il balletto della politica

Sto guardando divertito il balletto della politica; il bello è che con la situazione attuale il posto più comodo è all’opposizione. Chi governa, vista la situazione, dovrà prendere scelte dolorose e, se avevi promesso di tutto e di più, potresti deludere qualcuno. Gli stellini volevano fare i puri e adesso nel non partito è partita la gara a chi, domani, sarà il più puro che epurerà gli altri. A furia di chiamare inciuccio qualsiasi tentativo di trattativa e di scambio, ovvero l’anima reale della politica, ti trovi davanti al bivio se fallire per incapacità nel trattare con gli altri o finire “pugnalato” da chi mira ad essere re in un partito con il 10% rispetto ad essere servo in uno con il 30%.

PD: quello che il M5S fa di nascosto il PD lo fa in piazza. i soliti giochetti fra gli autonominatisi leader; il solito pollaio dove tutti dicono di tutto e contemporaneamente si lamentano che gli altri parlino. Con il problema che la pattuglia Renzi al senato può impallinare qualsiasi accordo il PD faccia con chiunque. Uscire dal PD, leu docet, significa finire con il piattino ad elemosinare qualche poltrona.

CDX: uniti si vince, berlusconi, purtroppo, è ancora determinante. Penso che anche loro vogliano stare fermi un giro lasciando il cerino in mano agli stellini. Le elezioni regionali hanno mostrato come il voto ai 5s sia soprattutto voto di protesta, voto per sua natura estremamente volatile.

Mi sa che gentiloni resterà in sella a lungo, soprattutto se per “responsabilità” gli votano il DPEF.

 

mozione degli stellini per un embargo verso israele…

Bernini Paolo – M5S con Paolo Bernini

Ieri ho depositato questa mozione, firmata dai deputati di Difesa ed Esteri del M5S.

Scrivere: “colleghi delle commissioni Difesa e Esteri” era troppo complicato? Non pretendo la perfezione assoluta ma un poco di proprietà di linguaggio da parte di un parlamentare non guasterebbe.

La notizia è stata ripresa dal Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/22/m5s-embargo-bellico-fermiamo-la-vendita-di-armi-allo-stato-di-israele/1068729/

Il TESTO DELLA MOZIONE, qui di seguito:

– premesso che:

in riferimento ai principi contenuti all’art.11 della Costituzione italiana, l’Italia condanna ogni forma di aggressione armata reciproca tra Israele e Palestina, come risoluzione dei conflitti politici;

Cominciamo con le citazioni a sproposito della costituzione, il fatto che l’italia ripudi la guerra non  significa ipso facto che condanna chi entra in guerra.

dal 1948 ad oggi, Israele non ha rispettato settantatre risoluzioni dell’ONU, aggravando di fatto i rapporti interni con i palestinesi e le tensioni con i Paesi confinanti, spesso sfociati in conflitti armati;

Che invece le hanno rispettate pedissequamente…

dal secondo dopoguerra, i conflitti armati intercorsi tra israeliani e palestinesi sono stati caratterizzati da un’evidente disparità di armamenti bellici in dotazione ai rispettivi popoli: nel caso israeliano, il loro rappresenta uno degli eserciti più numerosi e meglio armati del Mondo, mentre nel caso palestinese, la popolazione è sotto embargo di Israele e non possiede nemmeno un esercito regolare;

E allora? Gli yankiee per parità dovevano regalare una atomica al giappone?

