articolo: prima considerazione in che modo il dire qualcosa di fascista etc. etc. lede la libertà altrui? Se io dico la frase: “per me Mussolini è stato il miglior politico italiano”, in che modo, dicendo tale frase, comprimo le liberà altrui? Se io dico: “io odio X”, in che modo comprimo la libertà di Tizio di essere X?
Bisogna tener distinto quello che si dice, che a meno che non sia qualcosa previsto come reato è sempre lecito, dalle azioni. Io ho tutto il diritto di non apprezzare X, non ho il diritto di impedire X. Io son libero di considerare il gay pride una penosa carnevalata fuori stagione o di considerare il family day la festa del bigottismo, e ho il diritto di esprimere la mia idea, il diritto che non ho è di impedire agli altri di esprimere le loro.
Cercare di vietare le opinioni che non si condividono a colpi di “opinione fascista”, non hai il diritto di esprimerla è una zappa sui piedi tremenda, sia perché si usa un fascismo vero per contrastarne uno presunto, sia perché sdogana alla grande il fascismo “storico”.
Riprendo il passaggio clou
puoi dire quello che pensi, ma nel momento in cui quello che pensi lede la mia libertà di fede, di amare chi mi pare, di vivere in quanto donna, disabile o persona di colore, allora devi tacere.
La domanda è semplice; come la mera espressione del pensiero lede la tua libertà di fede, di amare etc. etc.? Non sentire opinioni contrarie alle proprie è un diritto, ma tale diritto lo si attua mettendosi i tappi per le orecchie non imponendo agli altri di non dire cose che non trovano d’accordo.
La Liberazione ha portato libertà e la vera libertà crea ancora più libertà, perché questa non discrimina, abbraccia tutti. Il Fascismo si maschera da libertà di essere razzista, omofobo, transfobico, antisemita, islamofobico, sessista, per toglierla, pezzetto per pezzetto, a tutti. Il Fascismo vuole solo per se stesso la libertà di urlare ciò che annienta la libertà di tutti gli altri. No cari amici, non avete la libertà di urlarmi contro frasi omofobe o razziste o discriminatorie o di apologia fascista. L’unica libertà che avete è il silenzio. Una libertà che vi è stata concessa, per altro, da persone come nonna Femia e nonno Gastone che hanno vissuto sui monti quella giovinezza che voi passate riempiendovi la bocca di veleno e piatti regionali.
Riscriviamola leggermente diversa:
vuole solo per se stesso la libertà di urlare ciò che annienta la libertà di tutti gli altri. No cari amici, non avete la libertà di urlarmi contro frasi anticattoliche o razziste verso gli italiani o discriminatorie o di apologia di reato quale l’acquisto di infanti o la schiavitù dell’utero in affitto. L’unica libertà che avete è il silenzio.
Così suona molto fascista vero? E quindi il fascismo da cosa dipende: dal modo di comportarsi oppure solo dalla stronzata detta? “X di merda” è giustissimo mentre “Y di merda” no? Fascismo è un modo di comportarsi e di agire, non si può ridurre solo ad una preferenza verso il colore della camicia.