Magistratopoli

Stavo leggendo dell’intreccio fra magistratura e politica, l’ultimo scandalo in ordine di tempo.
Cosa posso dire: quello altro non è che il frutto di 20 e passa anni passati a giustificare le peggiori porcherie della magistratura in nome del “bene supremo”, ovvero l’abbattere l’avversario politico in ogni modo e con tutti i mezzi.

Si è fatto carne di porco di tutte le garanzie a difesa dell’imputato in nome del diritto di sapere, anche cose che per loro natura non interessavano e che, secondo costituzione, dovevano rimanere riservate, si è voluta la giustistia gossip e si son voluti i processi “in piazza”, processi basati su stralci di intercettazioni accuratamente selezionate. Questo perché il bobolo era buono ed aveva diritto a sapere, Come è capitato alla argento, con il caso Bennett, anche loro stanno gustando la zuppa da loro cucinata con tanto ammmore…

Una caratteristica del fesso che si crede furbo è il pensare che nessun altro usi i suoi stessi trucchi, azione che poi lo porta a cascare come un pollo quando gli avversari lo imitano. Se notiamo il giochino “impresentabile/inquisito” alla fine sta devastando chi ha iniziato ad usarlo per primo facendo girotondi e urlando honestà, honestà.

Non so come andrà a finire ma alcuni indizi: il fatto che oramai le inchieste spettacolo spostino meno voti di una comparsata al grande fratello, che la gente è più interessata a politici capaci di dar risposta alle loro domande e non a chi è così bianco che più bianco non si può, che forse sarò la volta buona che si riequilibra il rapporto fra politica e magistratura togliendo la prima dalla tutela della seconda.

Vediamo.

la giustizia dei social

Segnalo un ottimo articolo di butac sulla vicenda dei tre accusati di stupro e dei conseguenti deliri sui social network.

A margine vorrei dire che è il giudice quello che ha letto tutte le carte del processo e ha a disposizione tutte le informazioni, non pesciolina_indignata123 di twitter, e che pertanto la decisione del giudice dovrebbe essere più ponderata di quella di pesciolina_indignata123 che, della vicenda, ha informazioni parziali urlate nei social.

Il pretendere che la giustizia della magistratura si pieghi alla giustizia del bobolo è una stronzata; come ho scritto nel messaggio precedente se butti nel cesso le garanzie allora le garanzie finiscono nel cesso per tutt*. Si veda la vicenda di Oceania Platino che da grande accusatrice poi si trovò anch’essa sulla graticola.

Per questo trovo anche sbagliato che politici, giornalisti ed altri montino l’indignazione sui social stuzzicando l’ego dei tanti giureconsulti da tastiera; se convinci Gino del bar di essere più competente in diritto di un magistrato poi non scandalizzarsi se si convince di essere anche più competente in virologia di un virologo o in ingegneria delle grandi strutture di un ingegnere.

Ed inoltre, se convinci che la magistratura sbaglia perché non da retta al bobolo ed ai suoi voleri poi non lamentarti quando la stessa storia viene tirata fuori per salvare il culo di qualche “antipatico”. Oppure trova una valida spiegazione per giustificare come mai in un caso la magistratura sia insindacabile e ciò che dice vangelo e nell’altro invece non lo sia.

E anche Robespierre lasciò la testa sulla ghigliottina…/2

Robespierre fece tagliare un sacco di teste e poi lasciò, sulla ghigliottina, anche la sua; una lezione che molti fan del terrore giacobino ignorano alla grande.

Stavo leggendo questa denuncia di M. Anzaldi

Michele Anzaldi, deputato Pd e membro della Commissione di Vigilanza Rai, ha denunciato su Facebook che “i telegiornali Rai registrano e mandano in onda le immagini dell’interrogatorio secretato di Tiziano Renzi di fronte ai magistrati, che si è svolto in una stanza del Tribunale di Firenze. Mai si era assistito ad un abuso come quello visto nelle edizioni di stasera, una violazione di legge che si intromette così pesantemente nella privacy di un semplice cittadino, che peraltro non ricopre alcuna carica o ruolo pubblico. Una violazione di un luogo che dovrebbe rappresentare il massimo della sicurezza, come un Tribunale. Una vera e propria barbarie, che porta la firma del servizio pubblico Tg1-Tg2-Tg3 ormai diventato servizio privato per la propaganda di M5s e Lega”.
“Come faranno l’Ordine dei giornalisti, la magistratura, le istituzioni di garanzia a non intervenire?”, conclude il deputato dem nel suo post su Facebook.

