la moda e la scuola

Sorgente: Fioramonti furioso con il governo: “Nessuno mi ha ascoltato” – IlGiornale.it

(…) Clima a scuola – Fioramonti poi, in un’intervista rilasciata a Reuters, ha anticipato una novità per quanto riguarda il prossimo anno scolastico: “L’anno prossimo l’Italia sarà il primo Paese al mondo dove lo studio dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile sarà obbligatorio”. A partire da settembre 2020 tutte le scuole dovranno dedicare “33 ore all’anno, circa un’ora a settimana, alle questioni relative ai cambiamenti climatici”. Il ministro poi ha aggiunto che sarà prevista “una nuova prospettiva legata allo sviluppo sostenibile” per le materie tradizionali come geografia, matematica e fisica. “L’intero Ministero sta cambiando affinché la sostenibilità e il clima siano al centro del modello educativo”, ha concluso.

Ho insegnato informatica a cavallo degli anni 2000 quando la materia era abbastanza nuova e veniva usata per prendere per culo gli studenti. Moltissime scuole si vantavano, falsamente, che facevano informatica quando in realtà più che studio della scienza del “informazione automatica” si insegnava ad usare un PC e si faceva credere agli studenti che, per avere 8 in informatica, bastava saper accedere un PC. Se poi riuscivi a formattare un documento senza usare spazi e “a capo” ti avrebbe telefonato Bill Gates in persona per nominarti, seduta stante, CEO della Microsoft.

Il risultato di tutte quelle prese in giro è stato l’avere ragazzi delusi e che si son sentiti presi per il culo, si aspettavano una materia “facile” e si son trovati “una specie di matematica”. Flow chart invece di photoshop, excel (o fogli di calcolo) invece di paint per fare i disegnini.

Memore di quelle esperienze penso che sia un errore che la scuola stravolga le materie per seguire le mode del momento; il compito della scuola è fornire un robusto bagaglio di conoscenze e far sviluppare il senso critico, quello che davanti ad ogni affermazione ti porta a chiedere le prove, quello che ti rende capace di fare una ricerca per vedere quali e quanto siano attendibili, almeno spannometricamente, le fonti citate, quello che ti insegna che “l’onere della prova ricade su chi afferma”.

Ecco perché penso che quella del ministro sia una mastodontica stronzata che serve solo a “vendere” aria fritta usando un argomento alla moda. Cosa XXX vuol dire mettere il problema della sostenibilità al centro della fisica e della matematica? Buttiamo a mare i principi della termodinamica ed insegniamo il motore a gatto imburrato e la free energy di tesla? L’unico risultato sarà di tirar su una generazione convinta che progetti come questo siano genialate invece che solenni gretinate. Oppure può servire per “facilitare” materie ostiche, così come i famigerati crediti per le attività extrascolastiche, cioè pierino è una rapa incapace di fare una semplice addizione ma siccome ha tanto a cuore greta, ha comprato il poster greta, il libro di greta, la felpa di greta, il lanciafiamme di greta (Co2-free*) merita in ogni caso otto in matematica perché il voto di gretinate fa media…

Sinceramente, non so se Fioramonti ci è o ci fa, ma sto rivalutando alquanto Valeria Fedeli e Maristella Gelmini…

*Infatti non contiene il pericolosissimo cobalto biatomico.

4 pensieri su “la moda e la scuola

    • Il professore che alle medie ci faceva il corso di ECDL/Potenziamento Informatica era diplomato ISEF e insegnava ginnastica. Ma credo che sarebbe stato felice di fare il Potenziamento Greta Thunberg se glielo avessero chiesto.

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      • Nella prima scuola in cui ho insegnato eravamo pochissimi laureati, e quindi per riempire le cattedre prendevano gente con la sola maturità, in un caso addirittura neanche quella. Una collega, con la sola maturità, insegnava matematica; poi un anno le cattedre di matematica erano tutte coperte da persone con più titoli di lei ma era rimasta scoperta una cattedra di ginnastica, e lei si è riciclata come insegnante di ginnastica. Non essendo il suo mestiere, ignorava evidentemente la differenza fra avere 25 ragazzi di fronte, seduti e fermi, e averli tutti in giro e in movimento e, di conseguenza, il diverso tipo di disciplina necessario per avere la situazione sotto controllo. Risultato: mentre prima capitava più o meno un incidente leggero (contusione, distorsione) una volta al mese, incidenti un po’ più seri una o due volte all’anno, e una volta ogni quattro-cinque anni capitava di dover chiamare l’ambulanza, con lei non c’era una lezione in cui qualcuno non si facesse male, e l’ambulanza doveva venire in media una volta al mese.
        Per dire cosa può succedere quando uno si improvvisa in ruoli che non gli competono.

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