Cortocircuiti…

Una cosa che avevo scritto nel 2018 era che stavano iniziando i cortocircuiti fra le categorie “oppresse” dal patriarcato; trans vs femministe. E che ci sarebbe stato da preparare i pop corn visto che ogni categoria rischiava di rubare o mettere in secondo piano i “privilegi” per le quali l’altra aveva frignato tanto.

Questo è un esempio eclatante, Emilia Decaudin, scoperto grazie a Barbara, nel suo blog ci son le foto del tipo/tipa/tipum(1), scegliete il termine che preferite:

https://platform.twitter.com/widgets.js

Emilia Decaudin.
Ha vinto le elezioni per “Female Leadership” Dem us a NYC.
Alle femministe che dicono le trans non sono donne, ha scritto: “You can suck my girldick”,”succhiami la cazza”
non ridete bastardi che vi vedo

Nei vari commenti nel post di FB sul tipo/tipa/tipum citato da Barbara lo scontro fra femministe e trans friendly è spassosissimo, noto che alcune simpatizzanti femministe usano termini che non hanno nulla da invidiare alla mascolinità tossica transfobica.

C’è chi afferma che i trans siano il braccio armato del patriarcato per distruggere il femminile.

esatto, vogliono essere donne giusto per il sesso ma il femminile come valore non sanno neanche cosa sia.
Ripeto la mia litania: ulteriore prova che è il patriarcato in azione verso la distruzione totale del femminile come valore antitetico

Uno scambio di battute simile a quello per il quale è stato chiesto il rogo per la Rowling, ma stranamente senza che nessuno degli intervenuti denunciasse la trasnfobia.

Perché in realtà non è una donna.È un uomo e lo sarà sempre.
La sua forma mentis ce lo dice.

Mentis et corporis

Una che nota che una classe obbressa diventa automaticamente oppressora(2) quando si trova davanti una classe ancora più obbressa. E che la classe più obbressa vuole rubare i vantaggi di classe obbressa alla prima

non è complicato, è la nuda e cruda mentalità semplicistica dei transtrender come “emilia”: essere trans ormai non necessita più nemmeno della condizione medica di base, ossia la disforia di genere. in questo modo, appropriarsi dei sacrosanti diritti della classe oppressa, le donne, è diventata proprio una passeggiata, alla mercé di tutti.

Concludiamo con il miglior commento, zeppo di buon senso e quindi ovviamente non può che essere di un esponente del patriarcato imbevuto di mascolinità tossica

È il liberal progressismo, bellezza!

(1)Maschile, Femminile e Neutro. Il latino era un linguaggio inclusivo, dovremo tornare al Latino.

(2)Interessante che non esista il femminile diretto di oppressore; il femminile di oppressore è  opprimitrice dal verbo opprimere (qui),

Cortocircuiti…

“A furia di fare a gara a fare gli obbressi salterà sempre fuori qualcuno più obbresso di te che stai opprimendo”.
Pseudo Nenni

Questo articolo de “il giornale” racconta un bel po’ di cortocircuiti legati al mondo LGBTQIXYZαβγℵℶ che stanno capitando. Cortocircuiti dovuti al fatto di voler accontentare le persone che pretendono che le loro pippe mentali vengano riconosciute.

Da notare come ad una considerazione, quella della Navratilova, si risponda non nel merito ma bollandola come transofoba e omofoba.

Io sinceramente non vedo cosa abbia detto di transfobico la Navratilova; che che se ne dica un transgender m2f ha, nel suo corredo cromosomico, il cromosoma Y. Biologicamente è un maschio, si è sviluppato come un maschio e del maschio ha molte caratteristiche fisiche come la muscolatura o la forma delle anche.  Può illudersi di essere donna ma la verità della presenza del cromosoma Y nel corredo genetico permane, e il farlo gareggiare in competizioni femminili gli permette di utilizzare una sorta di “doping naturale”.

Sorgente: Il tribunale delle trans alla lesbica Navratilova: “Non sei più dei nostri”

Il tribunale delle trans alla lesbica Navratilova: “Non sei più dei nostri”

Sono diventati un grattacapo legale, un caso giuridico, politico e sportivo. E la «vittima» più recente, sacrificata sull’altare delle pari opportunità, è in parte una di loro, nel senso è stata finora un simbolo della comunità Lgbtq.