negli ultimi dieci anni, dal 2004, vi sono stati 6 conflitti armati tra israeliani e palestinesi, rispettivamente nel: 2004 (Operazione Arcobaleno), 2006 (Operazione Piogge estive), 2008-2009 (Operazione Inverno caldo) e (Operazione Piombo fuso), 2012 (Operazione Pilastro di sicurezza), 2014 (Operazione Margine di protezione). In questi conflitti, la stragrande maggioranza delle vittime, secondo i dati ufficiali, sono state palestinesi. Nelle ultime tre precedenti “operazioni” – solo per citare i più recenti – in “Inverno caldo” sono morti 4 israeliani (3 militari e un civile) a fronte di 112 palestinesi di cui 58 civili. In “Piombo fuso” sono morti 13 israeliani (dieci soldati e tre civili) a fronte di circa 1.330 palestinesi (900 civili e 400 soldati). Mentre durante “Pilastro di sicurezza”, sono morti 5 israeliani a fronte di 161 palestinesi, di cui 71 civili.

e allora? dove sta scritto che in un conflitto debba esserci lo stesso numero di morti da una parte e dall’altra? se una parte entra in guerra quando non è preparata o non è in grado di vincere prende solenni legnate. È dai tempi dei babilonesi che capita…

è in corso un conflitto pluridecennale tra israeliani e palestinesi che dall’8 Luglio 2014 è sfociato, per l’ennesima volta, in una escalation di violenza rappresentata da bombardamenti ai danni del popolo palestinese confinato nella Striscia di Gaza (operazione Margine di protezione), che annovera tra le sue vittime oltre 500 persone – al 21 Luglio 2014 – di cui il 70%, in maggioranza bambini (come testimoniato dal bombardamento del 16 Luglio 2014 sulle spiagge della Striscia, che ha visto come uniche vittime 4 bambini palestinesi ),

Cominciano le sparate: questo documento delle nazioni unite http://www.ochaopt.org/documents/ocha_opt_sitrep_30_07_2014.pdf parla di 827 civili morti di cui 243 bambini. Dov’è il 70% di bambini morti?

ed aggravato da un intervento di terra nella Striscia di Gaza, iniziato in data 18 Luglio 2014. Al 21 Luglio le vittime israeliane sono: 18 soldati e due civili. A questo si aggiunge il bombardamento del 21 luglio 2014, dove un razzo israeliano ha colpito un ospedale di Gaza provocando 4 morti e 17 feriti. Bombardare gli ospedali è proibito dalla Quarta Convenzione di Ginevra che recita, all’articolo 18 quanto segue: “gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi e alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti belligeranti”

E ai sensi dell’articolo 19 della medesima convenzione l’uso di strutture sanitarie come supporto alle operazioni militari fa cessare immediatamente la protezione accordata dal succitato articolo 18.

da http://www.admin.ch/opc/it/classified-compilation/19490188/index.html, i due articoli

Art. 18

Gli ospedali civili organizzati per prestare cure ai feriti, ai malati, agli infermi e alle puerpere non potranno, in nessuna circostanza, essere fatti segno ad attacchi; essi saranno, in qualsiasi tempo, rispettati e protetti dalle Parti belligeranti.
Gli Stati partecipanti ad un conflitto dovranno rilasciare a tutti gli ospedali civili un documento che attesti il loro carattere di ospedale civile e precisi che gli edifici da essi occupati non sono utilizzati a scopi che, nel senso dell’articolo 19, potessero privarli della protezione.
Gli ospedali civili saranno contrassegnati, semprechè vi siano autorizzati dallo Stato, mediante l’emblema previsto dall’articolo 38 della Convenzione di Ginevra del 12 agosto 19491 per migliorare la sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campagna.
Le Parti belligeranti, in quanto le esigenze militari lo consentano, prenderanno le misure atte a rendere nettamente visibili alle forze nemiche, terrestri, aeree e marittime, gli emblemi distintivi che segnalano gli ospedali civili, allo scopo di scongiurare la possibilità di qualunque azione aggressiva.
In considerazione dei pericoli che la prossimità di obiettivi militari può costituire per gli ospedali, si dovrà vigilare affinchè tali obiettivi ne siano possibilmente lontani.
1 RS 0.518.12

Art. 19

La protezione dovuta agli ospedali civili potrà cessare soltanto qualora ne fosse fatto uso per commettere, all’infuori dei doveri umanitari, atti dannosi al nemico. Tuttavia, la protezione cesserà soltanto dopo che un’intimazione con la quale è fissato, in tutti i casi opportuni, un termine ragionevole, sia rimasta senza effetto.
Non sarà considerato come atto dannoso il fatto che in questi ospedali siano curati dei militari feriti o malati o che vi si trovino armi portatili e munizioni ritirate a questi militari e non ancora consegnate al servizio.

