Stavo discutendo di tasse con Raphael e lui ha osservato:
giustamente noti lo sbilanciamento della folle inefficienza dell’italico stato. Forse perché il voto non è uno strumento efficace per punire gli sprechi e premiare merito ed efficienza, perlomeno nelle democrazie rappresentative occidentali.
Per rispondere alla domanda chiediamoci in primo luogo cosa sia il “voto”. Il voto non è altro che un sistema mediante il quale N elettori scelgono M persone, che chiameremo per brevità rappresentanti, con il compito di amministrare (o di legiferare) su stato, regione, comune. I voti sono anonimi(1) e ciò significa che hanno tutti lo stesso peso.
Quindi questi M dovrebbero essere una “proiezione” delle idee politiche degli N elettori e, parlando sempre di un caso ideale, le proporzioni di idee all’interno degli M dovrebbero essere le stesse di quegli N(2).
Il voto dovrebbe far emergere le idee condivise dalla maggioranza dei votanti, sembra logico che se la maggioranza delle persone dice di desiderare un politico che faccia X, Y e Z voti un politico che promette di fare tali cose. Perché allora nonostante le elezioni in italia c’è un notevole casino e generalmente i politici fanno un passo avanti, due sbilenchi, mezzo indietro e quattro di lato(3)? Dove sono gli inghippi ?
Ci sono inghippi interni al partito:
Uno: Ogni partito ha un insieme di proposte pubbliche P1, P2, P3,… difficilmente un elettore si riconosce integralmente in tutte le proposte di un singolo partito; ad esempio posso essere favorevole ad un maggior rigore nei confronti della gestione del problema clandestini e contemporaneamente favorevole al permettere agli omosessuali di stipulare contratti matrimoniali. Questo significa un elettore quel partito vorrebbe magari P1 integrale e P2 attenuato, P3 gli è indifferente mentre un altro sarebbe disposto a sopportare P1 purché vengano attuate immediatamente P3 e P4.
Due: Ci sono un insieme di questioni dibattute Q1, Q2, Q3… dove il partito ufficialmente non ha preso posizione e al suo interno gli elettori sono divisi in due blocchi comparabili, diciamo da 70 contro 30 a 50-50.
Tre: Ogni partito è poi conscio che i suoi elettori hanno un insieme di desideri “privati” D1, D2, D3, ovvero cose che vorrebbero ma che per un motivo o per un altro è meglio non esprimerle pubblicamente e platealmente: ad esempio il depotenziare la lotta contro l’evasione fiscale per permettere la sopravvivenza delle aziende(4), o il non voler pagare le conseguenze di una semplificazione amministrativa(5), o il non volere misure di qualità della scuola. Anche questi desideri privati possono essere in contrasto con le proposte pubbliche, ad esempio miglioramento della lotta all’evasione e depotenziamento di equitalia.
Quindi un partito dovrà cercare di portare avanti le sue proposte, cercare di rimanere coeso sulle questioni dibattute internamente e cercare di soddisfare i desideri privati, evitando di scontentare troppo i propri potenziali elettori. Ogni partito ha problemi di coerenza interna, senza considerare che può anche avvenire che un eletto nel partito X poi per motivi di interesse personale cambi casacca e sposi le idee del partito Y, purtroppo gli eletti hanno anche degli interessi personali, fra cui c’è generalmente quello di essere rieletti o far carriera in politica, e che cercheranno di tutelare anche i desideri “privati” degli elettori del proprio collegio, anche a discapito del partito cui fanno parte.
E ci sono gli inghippi esterni: qualsiasi gruppo di pressione(6) si muoverà, in maniera legale o meno, affinché le proposte del partito impattino il meno possibile sugli interessi dei loro membri. Ogni partito deve sostenere lotte contro i gruppi di pressione cercando di capire quanti voti del partito quei gruppi possano spostare. Ecco perché la stessa manifestazione della CGIL ha diversi effetti se svolta contro un governo PD o PDL, generalmente i cgellini non votano per Berlusconi.
Essendo consapevoli di quanto riportato sopra, si capisce perché il voto non sembra funzionare per punire gli sprechi e premiare merito ed efficienza:
Primo: gli elettori vogliono realmente che si puniscano gli sprechi e si premi il merito e l’efficienza o preferiscono che la lotta agli sprechi sia una alta dichiarazione di principio, ma guai a toccare il mio posto di usciere all’istituto per la tutela degli orsi polari del sahara.
Secondo: gli elettori son pronti al ricevere disagi subito nell’ottica di potenziali vantaggi in seguito (ad esempio un potenziamento dei controlli sul rispetto delle norme antisismiche degli edifici, con il vantaggio di non prendersi un calcinaccio in testa in caso di terremoto) o preferiscono il “qui e subito” ? (no controlli e se vi casca la casa in testa ‘zzi vostri colpa della commissione grandi rischi 😦 ).
Terzo: presa una decisione gli elettori si manterranno coerenti con quella oppure, non appena si rendono conto delle conseguenze della loro decisione, si precipiteranno a cambiare casacca rimangiandosela ? In questo Equitalia è un caso da manuale.
Quindi chiederci se io voto funziona o meno per punire gli sprechi è, per me, fuorviante. La domanda da porsi invece è: la maggioranza degli elettori vuole realmente punire gli sprechi e premiare il merito o si metterà a frignare che se si puniscono gli sprechi pagano sempre i poveracci?
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(1) O dovrebbero essere anonimi; in realtà trucchi per rendere meno anonimi i voti in maniera tale da poter verificare che si sia votato secondo le direttive del partito ci son stati fin dal 1945…
(2) Siccome M<N molte idee propugnate da una minoranza esigua di appartenenti ad N non avranno rappresentanti.
(3) Vedi il risultato delle ultime elezioni: tanti di quei giri di valzer da rimanere storditi, e il PDL che s’allea con PD e rompe con la lega, il PD che lascia vendola per berlusconi, grillo che si rimangia un bel po’ delle sue idee, ad esempio lo steaming di tutte le riunioni dei pentastellati.
(4) dire che abbiamo un fisco sbilanciato e da rapina e che urge riformarlo è taboo.
(5) semplificazione amministrativa significa anche eliminazione delle sovrapposizioni di competenze fra gli enti e quindi riduzione del personale degli uffici. Se i controlli sanitari sono di competenza esclusiva della sola ASL non servono uffici per i controlli sanitari in comuni e province. Se la tutela dei beni archeologici è compito esclusivo della sopraintendenza, non serve un ufficio per la tutela dei beni culturali in provincia. E son posti di lavoro, nel pubblico, che si perdono.
(6) chiariamo: un gruppo di pressione non è detto che sia illegale, non è scritto da nessuna parte che debba essere formato solo da incappucciati che perseguono fini occulti. I dipendenti che lottano contro la chiusura dell’ente nazionale per la protezione dell’orso polare sahariano sono un gruppo di pressione, i sindacati anche, le associazioni dei taxisti pure, anche i noTAV possono essere visti come gruppo di pressione.