Loro chi? Parliamo dei transgender, cioè coloro che sono passati da un genere all’altro senza essersi sottoposti a un intervento chirurgico (a differenza dei transessuali). Ma ecco i fatti: Martina Navratilova, 62 anni, tennista con 59 Grande Slam vinti alle spalle, lesbica (come si definisce lei stessa dal 1981) non sarà più ambasciatrice e consigliera della Athlete Ally, organizzazione che si batte contro l’esclusione di lesbiche, gay, bisex, trans e queer (Lgbtq) dallo sport. E la ragione per cui ha dovuto abbandonare il suo ruolo sono le considerazioni polemiche sulla partecipazione delle trans alle gare sportive che la campionessa ha affidato prima a Twitter e poi a un intervento scritto di suo pugno, sul Sunday Times, appena qualche giorno fa. «Non basta definirsi donna per competere con le donne. Devono esserci dei criteri. E avere un pene e competere come donna non può essere uno di questi», ha scritto e ribadito Navatrilova, che ha parlato di «imbroglio». Considerazioni sgradite. E ieri è arrivato il verdetto dell’associazione pro-gay, che ha bollato l’analisi della sportiva come «omofobica», anzi peggio «transfobica» e annunciato la sua destituzione. A rincarare la dose è tornata anche Rachel McKinnon, che a ottobre è diventata la prima trans campionessa del mondo nel ciclismo ai Mondiali Master di Los Angeles fra le polemiche, visto che la sua medaglia è stata contestata dalla numero tre Jen Wagner-Assali, che ha bollato come «ingiusta» la sua vittoria. «Sono frasi inquietanti, sconvolgenti e profondamente omofobiche», ha commentato la canadese a proposito delle considerazioni di Navratilova.

da notare come non si risponda nel merito, perché non si può rispondere nel merito, e si frigni di *-fobia facendo i capricci.

Qual è il nodo della questione? Dal 2016 il Cio (Comitato olimpico internazione) ha fissato nuove regole. Per poter competere nella categoria del genere a cui si è approdati, agli atleti trans non è più richiesta l’obbligatorità dell’intervento chirurgico (né i due anni di terapia ormonale di conversione). Ma ecco le differenze. I transgender che sono passati dal genere femminile a quello maschile possono gareggiare fra gli uomini senza prescrizioni, mentre le transgender, chi ha fatto cioè il passaggio da uomo a donna, devono dimostrare di avere un livello di testosterone inferiore a una soglia di 10 nanogrammi per litro. Basterà? La Navratilova non ne è convinta. Come non ne sono convinte molte attiviste laburiste nel Regno Unito. Perché la stessa questione, nei mesi scorsi, l’hanno posta proprio loro nei confronti del partito che ha aperto la strada alle transgender che non ha cambiato sesso per via chirurgica, ammettendole nelle liste solo donne. Una circostanza che ha mandato su tutte le furie le progressiste che si battono perché alle donne venga data maggiore rappresentanza. E proprio in questi giorni i tribunali britannici devono affrontare il caso della donna inglese che sui documenti si fa identificare come uomo ma ha messo al mondo una figlia con la fecondazione assistita e chiede però di essere riconosciuta come padre. (…)

Che bei cortocircuiti. Se io mi sento donna, posso entrare nei bagni delle donne, pretendere di partecipare alle quote rosa? Queste vicende mi ricordano tanto questo filmato dove il risultato dell’operazione “due più due”, fa quattro o ventidue a seconda della convenienza del momento; se si tratta di accontentare i capricci di un bambino e dei suoi, pessimi, genitori due più due fa ventidue però quando si tratta di soldi due più due torna a fare quattro.

Non si può arrivare a negare la realtà; come disse il tale: “sarà come dite voi, eppur si muove

PS

Gli antivax sono degli imbecilli fatti e finiti. Avessero polemizzato chiamando malatofobici quelli che gli contestavano, a quest’ora i contestatori starebbero a scusarsi tre volte al giorno della loro malatofobia e dire sempre di avere un amico “diversamente sano”.

idiozie pro omofobia

Se c’è una cosa che contribuisce a sostenere le idee idiote come l’omofobia è l’invocarla come scusante per coprire i propri capricci.