L’uso di ospedali come postazioni per far partire attacchi militari li rende ipso facto obiettivi militari e pertanto il colpirli non è un crimine di guerra.

– considerato che:

L’Unione europea, in risposta alla guerra civile siriana iniziata il 15 Marzo 2011, ha imposto di comune accordo come misura di intervento internazionale, in data 23 Luglio 2012, tramite il Consiglio Affari Esteri riunito a Bruxelles, di estendere le sanzioni alla Siria rafforzando in particolare l’embargo in vigore sulle armi fino a che non fosse terminata la guerra civile. Decisione che ha in seguito lasciato autonomia di scelta ad ogni Stato membro dell’UE a partire dal 28 Maggio 2013.

il conflitto tra israeliani e palestinesi, ovvero due popoli che vivono nei confini dello stesso territorio, Israele, possiede tutte le caratteristiche di una guerra civile;

– impegna il governo:

a interrompere ogni forma di vendita di armi e sistema d’arma allo Stato di Israele, per la durata di 5 anni a partire dall’approvazione della presente mozione. Periodo entro il quale, se non si verificheranno ulteriori operazioni militari e/o violazioni di diritti civili ad opera di Israele ai danni del popolo palestinese, verrà ripristinata la vendita dei suddetti armamenti allo Stato Israeliano. Nel caso di una o più future operazioni militari lanciate da Israele volte a colpire il popolo palestinese, l’embargo sulle armi sarà esteso per 5 anni a partire dalla data di termine dell’ultimo conflitto.

Prima cosa: se noi non vendiamo armi ad israele sicuramente le venderà qualcun’altro.

Seconda cosa: e i qassam lanciati dalla striscia di gaza da dove vengono?

Terzo:  qui non abbiamo un bullo che vuole menare e un poveraccio che le prende, abbiamo due bulli di cui uno, johnny mozzarella, che va a stuzzicare tyson e, nonostante prenda solenni randellate, continua a minacciare e stuzzicare. Per far cessare il conflitto o si riesce a far ragionare entrambe le parti in causa oppure si continuerà ad libitum. Mozioni simili sono controproducenti perché invitano una delle parti a cercare di massimizzare le proprie perdite civili per pietire fondi e finanziamenti a fondo perduto dall’occidente. Fondi usati, se le ultime notizie vengono confermate, per comprare qassam e scavare tunnel sotto gaza verso l’egitto e israele.

Da dei parlamentari mi aspetterei analisi un tantino più complesse e azioni politicamente più oculate che scrivere mozioni, con motivazioni i cui dati sono completamente sballati, buone solo per arruffianarsi il voto degli orbi che vedono tutti i torti solo da una parte e tutte le ragioni solo dall’altra.

La guerra è sangue e merda, trasformarla in un fumettone od in un film sulla resistenza ai tempi di faccialibro rimane controproducente.

se lo racconti non ti credono

un amico ha condiviso la seguente immagine (proveniente dalle pagine di FB di alcuni cittadini portavoce).

 

pics2

 

Schema pieno di bufale e di strafalcioni, buoni per sedurre boccaloni e convincerli di essere persone impiegate nella battaglia bene contro male, partigiani 2.0 che invece del mitra in montagna usano FB dal salotto.

Il problema è che a parte dei boccaloni di cui sopra, purtroppo diffusissimi grazie ad una pessima scuola che, invece di formare il senso critico e insegnare la verifica delle fonti, illude analfabeti facendo loro credere di essere dei dottoroni perché “basta una ricerchina su google o su youtube (rinomatissima università), chi conosce un poco come funzionano le cose prima ride e poi si chiede quali garanzie possa fornire chi scrive, o beve come acqua fresca, cotali vaccate.

