le colpe dei genitori e degli studenti nel fallimento della scuola

Parlando di scuola ho notato un buco nero di cui si parla poco, a sentire quello che si dice sembra che la colpa della situazione disastrata cui versa la scuola sono o i docenti fancazzisti oppure un governo tirchio che pretende un pasto da ristorante extralusso al prezzo di un mc burgher.

In realtà fra le concause, entrambe le precedenti ci sono e sono vere, c’è anche il problema genitori. A molti genitori in realtà non interessa che il figlio apprenda qualcosa a scuola, anzi simili genitori spesso si fan vanto di considerare la cultura come inutile, a loro interessa solo che il figlio abbia un posto dove passare le mattine e che sia promosso, o meglio che tutto il mondo riconosca la sua bravura, perché è bravo e mammà lo certifica. La scuola è inutile, non insegna niente perché il pargolo è già bravissimissimo di suo nelle cose veramente importanti; e tutto il resto, magari la matematica o la logica, son cose inutili che non servono a niente e non è giusto penalizzarlo perché non è capace in tali cose. Cioè il fatto che sia in prima superiore e non sappia le tabelline non è un motivo valido per presentarlo con il tre in matematica…

Ecco quindi in molte scuole, soprattutto quelle scelte per “comodità”, come poco sbattimento per il viaggio,  si arriva al patto scellerato dove i docenti fanno finta di insegnare, gli studenti di imparare e vengono promossi anche se con lacune grosse come case, e tutti son contenti.  Al genitore non interessa che il figlio sappia, interessa che il figlio creda di sapere e che la scuola non faccia niente per toglierli questa illusione, anzi se la scuola continua a illudere il pargolo è felice.

Se invece i genitori avessero realmente a cuore la preparazione dei pargoli quello sarebbe sicuramente una spinta a far migliorare la scuola; se io genitore ho interesse che mio figlio venga preparato bene e mi rendo conto che a scuola non sta facendo niente, soprattutto in materie importanti(1), cerco di cambiarlo di sezione o, in caso estremo, gli faccio cambiare scuola e lo mando in una più seria. E un preside che vede studenti scappare perché la sua scuola viene considerata un lunapark e non un posto serio cerca di rimettere tutto in carreggiata, ed anche i docenti che vi insegnano.

Se i genitori chiedono che la scuola insegni realmente, che formi i ragazzi e che elimini quelli che non son formati, in una parola una scuola meritocratica dove chi conosce le materie va avanti, chi ha solo potenzialità inespresse, chi si impegna ma non riesce, chi porta millemila scuse per essere promosso per pietà la scuola diventa meritocratica, anche per non perdere studenti.  Se i genitori chiedono una scuola che da a tutti una medaglia, fosse anche una medaglia di cartone (promozioni regalate e voti gonfiati), la scuola comincia a produrre medaglie di cartone e cercherà di spacciarle per medaglie d’oro: la scuola deve fare inclusione, la scuola non deve lasciare nessuno indietro, tutti hanno potenzialità e tali potenzialità devono essere riconosciute… Tante belle parole per mascherare il fatto che la scuola non fa il suo dovere ma si è trasformata o in parcheggio o in surrogato dei servizi sociali. Paradossalmente penalizzando proprio gli studenti “poveri” o “sfortunati” ma capaci (qui e qui).

Le aspettative dei genitori e degli alunni sono rivelate anche da come i test invalsi, e anche le simulazioni di concorso, vengono visti; se si vuole una scuola seria e che prepari sono visti come una buona opportunità per fare il punto sulla propria preparazione e vedere se corrisponde a quanto previsto dai piani di studio nazionali e quanto si è preparati rispetto agli altri. Invece, se la scuola la si ritiene solo un parcheggio o una succursale dei servizi sociali, sono considerati “una tortura”, “una inutile vessazione” perché rivelano “l’alto contenuto di cellulosa” della medaglia d’oro.