Stavo leggendo questa vicenda:

Ha partecipato al Gay pride in divisa e per questo il vigile del fuoco Costantino Saporito, dell’Usb, dovrà subire un procedimento disciplinare. Ne dà notizia lo stesso sindacato, spiegando che la contestazione è di aver sfilato con l’uniforme lo scorso 10 giugno, a Roma, «senza essere stato preventivamente autorizzato».

«Linguaggio borbonico»
«Così – commenta il coordinamento nazionale Usb vigili del fuoco – mentre l’Italia brucia c’è chi si diletta a perdere tempo prezioso per stilare rapporti e contestazioni in linguaggio borbonico. Ci sarebbe quasi da ridere, se non venisse da piangere». La contestazione, afferma il sindacato, «sottolinea che il “reato” addebitato a Saporito è l’aver esposto “l’uniforme d’istituto” al pubblico ludibrio. Perché tale viene evidentemente considerato l’esprimere pubblicamente le proprie idee facendosi riconoscere come vigile del fuoco. Si contesta cioè quel che in altri Paesi, sempre indicati come faro di democrazia e partecipazione, è lecito e consolidato. Vedi le partecipazioni ai Gay pride dei bobbies inglesi e dei soldati di sua maestà la regina o dei poliziotti e dei vigili del fuoco americani».

«Ricostruzione priva di fondamento»
Per il dipartimento dei vigili del fuoco quella dell’Usb è una ricostruzione «del tutto priva di fondamento, che tende ad accreditare una visione omofoba ben lungi dai valori di tolleranza e democrazia sempre testimoniati dal Corpo nazionale» dei pompieri. Alla base del procedimento disciplinare, si spiega in una nota, il fatto che «secondo le norme di servizio l’uniforme può essere utilizzata solo in operatività». Altrimenti occorre il «preventivo consenso». «Del resto – conclude il comunicato – Saporito trascura di dire che analoga contestazione gli è stata rivolta per la precedente partecipazione, anche in quel caso in uniforme e senza autorizzazione, a una nota trasmissione televisiva pomeridiana».

Alcune considerazioni a margine: un datore di lavoro ha tutto il diritto di vietare l’uso non autorizzato della divisa aziendale al di fuori dell’ambito lavorativo. E questo divieto non lede affatto alcun diritto del lavoratore in quanto può sempre andare a qualunque manifestazione voglia purché non in divisa da lavoro.

Per i corpi civili e militari dello stato vale la stessa cosa: senza preventiva autorizzazione è vietato utilizzare la divisa al di fuori dell’ambito lavorativo. I motivi sono semplici ed anche facili da comprendere:

  • il primo è il poter distinguere immediatamente nella manifestazione chi partecipa “per lavoro” occupandosi della sicurezza e del controllo da chi partecipa “in via personale”.
  • il secondo, parimenti importante, è il non voler associare il corpo o l’azienda alla manifestazione. Non è sbagliato che una azienda, ed ancor di più un corpo dello stato, tenga ad apparire neutrale e a non voler essere associato ad una fazione o ad un altra. Piaccia o no quando hai una divisa non rappresenti solo te stesso ma rappresenti, un poco, anche il corpo di cui fai parte. Quello che dici è l’opinione personale di mario rossi o l’opinione ufficiale del corpo dei vigili del fuoco?

Che sia successo al gay pride è puramente accidentale, poteva essere anche il raduno dei nostalgici, la marcia degli anarchici, la lettura delle sentinelle in piedi o la sagra della bistecca fiorentina vegan; se non sei autorizzato ad andare in divisa, partecipi in abiti borghesi. La contestazione disciplinare al tipo, per quanto sia in linguaggio borbonico, è giusta. Frignare “mi puniscono solo per omofobia” lo vedo come una zappa sui piedi per la causa omosessuale.

In primo luogo si pretende, come al solito in italia, che la nobiltà della causa giustifichi qualsiasi violazione di norme e contratti1. In seconda battuta l’impressione che molti avranno è che i gay son solo capricciosi che piangono di omofobia solo per avere ragione e usino l’omofobia come copertura dei loro capricci. E questo significa dare l’impressione di essere “checche isteriche” pronte a frignare a morte se vengono poco poco contraddette o riprese nei loro capricci. Non so quanto possa essere proficuo far intendere che i gay, in quanto gay, vogliano privilegi speciali.