Tanto per parlare degli strafalcioni:

  1. la corte costituzionale nella sentenza cui dichiara che la legge elettorale è incostituzionale conferma comunque la piena legittimità del parlamento ergo può legiferare e dare la fiducia al governo
  2. I parlamentari sono stati scelti dai cittadini mediante regolari elezioni, se i cittadini non avessero voluto l’elezione di tizio e di caio non avrebbero votato i partiti che li hanno candidati. La questione delle preferenze è solo un uomo di paglia.
  3. L’articolo 85 della costituzione recita:

    Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.

    Trenta giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei deputati [cfr. art. 63 c.2] convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali [cfr. art. 83 c.2], per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica.

    Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, la elezione ha luogo entro quindici giorni dalla riunione delle Camere nuove [cfr. art. 61 c.1]. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica.

    Trovo grave che un parlamentare che dichiara di voler difendere la costituzione e lancia accuse di incostituzionalità sia incapace di comprenderla e citarla correttamente.

  4. Non è scritto da nessuna parte che le alleanze elettorali debbano essere dichiarate prima. La costituzione pone come centrale il parlamento senza alcun vincolo di sorta. Se per assurdo si fosse formata, in parlamento una maggioranza SEL – Lega – M5S e avesse dato la fiducia a Piergianroberto C. sia il governo che il parlamento sarebbero stati legittimi.
  5. I cittadini non eleggono direttamente alcun presidente del consiglio. Non è previsto nella costituzione, è stato fatto per motivi demagogici prima da berlusconi e poi da tutti gli altri ma non c’è alcuna norma costituzionale o di legge che prevede l’elezione diretta del presidente del consiglio. Nel dare la fiducia ad un presidente del consiglio il parlamento è sovrano.
  6. Il fatto che renzi aveva dichiarato di voler passar prima dalle elezioni è forse l’unico punto sensato. Però in politica la coerenza è una parola grossa.
  7. La reductio a P2 è l’equivalente della reductio ad Hitlerum, qualunque cosa sia stata voluta dalla P2 la rende ipso facto perversa e da condannare. Non oso immaginare se uscisse un intervista a Gelli in cui egli dichiara che prendersi a martellate nei testicoli è doloroso. Forse avremmo il primo caso di un partito intero che riesce a fregiarsi del premio darwin.
  8. Il resto sono babau e farloccate. Visto l’abuso dei referendum ritengo giusto un aumento del numero di firme, ed una magistratura incapace di interpretare e giudicare correttamente le leggi, come capitato nel caso stamina, è da riformare immediatamente.

Conclusione: se scrivi troppe cavolate poi non offenderti se vieni considerato, da chi è almeno un poco informato, solamente un cazzaro in cerca di visibilità.

Discriminazione anticostituzionale o banale capriccio ?

da un messaggio ricevuto durante uno scambio di commenti sul forum del fatto

La selezione va fatta durante l’iter universitario e non impedendo di fatto l’iscrizione a coloro
i quali non possono permettersi di pagare uno specifico corso privato 
di preparazione ai test d’ingresso (creando una condizione 
anticostituzionale di discriminazione in base al ceto economico).
test possono solo avere valore di orientamento attitudinale se 
realizzati in modo adeguato e non con i criteri attuali di cui si 
capisce poco la ratio (creare una fonte di guadagno per gli 
organizzatori dei corsi di preparazione?).
Trovo comunque sbagliato fare il test a due mesi dalla maturità.

Da notare  come la costituzione venga usata per giustificare capricci: “ueh ueh, voio andare all’università anche se non conoscio benne l’itagliano e la mattemmattica”.