Da garantista non posso che dargli ragione e deplorare la giustizia gossip. Però non posso neppure fare a meno di far notare che lo stesso che è capitato a Tiziano Renzi è capitato anche ad altre persone, ricordo ad esempio la pubblicazione dell’audio degli interrogatori di Misseri nel caso di Sarah Scazzi o i tanti, innumerevoli, casi in cui è stata fatta giustizia gossip anche con gente non famosa.  In italia c’è il vizio di pubblicare di tutto e di più di quello che passa per le procure soprattutto se può stuzzicare istinti prurignosi; vedi ad esempio gli SMS della Falchi a Ricucci.  Quando ho letto la notizia mi è venuta in mente questa campagna stampa di “repubblica” contro la legge bavaglio, le tante manifestazioni a favore di un diritto inventato di sana pianta, il diritto del bobolo a sapere, contro un diritto scritto a chiare lettere nell’articolo 15 della costituzione italiana, i tanti “girotondisti” che manifestavano per le mutande sulla pubblica piazza. E manifestavano coprendo di alto idealismo i loro bassi interessi di bottega.

Hanno voluto la giustizia gossip fatta di mutande agitate in piazza per accontentare il popolo bovino e carpirne la simpatia; adesso, che le mutande sono le loro, possono anche lamentarsi della giustizia gossip ma un “mea culpa”, un “abbiamo sbagliato” sarebbe alquanto opportuno. Altrimenti il loro non è giusto garantismo ma semplicemente il solito, ipocrita, “applicare le leggi inappellabilmente ai nemici e interpretarle benevolmente per gli amici”.

La giustizia ad orologeria delle toghe verdazzure… 2

Ieri ci son state due vicende rilevanti: la decisione degli elettori del movimento di votare no per far processare salvini e l’arresto, ai domiciliari, dei genitori di renzi.

Devo dire che molti sono andati in cortocircuito confusi fra il dover difendere i magistrati che vorrebbero processare salvini e il lamentarsi della giustizia ad orologeria delle toghe gialle/verdi/azzurre che “adesso” annunciano l’arresto dei genitori di Renzi.

Che dire? quello capitato a Renzi è il metodo “mani pulite”, metodo sdoganato ed esaltato dalla sinistra quando serviva per far fuori il caimano e gli avversari politici, vedi anche la capua, metodo che ha sdoganato i giornali come “ufficio stampa” delle procure, che faceva passare i garantisti per conniventi con i delinquenti, che l’essere inquisito significava l’essere colpevole certo. Adesso per la vicenda Renzi stanno gustando la loro minestra “girotondista”.

Riguardo alla decisione del movimento invece l’unica cosa che posso dire è che ogni partito dovrebbe essere libero di decidere come gli pare la sua linea politica; il metodo M5S altro non è che la versione digitale del metodo “primarie” adottato per investire Prodi dell’aura di candidato della coalizione. Metodo che funziona bene se il “bobolo” sceglie quello che piace ai capoccia altrimenti deve intervenire una “giuria di qualità” a correggere il voto. Vedi lo stesso Renzi prima eletto e poi distrutto da lotte intestine di chi non accettava il risultato.

Per il resto i parlamentari, secondo costituzione, non hanno vincoli di mandato e son liberi di votare secondo coscienza.

PS

io sarei per non processare Salvini; il processo mi sembra tanto un processo “politico”. I migranti non erano immigrati regolari e, anche se sbarcati, fino a quando non identificati non sarebbero potuti andare liberi di girare dove volevano. Infatti non appena le maglie del controllo si sono allentate sono spariti. Non erano a rischio della vita e, per quanto in condizioni disagevoli, non erano a rischio maltrattamenti, torture o riduzione in schiavitù. Si può chiedere al potere giudiziario di surrogare l’opposizione ma poi non ci si lamenti se qualche volta, vedi Lucano o Renzi, ti tocca mandar giù una cucchiaiata della tua stessa minestra.

 

La giustizia ad orologeria delle toghe verdazzure…

Ho letto su twitter la vicenda della De Gregorio con annessa sbroccata.