Da notare anche il sindacato che, come spesso capita, sostiene acriticamente il lavoratore anche quando il medesimo è chiaramente dalla parte del torto.

Sarei comunque curioso di sapere quanti che si sbracciano in difesa del vigile al gay pride si sarebbero sbracciati allo stesso modo se il vigile invece avesse fatto, in divisa, la sentinella in piedi. Se è diritto della persona partecipare in divisa alle manifestazioni che gli stanno a cuore allora ha diritto sia che si tratti del gay pride sia che si tratti delle sentinelle in piedi, altrimenti (ad una sì perché la causa è giusta, l’altra no perché la causa è sbagliata) è solo faziosità.


  1. il divieto di utilizzo della divisa al di fuori dell’ambito lavorativo e delle occasioni autorizzate è scritto chiaramente nel regolamento. 

gay is cool

fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca/2014/11/21/news/birra_idem_lgbt-101081211/

Se Barilla intende rivolgersi solo alla famiglia tradizionale, la discriminazione può valere anche al contrario. Perché in Puglia esiste un birrificio che assume solo “dipendenti omosessuali dichiarati“. Una provocazione, ma fino a un certo punto: la piccola azienda creata da Espedito Alfarano e sua moglie produce tra Leporano e Lama (a pochi chilometri da Taranto) e si schiera apertamente a sostegno della comunità Lgbtiq. Tanto da aver creato la “prima birra artigianale europea che rivendica i diritti Lgbt“: “Ho la sfortuna di conoscere tanti amici che appartengono al mondo omosessuale  –  dice l’ideatore  –  dico sfortuna perché ci sono tante ripercussioni negative. Se io posso andare al supermercato mano nella mano con mia moglie, due uomini o due donne non possono. Non possono vivere liberamente il loro amore senza essere guardati come fossero al circo”.(…)

 

Riflessioni che mi sono venute leggendo l’articolo, su segnalazione del sito di mattia ( http://www.butta.org/?p=16745):

1 – assumere dipendenti dichiaratamente omosessuali è discriminatorio tanto quanto il non voler assumere dipendenti dichiaratamente omosessuali, non è che se la discriminazione più diffusa sia discriminare B rispetto ad A, l’inverso, ovvero il discriminare A rispetto a B sia lecito e morale.  Sarebbe gradito sentire il parere, sulla vicenda, delle associazioni che ogni tre per due urlano alla discriminazione.

2 – Assumere per i gusti sessuali significa porgere il fianco, come capitato anche per le quote rosa, alla domanda: l’hanno scelto perché il più bravo o solo perché dovevano assumere per forza un gay/una donna?

3 – E come capita anche per certo femminismo, l’essere gay deve garantire ipso facto un trattamento di favore, e questo alla fine serve solo a far apparire gli omosessuali non come  vittime della discriminazione ma come frignoni privilegiati. Oltre alla demenzialità della doppia preferenza di genere anche la doppia preferenza di gusti sessuali “omo&etero”? Cioè se scelgo vendola come prima preferenza la seconda la devo obbligatoriamente dare ad una donna eterosessuale?

4 – “gay friendly” è diventato un brand alla moda usato per promuovere i propri prodotti, e questo fa correre il rischio che la “questione omosessuale” alla fine venga derubricata a moda passeggera come sta capitando per il veganesimo e come è capitato per gli yuppie, nibiru e i maya, l’età dell’acquario etc. etc. Passata la moda viene dimenticato (e i problemi irrisolti restano ma non interessano più a nessuno).

5 – Altra conseguenza della moda del “gay friendly” è che ciò verrà usato come contentino, alla prossima protesta, fondata, per discriminazione qualche decelebrato risponderà con “ma se c’è anche la birra gay friendly, che vorresti di più?”

pattern del piagnisteo

La vittima si riconosce dalle lacrime, il colpevole dal piagnisteo.
[Uriel Fanelli]

Cosa hanno in comune le polemiche sul razzismo sollevate dalla Kyenge, sul femminismo sollevate dalla Boldrini, sull’omofobia sollevate da Scalfarotto e quelle sollevate per la camicia di Matt Taylor ?