La preparazione ai test la dovrebbe fornire la scuola superiore. Se la scuola superiore non funziona lo scandalo non è il ricco che può, pagando, rimediare a quanto non è stato ivi fatto ma il povero che magari si trova le gambe spezzate a causa di docenti magari più interessati al fantacalcio che a spiegare la parabola e le equazioni di II grado e compagni più interessati a far cacciara che a capire la matematica. Meglio demonizzare il test, e magari tirar fuori il jolly del gombloddo!!!!111!!!!!!, che provare a dire che alle superiori alcuni docenti lavorano poco(1) e che il loro scarso lavoro danneggia gli studenti capaci e meritevoli che rimangono ignoranti a causa di simili docenti.

La frase “test possono solo avere valore di orientamento attitudinale se realizzati in modo adeguato e non con i criteri attuali di cui si  capisce poco la ratio” l’ho trovata umoristica; la ratio è molto semplice, bisogna selezionare nella massa quelli che hanno le maggiori  probabilità di riuscire a seguire proficuamente un corso di livello universitario. Visto che è condizione necessaria per far ciò avere conoscenze di base di matematica, biologia, chimica e logica scegliamo quelli che, in media, hanno maggiori conoscenze(2). Il resto è aria fritta per non dire che non si vuole alcuna selezione. La frase ricorda tanto molte altre frasi sentite per l’invalsi: si alla selezione, si alla meritocrazia ma il sistema è sbagliato. E ovviamente non si dice mai quale debba invece essere un sistema giusto.

Quello che di questo modo di pensare comunque mi dispiace è che a furia di chiamare “diritto costituzionalmente garantito” qualsiasi capriccio passi per la testa si finirà a considerare capricci anche i veri diritti costituzionali.  Ed è questa la vera tragedia.

(1) E spesso sono i più amati dai fancazzisti, categoria cui appartengono si wannabe sindacalisti che la maggior parte del seguito dei wannabe.

(2) Si può capitare il caso del fortunello che conosce solo le 80 domande ma è 1 su 8000 ammessi.

il voto è uno strumento efficace per punire gli sprechi e premiare merito ed efficienza ?

Stavo discutendo di tasse con Raphael e lui ha osservato:

giustamente noti lo sbilanciamento della folle inefficienza dell’italico stato. Forse perché il voto non è uno strumento efficace per punire gli sprechi e premiare merito ed efficienza, perlomeno nelle democrazie rappresentative occidentali.

Per rispondere alla domanda chiediamoci in primo luogo cosa sia il “voto”. Il voto non è altro che un sistema mediante il quale N elettori scelgono M persone, che chiameremo per brevità rappresentanti, con il compito di amministrare (o di legiferare) su stato, regione, comune. I voti sono anonimi(1) e ciò significa che hanno tutti lo stesso peso.

Quindi questi M dovrebbero essere una “proiezione” delle idee politiche degli N elettori e, parlando sempre di un caso ideale, le proporzioni di idee all’interno degli M dovrebbero essere le stesse di quegli N(2).

Il voto dovrebbe far emergere le idee condivise dalla maggioranza dei votanti, sembra logico che se la maggioranza delle persone dice di desiderare un politico che faccia X, Y e Z voti un politico che promette di fare tali cose. Perché allora nonostante le elezioni in italia c’è un notevole casino e generalmente i politici fanno un passo avanti, due sbilenchi, mezzo indietro e quattro di lato(3)? Dove sono gli inghippi ?

Ci sono inghippi interni al partito:

Uno: Ogni partito ha un insieme di proposte pubbliche P1, P2, P3,… difficilmente un elettore si riconosce integralmente in tutte le proposte di un singolo partito; ad esempio posso essere favorevole ad un maggior rigore nei confronti della gestione del problema clandestini e contemporaneamente favorevole al permettere agli omosessuali di stipulare contratti matrimoniali. Questo significa un elettore quel partito vorrebbe magari P1 integrale e P2 attenuato, P3 gli è indifferente mentre un altro sarebbe disposto a sopportare P1 purché vengano attuate immediatamente P3 e P4.

