La proporzionalità

Segnalo due interessanti articoli riguardo alla “proporzionalità”; spesso chi parla di proporzionalità pensa ad un duello rusticano tipo la fine di “per un pugno di dollari” oppure al duello finale fra Dart Vader e Luke in guerre stellari. Niente di più sbagliato; la proporzionalità riguarda l’obiettivo finale e il “costo” per raggiungerlo. Tanto per fare un esempio della II guerra mondiale, l’atomica invece di invadere e conquistare il giappone casa per casa.

Sorgente: Thread by @pietrom79 on Thread Reader App – Thread Reader App

Uno degli “argomenti” più quotati nella guerra tra Israele e Hamas è che la reazione israeliana sia “sproporzionata” e che l’obiettivo sia la “vendetta”.

Lo stereotipo antisemita della vendetta è stato anche diffuso da alcuni prelati e teologi cattolici, rischiando di buttare a mare i progressi del XX secolo nel rapporto con l’Ebraismo.

La questione della proporzionalità è invece collegata ad un’altra, politicamente e militarmente centrale: qual è l’obiettivo di Israele? Spesso si ritiene che l’obiettivo israeliano sia la sola liberazione degli ostaggi, e non rendere impossibile un altro 7/10.

“e non rendere impossibile un altro 7/10” questo è l’obiettivo finale; un esempio che si potrebbe fare alle animelle candide è il 41bis. Quale è lo scopo del 41bis? evitare che i mafiosi possano pilotare i loro scagnozzi grazie a radiocarcere. Misura eccezionale per un problema eccezionale. Un esempio di azione invece sproporzionata sarebbe stata la “legge fiano” che demonizzava ad oltranza il fascismo e equiparava all’apologia di fascismo mirata a ricostruire il partito, già sanzionata dalla legge scelba, anche la mera esibizione di simbologia fascista o, come ho letto in certe discussioni, anche il dire “ha fatto anche cose buone”.

L’obiettivo israeliano sembra essere invece prendere il controllo di Gaza, bonificare le strutture militari costruite da Hamas in 20 anni, eliminare quanta più Hamas possibile, come fatto in passato con Daesh e Al Qaeda (e come andrebbe fatto con Hezbollah e forse Houthi)

Questo è l’unico obiettivo ragionevole: eliminare le conseguenze di 20 anni di militarizzazione di Gaza dopo l’errore strategico di Sharon di lasciarla ai palestinesi, demilitarizzare Gaza, e prevenire quindi un futuro 7/10.

Un tale obiettivo però ha un costo: richiede di prendere il controllo di Gaza casa per casa, tunnel per tunnel, base militare nascosta in scuole e ospedali per base militare. Richiede ciò la resa incondizionata di Hamas e il crollo delle istituzioni “politiche” di Gaza.

Altra cosa da notare “nascosta in scuole ed ospedali”; ricordo alle animelle candide delle convenzioni di ginevra, che ai sensi di tali convenzioni il comportamento “perfido” è vietato, che l’usare strutture civili a scopi militari, ad esempio nascondere un deposito munizioni in una scuola, costituisce comportamento perfido. E se si fa saltare il deposito munizioni la colpa della distruzione della scuola e degli eventuali civili morti è di chi ha nascosto tale deposito in un edificio civile, rendendolo ipso facto un obiettivo militare lecito non di chi ha colpito un, ripeto lecito, obiettivo militare.

Questo obiettivo ha un costo in termini di vite civili palestinesi, ma nessuno si è degnato di proporre alternative che ottenessero lo stesso obiettivo, quindi possiamo considerarlo inevitabile: la pace non vale la sopravvivenza del governo di Hamas a Gaza.

Si possono pensare a tattiche che minimizzino il costo per i civili (se non già implementate da Israele), ma non si può costringere Hamas a non nascondersi in scuole e ospedali, usare scudi umani, rallentare le evacuazioni, uccidere oppositori.

E queste son tutte colpe di Hamas mica di Israele.

L’obiettivo israeliano è legittimo, realizzabile, limitato: demilitarizzare un territorio governato da terroristi da 20 anni, impedire che si riarmi, e togliere Hamas dall’equazione politica palestinese. Questi obiettivi pare abbiano il tacito assenso dei paesi arabi.