Son tutti comportamenti che seguono uno stesso pattern; dovendolo descrivere in termini informatici lo descriverei in questo modo:

  1. Scegli un grave problema del passato come il razzismo, la persecuzione degli omosessuali, la condizione femminile.
  2. Siccome la maggior parte del problema è stata risolta e rimangono solo aspetti marginali tralascia il lavoro fatto e concentrati sugli aspetti marginali; ad esempio oggi i contratti di lavoro non distinguono affatto per sesso, a parità di mansioni corrisponde una retribuzione eguale fra uomini e donne. Le differenze se esistono esistono perché le donne tendono a voler fare meno straordinari o trasferte di lavoro. Ma la base retributiva è identica.
  3. Lamentati e frigna che a causa di tali aspetti marginali il problema non è stato ancora risolto e rimane identico a prima. Siccome le donne guadagnano mediamente meno ciò significa che ancora oggi il pater familias ha diritto di vita e di morte sulla moglie…
  4. Usa i sensi di colpa indotti per estorcere visibilità, fondi od altre utilità.

Pattern che emerge chiaramente dalle azioni delle persone citate sopra; qualsiasi critica alla Kyenge, che un italiana naturalizzata nominata ministro della repubblica, era solo razzismo; qualsiasi critica alla Boldrini per quanto cortese e fondata è un attacco a tutte le donne, sorvoliamo per carità di patria sul fenomeno puramente mediatico e costruito a tavolino del femminicidio o sulle leggi liberticide di Scalfarotto e le reazioni violente contro le sentinelle in piedi giustificate in nome della lotta contro l’omofobia. E, ultimo caso, la camicia di Taylor; una accusa pretestruosissima.

Qual’è il problema di tale comportamento? Il primo è più o meno lo stesso che il gridare continuamente al lupo, alla fine la gente si stufa e bolla come fregnacce qualsiasi protesta anche se è fondata. E questo alla fine danneggia proprio le persone che si trovano in situazioni realmente gravi come in questo caso. Caso grave non solo perché un professore si permette di offendere uno studente ed alla reazione lo aggredisce. Se quanto riportato dai giornali fosse vero il docente sarebbe da licenziare in tronco ma non per l’omofobia, ma per l’inaccettabile comportamento tenuto ovvero l’insultare ed il colpire uno studente. L’insulto, in tal caso, è irrilevante poteva averlo insultato perché omosessuale, per la pettinatura, perché di colore o perché juventino, un docente che, in qualunque modo, si permette di insultare uno studente e poi lo aggredisce è da buttar fuori a calci dalla scuola sempre e in ogni caso, dire sì in questo caso perché l’insulto era omofobo e no in un altro caso perché l’insulto era per il sovrappeso è un comportamento poco coerente.

E il secondo è che invece di affrontare realmente i problemi residui si spostino risorse invece per far smettere di frignare chi invece urla più forte, costruire reti di rieducazione per potenziali stupratori o incentivare lo studio di teorie di genere sono false soluzioni al problema della scarsa sicurezza in strada, la soluzione è l’aumento del controllo del territorio, dissuadere balordi e imbecilli a tenere comportamenti poco consoni,  ma questo ovviamente danneggia chi spera di campare grazie a studi sull’aria fritta o guerre senza quartiere contro draghi invisibili.

(0) Un pattern in informatica è uno schema ripetuto.