Sorgente: La furia di Concita De Gregorio: 37.000 euro di danni al “fascista” Andrini diffamato dall’Unità – Secolo d’Italia

Il suo debito con la giustizia Stefano Andrini lo ha pagato fino in fondo ma questo non sembra bastare alla bionda Concita De Gregorio, l’ex-direttoressa dell’Unità che, dal suo profilo Twitter, inferocita per essere stata costretta (dai giudici) qualche settimana fa a pagare i danni all’ex-amministratore delegato di Ama-Servizi Ambientali dopo le condanne per diffamazione rimediate dal quotidiano comunista, continua a sputtanarlo, urbi et orbi, sui Social gridando al fascista. Un “insulto” (?) che oggi non si nega a nessuno. (…)

Purtroppo per l’Unità e per la sua allora direttrice Concita De Gregorio – che omette di controllare il pezzo – le cose non stanno proprio così.
Nella foga della lapidazione dialettica il giornalista estensore dell’articolo, la direttrice e l’editore dell’Unità non si peritano di controllare se, veramente, Andrini sia mai stato un naziskin e, soprattutto, se, effettivamente, sia mai stato condannato per tentato omicidio.

Così Andrini, seppellito dagli insulti gratuiti di una certa sinistra che non sa perdere ma solo insultare e gridare al fascista, si mette da parte gli articoli dell’Unità che lo massacrano mediaticamente. E poi porta tutto alla magistratura lamentando le falsità diffamatorie scritte contro di lui dal quotidiano.

In primo grado il magistrato non reputa diffamatoria la selva di insulti. E condanna Andrini a pagare 10.000 euro di spese legali e di giustizia. Ma, in appello, la vicenda si ribalta.
E, a febbraio 2018, il giudice condanna – con sentenza immediatamente esecutiva – l’Unità a risarcire Andrini dei danni subiti dalla diffamazione.
Il giudice imputa all’Unità il fatto di non essersi correttamente informata su un dato di agevole verifica. Cioè che Andrini non è mai stato condannato per tentato omicidio come ha scritto l’Unità.

Nel frattempo l’allora editore dell’Unità è cessato attraverso un «concordato – spiega l’ex-direttrice – fra vecchi e nuovi editori, che poi sarebbero gli stessi». E il cerino acceso resta in mano alla Madonna pagana del popolo radical chic di Capalbio, Concitata De Gregorio.

Si arriva così ai giorni nostri: tre-quattro mesi fa, ottenuta la sentenza, Andrini passa all’incasso dei 37.000 euro di danni che gli hanno riconosciuto i giudici sventolando il precetto. (…)

E così la direttora sbrocca su Twitter come una furia: «Voi, fascisti, mi potete anche sequestrare i conti correnti, impedirmi di pagare l’acqua e la luce, ma non è così che avrete la mia testa e mia voce, poveri illusi. Che ne sapete voi della libertà».

La sfuriata della giornalista non passa inosservata al popolo dei Social.

Qualcuno le fa notare che è un giudice ad averla condannata, non Andrini. E che le sentenze dei magistrati si rispettano.

Che dire? la stessa impressione che avevo avuto per la vicenda dei 49 milioni della lega o lucano;  la giustizia è un valore, le azioni e le sentenze della magistratura sono insindacabili se e solo se possono essere brandito come arma politica. Altrimenti, se sono scomode o riguardano persone “simpatiche” allora diventano giustizia ad orologeria e toghe rosse/verdi/gialle/azzurre.

Che credibilità può avere chi si dichiara paladino della legge, della costituzione quando questo conviene ed invece si dimostra pro illegalità e anticostituzionale quando gli articoli della costituzione vanno a suo discapito? Prendiamo la questione delle intercettazioni; la costituzione è chiarissima, solo dietro disposizione della magistratura e per gravi motivi e con le garanzie stabilite per legge. Eppure molti lottavano perché sui giornali ci finisse di tutto e di più. Quando poi son finite anche intercettazioni “scomode”, di renzi ad esempio, di pacca si son ricordati di quell’articolo della costituzione1.

Se si usa la costituzione come arma contundente anche gli avversari faranno la stessa cosa; poi hai voglia di lamentarti del mancato rispetto di quest’ultima e delle letture selettive.