Due: Ci sono un insieme di questioni dibattute Q1, Q2, Q3… dove il partito ufficialmente non ha preso posizione e al suo interno gli elettori sono divisi in due blocchi comparabili, diciamo da 70 contro 30 a 50-50.

Tre: Ogni partito è poi conscio che i suoi elettori hanno un insieme di desideri “privati” D1, D2, D3, ovvero cose che vorrebbero ma che per un motivo o per un altro è meglio non esprimerle pubblicamente e platealmente: ad esempio il depotenziare la lotta contro l’evasione fiscale per permettere la sopravvivenza delle aziende(4), o il non voler pagare le conseguenze di una semplificazione amministrativa(5), o il non volere misure di qualità della scuola. Anche questi desideri privati possono essere in contrasto con le proposte pubbliche, ad esempio miglioramento della lotta all’evasione e depotenziamento di equitalia.

Quindi un partito dovrà cercare di portare avanti le sue proposte, cercare di rimanere coeso sulle questioni dibattute internamente e cercare di soddisfare i desideri privati, evitando di scontentare troppo i propri potenziali elettori. Ogni partito ha problemi di coerenza interna, senza considerare che può anche avvenire che un eletto nel partito X poi per motivi di interesse personale cambi casacca e sposi le idee del partito Y, purtroppo gli eletti hanno anche degli interessi personali, fra cui c’è generalmente quello di essere rieletti o far carriera in politica, e che cercheranno di tutelare anche i desideri “privati” degli elettori del proprio collegio, anche a discapito del partito cui fanno parte.

E ci sono gli inghippi esterni: qualsiasi gruppo di pressione(6) si muoverà, in maniera legale o meno, affinché le proposte del partito impattino il meno possibile sugli interessi dei loro membri. Ogni partito deve sostenere lotte contro i gruppi di pressione cercando di capire quanti voti del partito quei gruppi possano spostare. Ecco perché la stessa manifestazione della CGIL ha diversi effetti se svolta contro un governo PD o PDL, generalmente i cgellini non votano per Berlusconi.

Essendo consapevoli di quanto riportato sopra, si capisce perché il voto non sembra funzionare per punire gli sprechi e premiare merito ed efficienza:

Primo: gli elettori vogliono realmente che si puniscano gli sprechi e si premi il merito e l’efficienza o preferiscono che la lotta agli sprechi sia una alta dichiarazione di principio, ma guai a toccare il mio posto di usciere all’istituto per la tutela degli orsi polari del sahara.

Secondo: gli elettori son pronti al ricevere disagi subito nell’ottica di potenziali vantaggi in seguito (ad esempio un potenziamento dei controlli sul rispetto delle norme antisismiche degli edifici, con il vantaggio di non prendersi un calcinaccio in testa in caso di terremoto) o preferiscono il “qui e subito” ? (no controlli e se vi casca la casa in testa ‘zzi vostri colpa della commissione grandi rischi 😦 ).

Terzo: presa una decisione gli elettori si manterranno coerenti con quella oppure, non appena si rendono conto delle conseguenze della loro decisione, si precipiteranno a cambiare casacca rimangiandosela ? In questo Equitalia è un caso da manuale.

Quindi chiederci se io voto funziona o meno per punire gli sprechi è, per me, fuorviante. La domanda da porsi invece è: la maggioranza degli elettori vuole realmente punire gli sprechi e premiare il merito o si metterà a frignare che se si puniscono gli sprechi pagano sempre i poveracci?

(1) O dovrebbero essere anonimi; in realtà trucchi per rendere meno anonimi i voti in maniera tale da poter verificare che si sia votato secondo le direttive del partito ci son stati fin dal 1945…

(2) Siccome M<N molte idee propugnate da una minoranza esigua di appartenenti ad N non avranno rappresentanti.