pensiero sull’omofobia

Riccardo R***• 19 minuti fa
Detesto la parola “omofobia”. Qui non c’è nessuno che ha “paura” degli omosessuali.
Il matrimonio non è un “diritto umano” proprio dell’individuo, come il diritto alla vita, alla salute ecc. Nessuno vuole vietare a nessuno di vivere insieme a una persona.
Il matrimonio è un “diritto civile”, ovvero qualcosa che una società ritiene che meriti una tutela o un ordinamento e che quindi la istituzionalizza e la norma. Il fatto che un’unione non sia istituzionalizzata non significa che sia vietata. Per lo stato non esistono le amicizie, ciò non vuol dire che non si debbano avere amici.
Chi decide cosa debba e cosa non debba essere istituzionalizzato? La società, il sentire comune. Per questo credo che, come ha scritto ligabo, ci vorrebbe un referendum per tagliare la testa al toro.
Ma anche questo dovrebbe essere vissuto con serenità, perchè qualunque sia l’esito, questo non determinerebbe la presenza o meno di un divieto a fare qualcosa, ma la semplice istituzionalizzazione di quella cosa.
Il matrimonio dovrebbe essere visto come il diritto di voto; in nessuno stato esiste i suffragio universale: i minorenni non possono votare! E’ questo un motivo per essere tacciati di “pedofobia”, di lesione dei diritti dei minori? Certo che no. Chi stabilisce la maggiore età? La società, il sentire comune, che istituzionalizza l’età in cui un individuo può generalmente ritenersi in grado di fare una scelta politica, di guidare un auto, di rispondere penalmente delle sue azioni. A quanti anni corrisponde? 21? 18? 16? Chi può dirlo. Si vota e si vede. Senza che qualcuno debba essere accusato di discriminare i 16enni se si pensa che la maggiore età vada benissimo a 18 o debba essere alzata a 21.
Penso che la questione “matrimoni gay” andrebbe affrontata in questo modo.
da: https://disqus.com/home/discussion/fattoquotidiano/matrimoni_gay_piu_che_le_sentinelle_in_piedi_contesterei_il_governo#comment-1623662919

Molto condivisibile e chiarisce la differenza fra diritto umano (o diritto intrinseco della persona, vita, salute, libertà di espressione…) e diritto sociale (o diritto che la società riconosce a certi suoi individui, matrimonio, voto…)

Omoidiozia

Stavo leggendo, e commentando, quello che è capitato in quel di taranto dove un cameriere, che forse voleva fare il simpatico, ha fatto una solenne cappellata.

Campagne pugliesi, fine luglio. Ulivi, luci soffuse e un “trattamento particolare” specificato dal cameriere nella comanda elettronica inviata al pizzaiolo. Gli amici mangiano, bevono e prendono il caffè. Poi arriva il momento di pagare: 52,50 euro per pizza, birra e caffè. Prezzo corretto, il conto non è salato. Ma amaro sì. Perché nello scontrino le ordinazioni sono riportate così come chi serviva al tavolo le aveva inviate tramite il palmare. Con una specifica per chi era in cucina: “Una pizza no pomodoro sì mozzarella, una pizza primavera e una con funghi porcini. Mi raccomando so ricchioni”.

I quattro ragazzi omosessuali hanno chiesto immediatamente spiegazioni al titolare del locale, che si trova nelle campagne tra Maruggio e Campomarino, nel Tarantino. “Ci ha chiesto scusa, anche a nome del cameriere. Poi ci ha telefonato il giorno dopo – ha raccontato uno dei quattro al sito BrindisiOggi.it – dicendo che aveva allontanato il dipendente. Ma in quel locale, comunque, non ci torneremo più”

La questione per me è semplice: un cameriere ha offeso gratuitamente dei clienti del suo locale, comportamento alquanto sciocco e decisamente poco professionale. E per questo ritengo sia giusto che sia stato allontanato dal locale così come ritengo giuste le scuse del gestore.

Inoltre ritengo che  l’epiteto usato per prendere in giro i clienti sia puramente accidentale poteva scrivere “ricchioni” come “negri”, “ladri”, “gobbi di merda” che la posizione del cameriere non si sarebbe spostata di un millimetro; in un locale pubblico non devi prendere in giro i clienti, stop. Come o perché non importa, è un comportamento grave sempre e comunque.

Protestare che ha usato un insulto omofobo invece lo vedo un poco controproducente, potrebbe dare l’impressione che prendere in giro i clienti omosessuali, perché omosessuali, sia più grave di prendere in giro i clienti “diversamente pigmentati” perché diversamente pigmentati o clienti in sovrappeso perché in sovrappeso. Lo vedo come un voler fare da sommelier di merda; annusare tutte per vedere quale sia quella più fragrante.

sommelier di merda, ovvero la legge sull’omofobia

Ieri il parlamento con l’approvazione della legge contro la così detta omofobia ha toccato uno dei punti più bassi della storia repubblicana. Grosso modo la legge contro l’omofobia è una legge che estende la legge mancino aggiungendo alle discriminazioni già sanzionate da tale legge anche le discriminazioni dovute all’orientamento sessuale. La legge Mancino è una legge nata nel primo dopoguerra quando ancora c’era il rischio di un ritorno del fascismo con lo specifico compito di rendere difficoltosa la propaganda fascista nello spirito della disposizione transitoria della costituzione. Oggi, a più di sessant’anni dalla fine del fascismo oramai sembra essere una legge obsoleta considerato che oramai è impossibile che risorga un partito fascista e che basta applicare il resto delle leggi e delle aggravanti previste nel codice penale per ottenere gli stessi risultati.