Uno dei problemi dell’italia è proprio questo: nessuna delle due fazioni si dimostra disponibile ad accettare regole terze uguali per tutti; l’accettazione od il rifiuto dipendono sempre dalla convenienza del momento. Tanto per dirne una le vicende di Concita e del lodo mondadori, in un caso giudici santi e sentenza più sacra del vangelo, nell’altro toghe politicizzate e volgare attacco *-ista ad personam.

Dubito che con queste premesse si riesca a migliorare un poco la giustizia in italia; entrambi dovrebbero rinunciare all’idea di usarla come maglio e, spiace dirlo,  son decisamente scettico.

PS

Una linea difensiva: è stata ingenua e sprovveduta, la trovo decisamente patetica. In pratica si stà dicendo che non era capace di dirigere un giornale. Se il dirigente viene pagato “tanto” è perché ha qualche responsabilità in più rispetto che so al garzone di tipografia.

 


  1. il metodo travaglio è sempre quello, quando picchiava dall’unità contro il caimano era considerato il miglior giornalista d’italia, quando invece ha iniziato a picchiare da altre parti ha iniziato ad essere considerato, da chi lo esaltava, un becero calunniatore lacché del potere. Eppure è sempre lui e il suo metodo. 

Salvini e gli esperti di giustizia di internet

Un mio contatto ha condiviso su FB questo testo, testo che spiega quali siano le terribili colpe di salvini. Testo che analizzato con un poco di attenzione mostra tutti gli uomini di paglia usati.

Prima considerazione: il soccorso significa soccorso non permettere alle persone di andare liberamente dove e come gli pare. Le persone non identificate possono, e devono, essere tenute in zone “controllate” in attesa dell’identificazione. Altrimenti come potresti sapere se chi dichiara di essere Yosef il poveraccio non sia in realtà Ahmed il macellaio, pluricondannato nel paese di origine?

Interessante comunque perché mostra la “narrazione” che vuole che i “migranti” siano tutti poveri perseguitati che scappano dalle guerre, cosa che in realtà non è.

“Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini”. “Continuerò a difendere i confini della patria e la sicurezza degli italiani”.

PRIMO:
I naufraghi della Diciotti non erano clandestini, né indagati sottoposti dalla magistratura ad alcuna forma di custodia cautelare (non essendoci a loro carico notizie di reato), ma naufraghi legalmente liberi col diritto di avanzare all’Italia richiesta di asilo e protezione.

nessuno lo nega, ma il diritto di presentare richiesta non significa ipso facto il diritto che tale richiesta venga accolta. Che senso avrebbe altrimenti l’indagine? presentano domanda, un timbro e via.

Diritto previsto e tutelato dalla Costituzione italiana. Chiunque faccia richiesta di asilo o protezione, pur se privo dei documenti, è da quel momento un richiedente asilo e non un clandestino.
E resta libero e regolare fino a che le apposite commissioni non vagliano la sua richiesta.

Quindi se Ahmed il macellaio, pluricercato nel pese di origine sbarca in aeroporto, con il modulo di richiesta asilo già compilato a nome di yosef il . Lo consegna alla guardia di frontiera e se ne può andare libero come gli pare visto che è un richiedente asilo libero e regolare. I migranti son degli imbecilli; potrebbero arrivare in aereo e vanno ad ingrassare i terroristi libici. Ma fare qualche campagna di informazione in paese, e dare i prestampati no?

Purtroppo non funziona così, chi richiede asilo non può essere espulso nel frattempo che la domanda viene analizzata ma non è un cittadino, non è “libero”, lo stato è regolare ma non è di piena cittadinanza. Infatti i richiedenti asilo son tenuti a permanere in determinate strutture e non possono, o meglio non potrebbero, gironzolare liberamente per il territorio nazionale.

SECONDO:
I naufraghi della Diciotti non erano un esercito invasore. Non disponevano di armi, di esplosivi, non avevano dichiarato guerra all’Italia, non minacciavano la sicurezza degli italiani né più né meno di qualunque altro essere umano regolare o irregolare presente in Italia.
Né il ministro era al corrente del loro casellario giudiziario, né a disposizione di alcuna prova tangibile della loro presunta pericolosità.
E’ per questo motivo che la limitazione della libertà personale è prerogativa della magistratura e delle forze dell’ordine, ed è subordinata alla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, sempre vagliati dalla magistratura.