Purtroppo prima o poi un esame vero lo si trova;  quando gli studenti premiati con medaglie di cartone dorato poi lo incontrano,  scopriranno che nel mondo reale mammà, almeno nella gran parte dei casi, può far poco e che esistono anche esami reali dove viene valutata solo la tua preparazione e non la preparazione ma anche la capacità immergere la tua autoconsapevolezza karmica nel flusso cosmico del divenire universale.  E alla scoperta della verità, cioè essere un incompetente, si frigna forte, tanto forte.

Per avere una buona scuola sono fondamentali bravi docenti ma soprattutto genitori coscienziosi. Se il docente “duro” che lavora e che non illude e valuta gli studenti per quello che hanno studiato viene considerato, nei consigli di classe e di istituto, un sadico aguzzino, mentre l’amicone che trova il modo di dare la sufficienza a tutti e che magari ritarda lo svolgimento del programma perché “nessuno rimanga indietro” viene considerato un ottimo docente, beh, i genitori stanno chiedendo che la scuola non faccia da scuola ma faccia da parcheggio. Ma allora poi non si incazzino se il pargolo l’unica cosa che riesce a fare è il parcheggiatore.

(1) Esistono materie di serie A e di serie B, che che ne dicano i docenti. Se come capitato al sottoscritto, causa docente “folle”, si svolge di merda disegno e storia dell’arte la futura carriera scolastica universitaria generalmente non viene compromessa. Diverso è se invece viene svolto di  merda il programma di matematica o di italiano. In quei casi si sta ponendo una seria ipoteca sul proseguo degli studi. Ho visto troppi ragazzi capaci rovinati, letteralmente rovinati, da docenti incapaci che non hanno svolto la loro materia. Spesso i ragazzi arrivavano nelle classi successive con tremende lacune e a causa della fatica per recuperare tali lacune, dover fare in un anno tutto quello che non hai fatto alle medie ad esempio, è molto faticoso. E spesso causa la bocciatura al primo anno delle superiori. Anche se il ragazzo ha delle capacità ma, a causa di un docente degli anni precedenti negligente, non viene messo in condizione di esprimerle.

12 pensieri su “le colpe dei genitori e degli studenti nel fallimento della scuola

  1. Sulle materie di serie A e di serie B… non so quanti colleghi “stimati ingegneri”, bravissimi nelle loro “materie scientifiche” non sono in grado di leggere un disegno tecnico o di visualizzare nello spazio 3D un oggetto rappresentato in proiezione ortogonale. Pensare che nel mondo moderno una persona possa occuparsi di qualcosa di “tecnico/scientifico” senza aver le basi per leggere i disegni tecnici è a dir poco stupido.

    Grazie a Dio allo scientifico ho avuto ottimi professori di disegno e storia dell’arte, oggi non solo sono in grado di vedere una tavola e capire che cavolo ho davanti, ma non faccio parte di quelli che “l’arte moderna son due linee in croce, lo so fare anch’io” 😀

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  2. Dalle mie parti si dice che “la mela non casca mai lontana dell’albero”. Andrebbe ricordare a tali signori che il diritto allo studio, garantito in vari modi dallo stato è essenzialmente un PRIVILEGIO per il quale si dovrebbe ringraziare Iddio, non una formalità burocratica come prender la patente

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      • Sì, il titolo di studio certifica che si è in possesso degli strumenti per capire e farsi capire. Non è certo un semplice attestato di presenza. Forse una delle cause di tali pregiudizi risiede nella scarsa considerazione che si ha dello studio come mezzo di affermazione lavorativa invece che semplicemente estetica o esistenziale.

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        • Forse è ancora diversa la cosa: a un certo punto la scuola ha deciso che era un diplomificio, cioè che bisognava portare avanti tutti e non bocciare. La soglia di sbarramento del primo anno del liceo (tipo sei bocciati in una classe di venti persone) è magicamente sparita e grazie a debiti, crediti, ricchi premi e cotillon si è portato tutti avanti. Poi si è visto che portare avanti cani e porci (senza offesa (per i cani e i porci)) equivaleva ad avere un numero altissima di segati ai test di ingresso delle università. Quando il genitore medio italiano (che è peggiorato molto più rapidamente della scuola) si è accorto di questo, è andato in delirio! Oggi i licei sono quindi diventati agli occhi di molti genitori dei “testdingressifici” per cui se al test di ingresso di medicina può capitare che ti chiedano X allora NON ESISTE che il liceo taldeitali non insegni la cosa X, se poi a ingegneria chiedono la cosa Y allora DEVONO insegnare anche quella. Si è perso il concetto che la scuola ti forma e ti dà gli strumenti per CAPIRE e per SAPERE, e che puoi passare un test di ammissione anche senza saper rispondere nozionisticamente a TUTTE le domande. Quando feci io il test di ingresso a ingegneria mi sembrava tutto fuorché un test da “completare al 100%”, era anzi una “prova insuperabile” fatta per mettere alla prova la capacità di comprensione, gestione del tempo e della pressione.

