je suis charlie, again.

Charlie Hebdo, il giornale satirico francese, ha pubblicato una vignetta sul terremoto in italia e adesso impazzano le polemiche sulla vignetta.

Quello che comunque adesso mi sta facendo ridere sono tutti quelli che, quando la satira “colpiva” parti e fazioni che stavano sulle balle, non facevano altro che blaterare di libertà di parola e libertà di satira citando continuamente la costituzione e dando del nazifascista a la chiunque trovasse di dubbio gusto o azzardasse qualche critica. Adesso invece fanno “le vergini dai candidi manti, rotte di dietro ma sane davanti(1)” scandalizzate per tale volgarità, quando fino a ieri difendevano le battute sulle cosce della Boschi sostenendo che chi è contro la satira è contro la libertà di espressione (oltre che schiavo di Renzi e servo del NWO).

Beh coglioni è satira e quindi, come urlavate fino a ieri, santissima ed intoccabile.

Io personalmente la trovo di pessimo gusto ma il pubblicare vignette di pessimo gusto non è reato. E come scrissi anche altre volte, se qualcuno si sente offeso dalla vignetta ha tutti i diritti di denunciare alla magistratura francese, scrivere lettere di protesta, manifestare. Non ha invece il diritto di farsi giustizia da solo con un kalashnikov.  E sinceramente preferisco che loro siano liberi di pubblicare porcherie, e nel caso paghino se violano le leggi, che avere un regime che richiede gli imprimatur prima di pubblicare.

Sono queste le situazioni in cui si vede chi crede nel valore della libertà di espressione e chi invece, cinicamente, si sparava pose da liberale solo per carpire sostegno per la sua fazione.

(1)
Coro delle vergini (Danzando):

Noi siam le vergini dai candidi manti,
siam rotte di dietro, ma sane davanti;
i nostri ditini son tutti escoriati,
a furia di cazzi che abbiamo menati.
Nell’arte sovrana di fare i pompini
battiamo le troie di tutti i casini;
la lingua sapiente e l’agile mano
dan gioia e sollievo al duro banano.
[Ifigonia, Atto primo]

8 pensieri su “je suis charlie, again.

  1. ho contatti su facebook che erano charlie, poi hanno inneggiato a qualche censura nel frattempo (tipo articoli offensivi e rassisti) ed ora sono a prendere per il culo chi era charlie sbracciandosi per la libertà.

    un cortocircuito che mi ha fatto barcollare

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    • il limite della satira, come della libertà espressione, è dato dalla legge: calunnie, diffamazione, apologia di reato non sono libertà di espressione ma si tratta di abusi della medesima ed è giusto che vengano sanzionati.
      E non è obbligatorio essere sempre d’accordo con la satira; la si può trovare di pessimo gusto, non condividerla, sono posizioni lecite e legittime.
      Qui chiarisco meglio l’apparente contraddizione.

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      • assolutamente d’accordo. infatti non ho visto nulla di male nel dire “mi fa schifo questa vignetta” o “non credo sia adatta” fintanto che sono posizioni personali.

        però, come ogni volta, si scatenano estremismi ideologici per cui “jesuischarlie” era un simbolo di libertà di espressione no-matter-what e se dici qualcosa contro charlie allora offendi il profeta; non importa poi se negli articoli e nelle opinioni di tutti i giorni si inneggi all’ostracismo (eh si anche adinolfi ha il diritto di parlare).
        era questo il doppio corto che mi lasciava perplesso; ma si collega benissimo all’ipocrisia religiosa dell’italiota che se gli offendi il papa si incazza ma poi si vanta delle sue opere con chiunque.

        comunque concordo che finché si sta nei limiti di legge è tutto valido e normale imho.

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