Quindi chi arriva in aeroporto senza documenti deve andare libero fino a che non ha una condanna emessa da un magistrato? Sarei curioso di sapere se anche nelle altre nazioni funziona come narrano: arrivi senza documenti e finché non vieni condannato, perché magari sei un pluriomicida ricercato in patria, sei libero di andare dove ti pare.

TERZO:
il reato di “blocco degli sbarchi” non esiste nel codice penale italiano. Esiste solo nella fervida immaginazione leghista.
Quindi non rischi da 3 a 15 anni per aver “bloccato gli sbarchi”. Li rischi invece per aver privato delle persone (minori inclusi) della loro libertà.

E cioè per “sequestro di persona aggravato”.
E cioè per aver commesso il reato previsto nero su bianco dall’art. 605 del codice penale italiano.

Strano che alle guardie di frontiera che “bloccano” negli aeroporti non sia mai stato contestato tale reato. Ma forse chi sbarca dagli aerei è sempre un fesso che sbarca senza il prestampato per la domanda di asilo già compilato.

Che così recita: “Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso: 1) in danno di un ascendente, di un discendente, o del coniuge; 2) da un pubblico ufficiale, con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni.

Se il fatto di cui al primo comma è commesso in danno di un minore, si applica la pena della reclusione da tre a dodici anni. Se il fatto è commesso in presenza di taluna delle circostanze di cui al secondo comma, ovvero in danno di minore di anni quattordici o se il minore sequestrato è condotto o trattenuto all’estero, si applica la pena della reclusione da tre a quindici anni.

Inoltre, secondo quanto contestano i giudici, “il Senatore Matteo Salvini, nella sua qualità di Ministro, violando le Convenzioni internazionali in materia di soccorso in mare e le correlate norme di attuazione nazionali (Convenzione SAR, RisoluzioneMSC167-78, Direttiva SOP009/15), non consentendo senza giustificato motivo al competente Dipartimento per le Libertà Civili per l’Immigrazione – costituente articolazione del Ministero dell’Interno- di esitare tempestivamente la richiesta di POS (place of safety) presentata formalmente da IMRCC (Italian Maritime Rescue Coordination Center), bloccava la procedura di sbarco dei migranti, così determinando consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale di questi ultimi, costretti a rimanere in condizioni psico-fisiche critiche a bordo della nave ‘U.Diciotti’.

Cioè gente sopravvisuta a lager libici, non hotel a 5 stelle lusso, che ha attraversato il deserto, che ha vissuto orrori inenarrabili ha subito gravi disagi a restare in una struttura ove avevano generi di conforto e assistenza medica. Capisco che per godere a pieno di una narrazione occorra “sospendere l’incredulità”, ma qui si sta tentando di prendere gli italiani per fessi. Vedi anche il caso della nave sbarcata

Fatto aggravato dall’essere stato commesso da un pubblico ufficiale e con abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per essere stato commesso anche in danno di soggetti minori di età“.

Questo lo dovrà decidere la magistratura. Temo finirà in una bolla di sapone come le altre indagini. E il consenso verso salvini cresce. Cresce perché si sta cercando di risolvere un problema con tonnelate di ipocrisia, e questo equivale a voler cercare di spegnere un incendio con la benzina.

Una piccola nota a margine: la magistratura quando indaga a salvini è santa e benedetta e la notizia dell’indagine è ipso facto prova della certezza della futura condanna. Perché per Lucano non funziona allo stesso modo, anzi si parla di magistratura asservita al ministero dell’interno?

Giustizia spettacolo e karma

Stavo leggendo le polemiche verso il ministro Bonafede ed il suo video per “celebrare” la cattura di Battisti. Devo dire che da garantista tutto questo mi da il voltastomaco: la giustizia dovrebbe essere applicata in maniera sobria e asettica, applausi e linciaggi in piazza sono medioevo e terrore giacobino non sono affatto modernità ed illuminismo.

Però, per onestà intellettuale, devo anche far notare che la “giustizia spettacolo” non è una invenzione gialloverde anche se da tale parte provengono alcuni magistrali interpreti. Ricordo Di Pietro ed il tintinnare di manette durante mani pulite, gli avvisi di garanzia consegnati a mezzo stampa  (e l’equazione inquisito = colpevole), la “costituzione a geometria variabile” che, a seconda delle convenienze diventa santa, intoccabile ed inconfutabile o viene “interpretata”. L’esempio classico è l’articolo sulla segretezza della corrispondenza: articolo oramai puntualmente disatteso da tutti, con intercettazioni che escono in ogni dove, e secondo molti limitato dal “diritto di sapere”. Diritto che non è mai stato scritto nella costituzione.