Perché alla fine hanno causato troppi imbarazzi anche a loro, perché finire in una gara di purezza significa autodistruggersi (citofonare sinistra italiana per delucidazioni) perché il pericolo attuale è l’iran e non israele. Con un nemico intelligente puoi trattare, con un pazzo fanatico…

Sono obiettivi che richiedono esattamente ciò che Israele sta facendo dal 7/10, quindi non si può parlare di vendetta né di reazione sproporzionata. E non si può neanche dire che siano obiettivi impossibili da raggiungere, a differenza delle fantasie sui due stati.

Una pace tra israeliani e palestinesi non può essere un obiettivo militare, perché irrealizzabile con qualunque strumento nel breve/medio termine. Ma rimuovere Hamas da Gaza si può, ed è un piccolo passo necessario anche per questo ambizioso ma improbabile obiettivo.

Penso che quello che spiaccia a molti europei sarà il partecipare al magna magna dell’unrwa e il non avere foto fresche di pampini uccisi su cui segarsi e da usare per legittimare moralmente il loro desiderio di spaccare tutto.

PS

Segnalo anche questo, è riferito alla scorsa guerra ma si applica benissimo anche a questa.

fonte: https://ilblogdibarbara.wordpress.com/2023/11/05/e-riparliamo-di-proporzione/

(…) La BBC, e non solo lei, commette un errore (o confonde strumentalmente i termini della questione, direbbero i maligni) nel definire la proporzionalità negli eventi bellici. Non sta scritto da nessuna parte che le parti in conflitto devono in qualche modo adoperarsi per avere perdite pari a quelle dell’avversario; la sola idea fa ridere. La proporzionalità riguarda i mezzi usati in relazione agli obiettivi cercati (e l’accettabilità degli obiettivi stessi). In altre parole, se l’obiettivo è di fermare il lancio dei razzi sulla popolazione civile di Sderot e Ashkelon, colpire l’infrastruttura di Hamas è una risposta proporzionata in quanto è il modo più economico (in termini di vite umane) per fermare militarmente quei razzi. Ripeto: possiamo discutere se fosse il caso di ricorrere alle armi o no, ma nel quadro del ricorso alle armi il fatto che Hamas abbia avuto più morti di Tsahal non conta una virgola ai fini della proporzionalità della risposta. Avere una mira e un addestramento migliori può conferire maggiori responsabilità, ma sicuramente non mette automaticamente dalla parte del torto.
(con gli inglesi, a questo punto, si può fare l’esempio della Seconda Guerra Mondiale, in cui i tedeschi hanno avuto sicuramente più morti, militari e civili, degli angloamericani, ma la cosa non li mette certo dalla parte della ragione; con i compagni italiani questo discorso si fa pericoloso, perché la percentuale di nostalgici del patto Ribbentrop-Molotov è alta e confermerebbero con entusiasmo che sì, i nazisti erano di sicuro meglio degli occidentali o almeno moralmente equivalenti).

Nessuno è in grado di spiegare come si dovrebbe esercitare questa fantomatica proporzionalità: proporzionalità nel numero di vittime? Proporzionalità nei bersagli? Proporzionalità nel numero ed equipaggiamento dei contendenti?
Se io mi presento, cari “proporzionalisti”, davanti a casa vostra e comincio a sparare attraverso la finestra con una .22, quale sarebbe una risposta proporzionata? Tenete presente che io ho, dopotutto, una mira di merda, e quand’anche dovessi colpire qualcuno, al massimo resterebbe ferito: è un’impresa, ammazzare una persona con una calibro .22
Non dovreste rispondere affatto finché non colpisco qualcuno? E se mi limito a ferire qualcuno, dovrete usare la massima cura perché un’eventuale autodifesa al massimo mi ferisca? E se porto una decina di amici, e spariamo tutti insieme, e ammazziamo un occupante della vostra casa, sarà lecito al più rispondere contro uno solo di noi?

3 pensieri su “La proporzionalità

  1. vero….infatti faticavo a sopportare gli innumerevoli sproloqui usciti in ogni dove dopo il massacro del 7 ottobre…..

    davvero difficile da digerire il tentativo patetico di buttare fango su di un semplice episodio di insubordinazione commesso contro un esercito occupante

    ma forse mi confondo, assordato dal silenzio compiaciuto di troppe facce di merda…..

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  2. Ti segnalo un piccolo errore: la perfidia e’ la violazione di un comportamento promesso in buona fede. Dichiaro una tregua e ti attacco, sollevo bandiera bianca e poi ti sparo etc.

    Quello che dici tu e’ un corollario al principio di distinzione, ovvero la perdita della protezione di obiettivi civile (art. 52 del protocollo addizionale).

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