Invece si è voluto, come al solito, aggiungere una nuova fattispecie di reato alle altre millemila che ingolfano il codice penale.

Per il resto con l’approvazione da parte della camera della proposta di legge e il suo passaggio al senato è volata un bel po’ di merda ovunque.

1) sugli omosessuali considerati una categoria protetta come teneri panda, visto che serve una legge ad hoc contro le vessazioni nei loro confronti, non bastando o non essendo applicate quelle che già puniscono, o almeno dovrebbero, le vessazioni, il bullismo, le molestie. Dichiarandoli dei teneri panda bisognosi di tutele speciali, tutele superflue per i cittadini normali.

2) sullo stato di diritto e l’eguaglianza giuridica fra i cittadini facendo differenza fra le vessazioni subite da Tizio perché grasso e da Caio perché omosessuale facendo di fatto una graduatoria delle vittime dei bulli. Ci son vessazioni più accettabili e meno accettabili, ottima occasione per fare i sommelier di merda. L’obiezione che ciò sia giusto perché storicamente gli omosessuali sono stati perseguitati è una debole difesa; se così fosse perché non inserire anche un comma, nella legge, contro la satanistofobia, l’ereticofobia e la stregofobia, e ricordando quanto fatto da nerone la cristianofobia?

3) la libertà di espressione sempre più stretta nelle pastoie della religione civile del politically correct, che abusa (nota bene “abusa” e non “usa”) della legge per imporre la sua visione del mondo. Tanto per dirne un altra oramai qualsiasi critica alla Kyenge è razzismo(1), per quanto correttamente espressa, garbata e validamente motivata, altro effetto perverso del politically correct. Adesso il dichiararsi contro certe pratiche come la fecondazione eterologa o il gioco degli uteri in affitto sarà omofobia.

4) I grillini che con il bacio alla camera dimostrano di essere più un’assemblea di liceo occupato che un partito politico. E pensare che si scandalizzavano per la mortadella mangiata in aula o le chiassate della lega.

(1) Mi chiedo cosa sarebbe successo se alla sciura invece che banane avessero tirato un duomo o un treppiedi.

l’omofobia, le leggi, gli utili idioti e la nuova chiesa…

Stavo seguendo su FB il dibattito che si è generato, dopo la morte del ragazzo di 14 anni di Roma, riguardo alla richiesta di una legge contro l’omofobia.
E l’impressione che ho avuto è che gli omosessuali vengono, di nuovo, cinicamente usati come carne da cannone nello scontro fra due “chiese”. Da una parte la chiesa cattolica e dall’altra la santa chiesa del politically correct, con quest’ultima che specula su notizie simili per chiedere interventi legislativi a supporto della sua santa dottrina, come già capitato con la pessima legge sul femminicidio.

Secondo la santa chiesa del politically correct l’omofobia è causata anche dall’insegnamento della dottrina cattolica. È vero che la chiesa considera peccato qualsiasi forma di sesso al di fuori del matrimonio, ma se fosse vero che l’omofobia è colpa degli insegnamenti riguardo al sesso della chiesa cattolica mi chiedo come mai non abbiamo anche la scambistofobia, l’orgiofobia, la meretriciofobia(1) la conviventofobia.  Lo scambio di coppia, il sesso se non si è sposati, le orge, l’andare a prostitute son tutte azioni considerate, dalla chiesa peccati gravi allo stesso modo di avere rapporti omosessuali; perché i rapporti omosessuali generano l’omofobia e i rapporti fuori dal matrimonio non generano la concubinofobia?