Fossimo in oriente si parlerebbe di Karma, ma si tratta semplicemente di logiche conseguenze di un certo modo di agire: se fai giustizia spettacolo poi non dovresti stupirti se vieni imitato. Se presenti l’opinione di nonno Gino sul nucleare come equivalente a quella di un ingegnere che per lavoro progetta centrali poi non stupirti se anche zio Geppo ritiene la sua opinione sulla virologia equivalente a quella di Burioni.

Chi ha sdoganato il metodo travaglio non son stati i grillini; son stati quelli che, quando andava contro al Caimano, lo esaltavano come un eroe e pendevano dalle sue labbra, quelli che, quando applicava il suo famoso metodo, applaudivano. Poi quando il metodo è stato applicato ad altri stranamente ci si è lamentati che fosse un metodo “forcaiolo”. Se convinci la gente che ha diritto di sapere tutto di Berlusconi colonoscopie comprese perché il popolo ha diritto di sapere poi è scontato che saltino fuori i morbosi delle colonoscopie di Renzi pronti a giurare che nella costituzione esiste “i cittadini hanno il diritto di conoscere tutti i dettagli delle colonoscopie dei politici”.

Criticare Bonafede è giusto ma sarebbe opportuna anche un poco di autocritica; criticarlo non per il comportamento ma solo perché l’ha fatto lui, antipatico, verso un simpatico significa dire che non è sbagliato il comportamento ma l’autore e la vittima. E così facendo domani sicuramente trovi “peggio” o da parte dei simpatici verso gli antipatici o viceversa.

Karma.

Far west italia…

Sorgente: La denuncia choc di una giornalista: “Rom picchiata in metrò, e io insultata per averla difesa” – Cronaca, Italia – L’Unione Sarda.it

Un racconto agghiacciante che arriva da Roma, e che parla di violenza feroce, di disumanità, di quell’Italia di cui non vorremmo mai leggere né tantomeno scrivere.

A riportarlo il Corriere della Sera, che ripercorre la vicenda raccontata anche su Facebook, ma poi cancellata per paura e dopo ripetuti insulti e minacce, dalla giornalista 39enne Giorgia Rombolà.

Alla fermata San Giovanni della metropolitana linea A della Capitale, Giorgia mercoledì sera assiste ad una scena terribile: una donna rom viene fermata dai vigilantes perché accusata di furto.

La denuncia poi non sarà mai presentata, ma l’uomo che la ritiene responsabile di questo gesto, definito da Giorgia “alto e corpulento”, non è soddisfatto del “lavoro” dei vigilantes e picchia violentemente la donna, anche in testa, davanti alle urla e agli sguardi terrorizzati della sua bimba di tre o quattro anni, che nella concitazione del momento “cade a terra, sbattendo sul vagone”.

“Ci sono già vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero) – scrive la giornalista nel post poi rimosso – ma a quest’uomo alto mezzo metro più di lei non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, cerca di strapparla ai vigilantes strappandola per i capelli. La strattona fino a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte”.

A questo punto Giorgia si fa coraggio e scende dal vagone provando a fermare l’uomo, ma rientrata sul treno viene affrontata e presa a male parole dagli altri passeggeri.

“Un tizio – prosegue la 39enne su Facebook – mi insulta dandomi anche della p…, diche che l’uomo ha fatto bene, che così quella s… impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla”. “Nessuno mi ha difesa – prosegue – tanti hanno fatto finta di niente. Questa indifferenza mi ha scioccata”.

“Due ragazzi – aggiunge – ridono e fanno battute terribili, altri dicono frasi come ‘bisogna bruciarli tutti’, mi urlano anche dai vagoni vicini ‘comunista di m…’, ‘radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del c…'”.

Giorgia scende alla sua fermata, con la paura che il passeggero più inferocita possa addirittura seguirla come aveva minacciato. Trovandosi invece sola si affretta verso casa e in preda all’ansia e alla paura fra le lacrime.

“Non difendevo la ladra né la rom in quanto tale – conclude Giorgia – ma c’erano i vigilantes perché picchiarla? Abito in quartiere considerato ‘per bene’, e allora mi chiedo: i ragazzi indifferenti o quelli che ridevano, i miei vicini di casa, come sono diventati?”.

