Stupro bancario e victim blaming

Negli articoli cui si parla dei vari scandali bancari sto notando una inquietante similitudine: quando ci si pone qualche domanda o si fa qualche affermazione sulla vittima e sulla sua imprudenza come nei commenti a questo articolo: “ma investire 500K euro, tutti i risparmi, acquistando solo azioni della banca è una azione dissennata”, scatta il coretto: “ma la colpa è del bancario truffatore, lui si è fidato, ma stai dando le colpe alla vittima?

A me sembra la stessa cosa che capita quando, negli articoli ove si parla di violenza verso le donne, qualcuno chiede se il bere fino a non capire nulla sia una scelta assennata; parte immediatamente l’accusa di victim blaming e di voler dare le colpe alla vittima violentata per sgravare il “poverino” che le ha usato violenza. E come capita per la violenza sessuale, la prudenza non sposta di un millimetro colpe e ragioni; chi truffa ha truffato ed è giusto che paghi per le azioni che ha compiuto, ma chi è stato gonzo, anche se ha tutte le ragioni del mondo, in ogni caso rischia di pagare le conseguenze delle sue, poco accorte, azioni.

In realtà io non credo che il pollo non abbia colpe anzi: quanti scandali “bancari” ci son stati? Tango Bond, Parmalat, la bolla della niu economy, i vari crolli dei mercati azionari. E nessuno di questi ha insegnato a tenere gli occhi aperti quando si parla di investimenti? che se non si capisce cosa si sta facendo è meglio sempre consultare un esperto “terzo” rispetto a noi e a chi propone l’investimento?  Siamo un paese dove ci dovrebbe essere un tasso di scolarizzazione abbastanza alto, anche senza considerare i PhD in youtube, non stiamo parlando di contadini analfabeti del 1600 o giù di lì. Frasi come:

Mi han messo là un pacco di carte e io non ho letto neanche una, nella fiducia
che avevo, della persona che avevo davanti, non ne ho letto neanche una, e ho
firmato.

invece di “banche assassine” dovrebbero far partire il coretto: scemo! scemo! scemo! te la sei cercata. Sarò cinico e crudele ma in questi casi io non riesco ad essere solidale, qui si sta parlando di idiozia dolosa. L’imprudenza della vittima non giustifica i comportamenti del truffatore o dello stupratore, non scusa le responsabilità di chi avrebbe dovuto vigilare ma non l’ha fatto, ma spiega benissimo come la vittima abbia corso rischi, se fortunata, o abbia subito danni se sfortunata, che lei stessa avrebbe potuto evitare.  Anzi il giustificare a oltranza la vittima quasi che le colpe del truffatore cancellino l’idiozia del pollo incentiva molti a tenere, a loro volta, comportamenti da pollo.

Un ultima cosa: le donne non devono essere prudenti perché sono gli uomini a non dover stuprare è equivalente a dire: firmate a cazzo qualsiasi cosa vi mettano davanti perché non vi si deve truffare. Se però non siete convinti di ciò per favore potete mandarmi un assegno in bianco, mi serve per sbloccare l’eredità milionaria di un mio carissimo zio nigeriano; poi vi rendo tutto con il 40% di interesse. Grazie. Qui ci son tutti i dettagli.

 

7 pensieri su “Stupro bancario e victim blaming

  1. Ogni tanto ci provo ad esprimere lo stesso concetto, e mi prendo bordate di fischi…

    Un po’ come i clienti di Wanna Marchi: ma se uno crede veramente che con acqua e sale puoi guarire da malattie terribili io sotto sotto penso che lei fa bene a vendergliela.
    E che da internare sarebbero i clienti non lei.
    Solo che, in questo casi, la disperazione gioca brutti scherzi.
    Nei casi degli investitori questa attenuante non esiste…

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    • Infatti; se hai malattie terribili sei in uno stato in cui tendi ad aggrapparti a qualsiasi speranza, per quanto irrazionale ti possa sembrare. In quei casi è giusto bastonare il truffatore, soprattutto se abusa della propria posizione come medico.
      Ma è un caso profondamente diverso da chi finisce spennato in banca. In molti casi il coretto: scemo! scemo! verso la vittima ci sta tutto.

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  2. Shevatas, purtroppo non capisci che in generale l’italiano e’ un bambino di dodici anni. Non puoi andare da un bimbo dodicenne e dirgli che se fa una cazzata la colpa e’ sua e deve rispondere delle sue azioni. L’italiano non vuole responsabilita’, vuole fare le cazzate e non pagarne le conseguenze, punto. Il concetto di “persona responsabile delle proprie azioni” e’ un concetto tabu’ a cui non devi MAI accennare, a meno che non ti piaccia vedere la gente andare in crisi isterica. L’italiano ha la tendenza a buttarsi dal ventesimo piano e dire “OK, finora va tutto bene, poi si vedra’ piu’ avanti”. Cinque secondi prima di spiaccicarsi, l’italiano dice “E che cazzo! Finora e’ andato tutto bene, perche’ devo trovarmi in questa situazione? Perche’ non mi hanno fermato prima? E’ colpa della sicurezza dell’edificio, dovevano impedirmi di buttarmi!”

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    • A me questo non da fastidio. Quello che a me infastidisce son quelli, riprendendo il tuo esempio, che dopo che l’intelligente, che si oppone alla malvagia lobby della gravità, è salito al 20-esimo piano, ignorando i divieti, ha rotto con le cesoie la recinzione e scavalcato la balaustra e si è lanciato di sotto, invece di chiedere che venga conferito all’idiota il premio darwin, vanno in piazza a chiedere la testa del sindaco per aver dato l’agibilità all’edificio. Vedi ad esempio il caso del processo agli scienziati per il terremoto dell’aquila. Senza quelli basterebbe lasciare mano libera a Darwin.

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  3. E le “vittime” degli usurai: hai il bar che non decolla, allora mi chiedi centomila euro per ristrutturarlo in modo da renderlo più attraente e ti impegni a restituirmene centocinquantamila da qui a sei mesi. Sapendo che ho già mandato in rovina tuo cugino. Sapendo che il cognato di tua moglie si è suicidato perché da cinquantamila era arrivato a due milioni e non aveva neanche i soldi da comprarsi un pacco di pasta. Sapendo che tutti i giorni ci sono sui giornali storie di usurai con interessi che crescono in maniera esponenziale. E sei assolutamente certo che in sei mesi il tuo bar ristrutturato sarà il locale più frequentato della città. E poi vieni a frignare che ti ho rovinato, ma vaffanculo, io in galera ci sbatterei te!

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    • Infatti. In molti casi quando si parla di usura si parla anche di persone alle quali le banche, cattive per definizione, avevano rifiutato i finanziamenti o che magari erano già segnalati in centrale rischi. E siccome sono persone ad altissimo rischio di insolvibilità. E invece di fare una seria riflessione sulla tua situazione finanziaria piangi che le banche sono cattive e ti hanno preso di punta (segnalazione CRIF) e vai dai “benefattori disinteressati”? C’è anche molto azzardo da parte della vittima.

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