Quindi perché usare gli omosessuali come terreno di scontro con la chiesa cattolica? Perché la nuova chiesa del politically correct vuole compiere la classica azione di tutte le chiese: diffondersi imponendo la sua visione del mondo e la sua morale, e per far questo ha bisogno di sostituirsi alla vecchia chiesa ed alla vecchia morale, ecco perché ogni pretesto è buono per polemizzare con la vecchia chiesa, per accusarla di essere retrograda e voler discriminare e contemporaneamente mostrarsi come una nuova chiesa più ecumenica e, apparentemente, più tollerante(2), e gli omosessuali sono una categoria apparentemente discriminata(3) che si presta tanto a fare da testimonial per la nuova chiesa. Cinicamente vengono usati e poi, come capita con la carne da cannone, abbandonati quando non sono più funzionali alla causa.

E la causa reale è avere una legge, sulla falsariga delle leggi Mancino e Scelba, da usare per chiudere la bocca a tutte le voci scomode(4) fuori dal coro, nel caso capitato a roma una legge sull’omofobia è inutile, una volta ottenuto l’obiettivo desiderato delle esigenze della carne da cannone non se ne terrà più conto.

Roba già vista con il matrimonio omosessuale, alla richiesta iniziale si son accodate tante e tali richieste: e i diritti delle coppie di fatto? e i diritti degli animali? e i diritti dei migranti, e i bambini di gaza etc. etc. che non s’è più capito cosa si stesse chiedendo di attuare. E infatti non s’è fatto niente.(5)

(1) Anzi quando un noto politico italiano è stato bacchettato per essersi intrattenuto, a pagamento. con signorine ricordo che si son alzate poche voci a ricordare, ai prelati che bacchettavano, che, a meno che non ci siano violenze in camera da letto due (o più) persone adulte e vaccinate possono fare quello che vogliono.

(2) Potere dare del maiale a Tizio e del verme a Caio, soprattutto se di qualche specifica parte politica, ma non azzardatevi a dare dell’orango ad qualcheduno/a diversamente pigmentato/a.

(3)A parte il poter stipulare un contratto matrimoniale c’è qualcosa che è vietato, dalla legge, a due persone dello stesso sesso e permessa a due persone di sesso opposto?

(4)In un forum che frequento i commenti che puntualmente vengono cassati sono quelli, corretti, in tema e ben argomentati ma che contrastano con le idee dell’autore del blog. I post di sostegno e i post contro che contengono solo insulti o sembrano scritti da trogloditi sgrammaticati restano. Un gioco manipolativo per far vedere che chi è contro è capace solo di scrivere insulti sgrammaticati.

(5) Un caso da manuale dell’applicazione della tecnica “Abbraccia Estendi Estingui”.

la tragedia di roma e la legge sull’omofobia

Un ragazzo decide di suicidarsi a Roma, con la motivazione che veniva emarginato dagli “amici” perché gay, come conseguenza parte il circo mediatico a favore della legge sull’omofobia, magari galvanizzato dall’essere riuscito a far approvare un altra legge porcata come quella contro il femminicidio.

Ferma restando la pietà per il ragazzo, trovo abbastanza cinico e scorretto l’usare questa tragedia per speculare e portare avanti una legge all’atto pratico inutile e anzi con forti dubbi di costituzionalità. Inutile perché in italia esistono già le leggi che puniscono le discriminazione e le vessazioni; più che chiedere una legge contro l’omofobia sarebbe stato più onesto chiedere come mai le leggi esistenti non siano state applicate, come mai genitori, educatori etc. etc. non siano intervenuti prima, al rivelarsi della situazione di disagio. Secondariamente è inutile tentare di cambiare la mentalità della gente a furia di leggi, se gli “amici” non ti invitano ad uscire con loro, non vogliono che giochi a calcetto con loro, non vogliono frequentarti, non sarà di certo una legge contro l’omofobia a far cambiare loro il comportamento, cosa fai gli denunci perché non vogliono frequentarti?

Secondariamente perché se il bullo Tizio vessa Caio perché gay deve essere punito in maniera più severa rispetto, ad esempio, alla punizione per aver vessato Mevio perché grassone oppure Sempronio perché balbuziente? Ci rendiamo conto del messaggio che stiamo dando, cioè che gli omosessuali non sono persone come noi, come Mevio il ciccione o Sempronio il balbuziente ma sono dei teneri panda che necessitano di una protezione ad hoc?

il problema è convincere Tizio, con le buone o con le cattive, a smettere di fare il bullo indipendentemente dal bersaglio scelto e chiedersi come mai la legge non ha funzionato invece di incasinare di più il codice penale.