Che dire? è un triste imbarbarimento ma, sarebbe opportuno riflettere sul perché “il bruto” sia stato applaudito invece che contestato e perché la giornalista che ha denunciato sia stata insultata. Ci si potrebbe dare una spiegazione autoconsolatoria “ha stato Salveeny a far impazzire la gggente” oppure prendere coraggio ed ammettere alcune cose “scomode”.

Prima considerazione: la gente ha fiducia nella giustizia e nella magistratura nella misura in cui la vede funzionare e la vede funzionare bene. Se vedi che contro la microdelinquenza, scippatori, spacciatori, balordi, non si fa niente, che le forze dell’ordine sono impotenti e, cosa peggiore, ti dicono di rassegnarti perché è inutile chiedere interventi, quello che pensi è che la giustizia “ufficiale” non funzioni per niente. E in questi casi, se non sei “protetto” dallo stato devi proteggerti da te oppure appoggi un “protettore” che poi potrebbe anche essere un “padrino1“. Se non c’è lo stato c’è il far west, sic et simpliciter. Quando lo stato si ritira spuntano fuori i giustizieri della notte.

Quello che ha raccontato la giornalista è la classica trama di un western. Tucson city è vessata da Tom il cattivo. Lo sceriffo vuoi per pavidità, vuoi per ignavia non fa nulla. La gente è esasperata ed ha paura. Un bel giorno a Tucson city arriva il pistolero John che riempie di piombo Tom il cattivo. Finisce con la gente che applaude John e magari fischia anche lo sceriffo quanto prova ad arrestare per John perché magari non ha letto a Tom i diritti prima di riempirlo di piombo.

Se lo sceriffo avesse messo Tom fra le sbarre e protetto, lui, i cittadini, pochi si sarebbero sperticati ad applaudire John il pistolero. Spiace dirlo ma è questa la verità.

Bisogna avere il coraggio di ammettere che esiste un problema di microcriminalità, e che questo problema si scarica soprattutto verso le parti “basse” della popolazione, raramente riguarda le persone dei quartieri alti. Se io ho un autista che mi scarrozza di qua e di là difficilmente avrò problemi con parcheggiatori abusivi.

Invece il problema microcriminalità si è preferito nasconderlo sotto una cappa di ipocrisia politicamente corretta, ipocrisia per la quale anche il fermare un ladro diventa una azione riprovevole “Ci sono già vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero) – scrive la giornalista nel post poi rimosso” sarei curioso di sapere, da parte della giornalista, quale sia il modo migliore per fermare “in modo tenero” una scippatrice che tenta di scappare. Anche questo “e non in modo tenero” alla fine porta rancore. Più che portare solidarietà alla scippatrice porta a pensare: “beh scippano, son sempre qui, nessuno fa niente e si critica chi interviene?”. Ok abbiamo una altro che, domani, fischierà lo sceriffo ed applaudirà i pistoleri.

Purtroppo certe zone sono terre di frontiera; che aggressioni anche da parte di rom sono all’ordine del giorno fra l’impotenza delle forze dell’ordine, eppure quando si provava a sollevare il problema si veniva tacitati di essere razzisti, dici questo solo perché sei razzista.  E questa ipocrisia ha impedito di ammettere e cercare di risolvere il problema, poi dopo i tanti che lottano contro chi solleva il problema, arriva l’idiota che lo risolve a modo suo, e la colpa, imho, è anche di chi ha impedito che venisse risolto prima e meglio.


  1. All’inizio del romanzo “il padrino” di mario puzo, don vito corleone viene presentato, non a caso, come un “raddrizza torti”. 

Acquarius – i miei due centesimi

Torniamo a parlare della vicenda acquarius delle accuse di traffico di rifiuti pericolosi.

Attacco

Il solito modus operandi della magistratura mediatica italiana; si annuncia l’inchiesta e contemporaneamente si fanno uscire intercettazioni e documenti per avere una condanna “morale” in processi a mezzo media che si spera anticipi quella “giudiziaria”. Con la differenza che mentre nel processo “giudiziario” hai la possibilità di difenderti nel processo “mediatico” invece questa possibilità è enormemente ridotta.