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          • La prima versione dei “debiti” scolastici era il diritto a non studiare una o due materie, di cui una spesso era matematica, visto che anche se avevi il debito venivi promosso alla classe successiva e il non superamento del debito non significava nulla. Poi fioroni stabilì che i debiti si dovevano recuperare o altrimenti sarebbe stata bocciatura e ripresero le lagne. Oggi il debito devi recuperarlo prima dell’inizio dell’anno scolastico successivo altrimenti non puoi iscriverti alla classe successiva. Si è tornati agli esami di riparazione.
            In realtà poi i test moderni son strutturati in maniera tale da chiedere ragionamento, logica e comprensione del testo. Di domande puramente nozionistiche oramai se ne trovano solo tre o quattro. Ma, salvo rarissimi casi, tre o quattro domande non date non alterano moltissimo il punteggio complessivo. Possono fare la differenza solo se sei proprio a cavallo fra la sufficienza e l’insufficienza, ma son casi sporadici. Se nelle altre domane totalizzi 56 allora con 4 punti in più vai a 60, me se nelle altre totalizzi 20 punti…

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  3. Si infatti anche allora il test di ingegneria era in gran parte logica e comprensione del testo. Ma il volume del test era tale da obbligarti a non “perdere tempo” sulle domande e usare il classico trucco “leggo tutto e rispondo SUBITO a quello che so poi vediamo”, che non penso ci voglia un genio per arrivarci. Il fatto è che se “la scuola non serve a insegnare la logica e la comprensione del testo” come pensano certi genitori, poi gli resta da attaccarsi solo alla parte nozionistica dei test.
    Che poi non so, oggi ‘sti studenti fanno corsi a scuola per prepararli a superare i test di ingresso, ai tempi miei se volevi fare un corso o comprare un libro per prepararti al test erano cavoli tuoi e ti dovevi arrangiare, ma capisco che siccome le scuole sono disperate e si mettono l’una contro l’altra pur di accaparrarsi studenti (aka soldi) danno fondo a ogni mezzo per ammaliare il genitore.

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    • ti dirò sui corsi per superare il test, possono essere utili soprattutto nel caso della logica e per abituarti a rispondere in fretta. Tanto per dirne una nei test del concorso magistrale la prima domanda sulle serie numeriche da completare mi aveva spiazzato ma, una volta che scoprivi l’algoritmo generativo delle serie (in realtà erano sempre due serie che andavano in parallelo) le risolvevi velocemente. C’è però da dire che per passare il test è condizione essenziale l’aver svolto il programma scolastico. Se hai paurose lacune in matematica o in altre materie, non è il corso di “test” che riesce a metterti in pari.

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      • Infatti anch’io mi comprai il “libricino” dell’alpha test (esisterà ancora?) con le serie e altri test di logica da fare. Temo che i ragazzini di oggi abbiano troppo la “pappa pronta” e le scuole ormai fanno di tutto (corsi, eventi, forum, seminari) tranne che insegnare, puntano molto sull’accessorio perché immagino sia più facile venderlo.

        Semi off topic ma sempre a proposito di genitori: stavo seguendo senza partecipare (perché sarei stato molto pesante) una discussione iniziata da Arianna Chieli (che mi dicono essere una specie di giornalista) su Facebook sul fatto che non sa dove piazzare i figli d’estate e la riforma Renzi dovrebbe estendere la scuola anche ai mesi estivi. E’ un argomento interessante e sempre valido, la scuola-tata-parcheggio

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