(3) Vedi il risultato delle ultime elezioni: tanti di quei giri di valzer da rimanere storditi, e il PDL che s’allea con PD e rompe con la lega, il PD che lascia vendola per berlusconi, grillo che si rimangia un bel po’ delle sue idee, ad esempio lo steaming di tutte le riunioni dei pentastellati.

(4) dire che abbiamo un fisco sbilanciato e da rapina e che urge riformarlo è taboo.

(5) semplificazione amministrativa significa anche eliminazione delle sovrapposizioni di competenze fra gli enti e quindi riduzione del personale degli uffici. Se i controlli sanitari sono di competenza esclusiva della sola ASL non servono uffici per i controlli sanitari in comuni e province. Se la tutela dei beni archeologici è compito esclusivo della sopraintendenza, non serve un ufficio per la tutela dei beni culturali in provincia. E son posti di lavoro, nel pubblico, che si perdono.

(6) chiariamo: un gruppo di pressione non è detto che sia illegale, non è scritto da nessuna parte che debba essere formato solo da incappucciati che perseguono fini occulti. I dipendenti che lottano contro la chiusura dell’ente nazionale per la protezione dell’orso polare sahariano sono un gruppo di pressione, i sindacati anche, le associazioni dei taxisti pure, anche i noTAV possono essere visti come gruppo di pressione.

il ritorno dello zombie

Berlusconi ha annunciato il suo ritorno in campo, e come nei migliori film di zombie, è partita l’epidemia e la scena politica si sta tornando a riempire di zombie, cadaveri putrefatti con poco cervello, in risposta alla discesa in campo del berlusco.
Personalmente penso che berlusconi sia, dal punto di vista politico, oramai un cadavere. Ha promesso troppo ed ha mantenuto, per colpe sue e degli (pseudo)alleati, troppo poco per poter essere ancora credibile.
Dall’altra parte però stanno mettendosi d’impegno per perdere malamente. Non si son resi conto che la gente è stufa dei tatticismi e dei rituali della prima e della seconda repubblica, che non interessa la marca di vasellina da usare con vendola o a quale messa andare con casini, interessa sapere cosa fare per tirar fuori l’italia dal pantano.
Il PDL s’è letteralmente squagliato, di pietro tramontato il cavaliere è diventato evanescente ed il PD invece di tirar fuori una faccia almeno credibile e un programma chiaro si scaglia a deplorare il comportamento di berlusconi.
Invece di urlare in ogni piazza “elezioni, siamo pronti a governare”.
Temo che anche questo giro finirà in un pareggio pdl 15% circa, pd magari 30% crick casini e croc vendola con un 5/6% a testa e grillo con un robusto 20%. Italia ingovernabile e commissariamento europeo, con monti confermato presidente che dovrà passare, come tradizione della II repubblica, il 90% del tempo a difendersi dagli alleati.
Amen.

ignoranza statistica e demagogia spicciola

fonte: http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=165492

Uomini e donne dovranno avere, a parita’ di ruolo, lo stesso stipendio; e questo entro il 2016. E’ l’impegno assunto dal governo in commissione Lavoro del Senato, accogliendo un ordine del giorno dell’Idv (prima firma Giuliana Carlino), nell’ambito dell’esame del ddl lavoro. L’ordine del giorno e’ stato approvato all’unanimita’. Il documento, approvato dalla commissione con il parere positivo del governo, ricorda i dati diffusi questa settimana in occasione della Giornata europea per la parità retributiva nell’Unione europea, secondo i quali le donne continuano a guadagnare in media il 16,4% in meno degli uomini.

Qualcuno ricordi urgentemente alla commissione che i contratti collettivi nazionali non prevedono alcuna discriminazione della retribuzione per sesso, così come le tariffe degli ordini professionali.  Quell’ODG oltre ad essere demagogia spicciola è purissima fuffa.