Pacifico che si tratti di un uso “barbaro” e “snaturato” del potere giudiziario. Sarebbe opportuno che chi, fino a ieri, rompeva le scatole con il “diritto di sapere” e protestava contro le leggi bavaglio si renda conto che certe norme, le “leggi bavaglio” ad esempio, non sono “ad personam” ma servono a proteggere tutti dallo sputtanamento.

Si è lottato per il diritto di sputtanare, con buona pace dell’articolo 15 della costituzione, non ci si scandalizzi se tale diritto viene usato anche da altri. Si tratta del principio dell’escalation; se tu ti doti della bomba atomica e annunci che non avrai remore ad usarla poi non stupirti se anche i tuoi “vicini” cercheranno di dotarsi di un bel arsenale nucleare.

Difesa

Penosa; se cancellassero i riferimenti all’acquarius avrei serie difficoltà a capire se sta parlando un supporter di Berlusconi; è stato usato tutto l’armamentario difensivo che veniva rinfacciato al cdx dalla magistratura ad orologeria delle toghe “verdi” ai complotti per arrivare al potere, il benaltrismo: “e allora la terra dei fuochi”, il pensare eventuali colpe altrui più gravi assolvano dalle proprie, gli attacchi delegittimanti verso la magistratura, la difesa dal processo invece che nel processo.  Ho letto le dichiarazioni di Saviano; in questa vicenda non ha nulla da invidiare ad un Ghedini dei tempi migliori.Buffo vedere gente che su twitter invoca la pena di morte per chi abbandona una buccia di banana in un bosco sbracciarsi per dire che i rifiuti contaminati da fluidi biologici come il sangue sono tutto sommato  innocui.

Conclusioni

Tanti, troppi criceti che ragionano in binario: i buoni buonissimi non fanno mai niente di cattivo ed anche il solo pensare che, almeno in linea teorica, possano fare qualcosa di cattivo è un vile attacco verso di loro, attacco che ti fa inserire immediatamente fra i cattivi cattivissimi. Mentre i cattivi son cattivissimi, tutto quello che fanno è cattivissimo e qualunque cosa vada contro di loro, è sacrosanta e, per definizione, buonissima.

 

Se è nel bicchiere di una betoniera non è stupro

Se è nel bicchiere di una betoniera non è stupro.
La cassazione assolve Pierguidalberto dall’accusa di aver stuprato Pamelindanna perché fare sesso nel bicchiere di una betoniera non è stupro.

Stavo leggendo la storia di quanto capitato in irlanda riguardo ad un accusato di stupro assolto perché la presunta vittima indossava un perizoma sexi.

Devo dire che già di prima battuta la notizia mi è sembrata una notizia demenziale sulla falsariga delle sentenze “pro stupro” della cassazione generate da colossali, in buona o mala fede, fraintendimenti. Qui un esempio. Dubbi venuti anche a Butac. Come giustamente scrive, per fugare i dubbi l’unico è leggere la sentenza; fare analisi su titoli dei giornali e su reazioni indignate, è fuorviante al massimo.

Oramai il pattern della notizia per scatenare scandalo a comando è semplice:

  1. X è inquisito per stupro
  2. viene scritto che X viene assolto per il motivo Y, con Y comportamento “innocente” della presunta vittima. [Quando in realtà magari il motivo è Z che poco c’entra con Y]
  3. Un sacco di indignat* protestano contro la decisione dei giudici, magari tirando fuori tutto il piagnisteo pseudofemminista, dalle quote rosa alla cultura patriarcale passando per il femminicidio.

Sconfortante vedere quanti cervelli da criceto puntualmente ci cascano, buffo notare che spesso chi ci casca con entrambi i piedi è il primo a protestare contro le “fache nius”.


A margine:

Spiace dirlo ma, terra terra, un processo per stupro è un processo ove una corte deve decidere a posteriori se è più plausibile la tesi uno

il rapporto era consenziente

oppure la tesi due

il rapporto non era consenziente

E per farlo bisogna indagare sui comportamenti dei due per capire quale delle due tesi sia più plausibile; l’avvocato dell’uno deve trovare le prove a favore della tesi 1 quello dell’altro a favore della tesi 2. E non è raro che vengano “esposte le mutande in piazza”. Ma questo molti cervelli da criceto non lo capiscono; pensano che il non credere ciecamente alla presunta vittima, anche quando la testimonianza fa acqua da tutte le parti, sia victim blaming.