Per il resto sarei curioso di sapere come è stato calcolato quel 16.4%, informazione che il lancio di agenzia ripreso da rainews si guarda bene dal dire. Hanno considerato la media della popolazione lavorativa maschile confrontandola con quella femminile ? Hanno confrontato le “inesistenti” differenze fra le retribuzioni tabellari per uomini e per donne previste nei contratti di lavoro ? Hanno confrontato le retribuzioni per tipologia di lavoro ?

Quello è un numero che, senza le informazioni su come è stato ricavato non significa assolutamente niente, ci possono essere molte spiegazioni sensate che non si riducono al piagnisteo “povera donna discriminata”; fra le cause ci possono essere:

– può darsi che gli uomini facciano più straordinari e stiano di più in missione lontano dalla famiglia rispetto alle donne (e logicamente per gli uomini aumenta la parte variabile della retribuzione).

– più donne scelgano il part time rispetto agli uomini (e anche in questo caso la rettribuzione di un tempo pieno è maggiore rispetto a quella di un tempo parziale)

– più donne (per forza o per amore) facciano le casalinghe rispetto agli uomini

Per risolvere i problemi dell’occupazione femminile più che inutili ordini del giorno forse sarebbe meglio migliorare i servizi sociali verso le famiglie, più asili e più facilità di accesso a questi, più strutture di supporto per anziani, che sparare cifre a caso tanto per fare polemichette di infima tacca.

PDL una sana batosta

Il PDL le ha prese e di brutto.
Cosa prevedibile dopo che illudi i tuoi elettori per un sacco di tempo; per cosa hanno chiesto i voti ?
Adesso o si cambia registro di botto facendo piazza pulita della vecchia nomenclatura e si tirano fuori, in primo luogo, le idee su come governare la polis e le persone capaci di attuarle oppure ci si sta candidando ad una solenne, anche se meritata, batosta alle politiche.

Servono idee, non il kamasutra delle alleanze.

casca ? non cascherà, non cascherà.

Periodicamente, ad ogni starnuto della (pseudo) maggioranza parte il coretto che invoca la caduta del berlusco ed una nuova fase. Purtroppo il governo, paradossalmente, è solido e sostenuto da una solida maggioranza. Malpancisti, ripensatori, dissociati e compagnia cantante stanno semplicemente cercando di ottenere il più possibile sfruttando il loro potere di ricatto. Brevemente perché berlusconi rimarrà:

1) andare adesso alle elezioni sarebbe, per la maggioranza una batosta annunciata e, con l’attuale legge elettorale, molti malpancisti, responsabili, ripensanti e compagnia cantante, sarebbero fuori dal parlamento. Quindi cercheranno di evitare le elezioni, o procrastinarle il più a lungo possibile a costo di votare la fiducia fra i conati di vomito.

2) il PD non è in grado ne di presentare un programma e neppure un leader credibile, se le elezioni fossero adesso l’unica cosa che potrebbe fare è il mulo per tirare la volata a vendola o a casini. Prospettiva non molto entusiasmante.  Anche il governo di solidarietà, o come cavolo lo vorrebbero chiamare, li costringerebbe a prendere decisioni “dure”, mettersi contro sindacati e loro elettori tradizionali. E questo porterà a dissipare il vantaggio dovuto al fatto di essere stati l’opposizione e di essersi opposti alle politiche del berlusco.

3) napolitano è andato molto oltre le righe e il suo ruolo istituzionale, una prova di forza; una ulteriore prova di forza rischierebbe seriamente di causare uno scontro reale fra i vari poteri dello stato. Sarebbe una roulette russa con esiti imprevedibili.

4) Se si votasse con questa legge Fini, Casini e compagnia cantante sarebbero condannati all’irrilevanza politica schiacciati fra i due. Potrebbero guadagnare qualcosa ma se le elezioni finiscono in pareggio e, conseguentemente, PD e PDL si uniscono nella grosse koalitionen finirebbero a secco.

5) La lega o sta con il berlusco o fa la secessione.