Dannate quote

La questione è semplice, la legge è chiara: se in un settore un sesso è rappresentato meno del 30% scattano le quote per portarlo almeno al 30%.

Ed esistono settori in cui le donne son predominanti, quindi anche in quei casi scatta l’obbligo di ribilanciare. Si tratta della legge; quello su cui molti dovrebbero riflettere è che le leggi si applicano sempre, non possono essere applicate parzialmente o solo quando conviene.

Sorgente: Concorso presidi, arrivano le quote blu per i candidati maschi. Il ministero: come funzionerà a parità di punteggio – Open

Per il ministero dell’Istruzione ci sarebbe uno squilibrio di genere tra le cariche dirigenziali negli Istituti scolastici. In sintesi: troppe donne presidi. La soluzione? L’introduzione – scrive il Corriere della Sera – delle cosiddette «quote blu» nei concorsi per dirigenti scolastici.

Faccio notare l’attacco. Delle due una, o il ministero ha detto una cazzata ma allora mi aspetterei una statistica che lo smentisce, chiedere il totale di presidi maschi e presidi femmine per regione non impatta con la legge sui dati personali, oppure ha fatto i conti esatti e il numero di dirigenti scolastici maschi è inferiore al 30%. Quel “per il ministero ci sarebbe” porta a pensare invece che il ministero si stia inventando i dati.

Nell’articolo 10 della bozza del bando si legge: «Considerate le percentuali di rappresentatività di genere in ciascuna regione, viene garantito l’equilibro di genere applicando nelle regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto, in cui il differenziale tra i generi è superiore al 30 per cento, il titolo di preferenza in favore del genere maschile in quanto meno rappresentato», scrive il Mim. Nella pratica, in quasi tutte le regioni d’Italia – in caso di parità in graduatoria – verrà data priorità al candidato uomo rispetto alla sua collega, poiché di un genere sotto rappresentato nel mondo scolastico. Si tratta di una conseguenza del decreto del governo Meloni, datato giugno scorso, che introduce le regole per il «riequilibrio di genere nella pubblica amministrazione». Sulla questione è intervenuto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, che all’Adnkronos ha specificato come all’epoca furono accolte le quote rosa «ora accogliamo quelle blu: è positivo», il commento di Giannelli.

Beh una legge che stabilisse che le quote scattano solo nel caso siano “rosa” finirebbe cassata in un fiat dalla corte costituzionale. Faccio anche notare il “a parità di merito”, quindi non capiterà che Tonteddu Konk’e Linna, ultimo (e unico) uomo partecipante venga fatto vincere “per sesso”.

La risposta del Ministero
Per il ministero è però «sbagliato» e «fuorviante» dire che sono state introdotte le quote blu. «Non è stata prevista nel bando alcuna riserva a favore dei candidati di genere maschile, ma solo una preferenza che non sovverte l’ordine di graduatoria dei vincitori del concorso», la precisazione del Mim. «Nel settore della dirigenza scolastica il titolo di preferenza – conclude -, a parità di titoli e merito, potrà operare in sede di scorrimento della graduatoria a favore del candidato di genere maschile». La previsione contenuta nella bozza di bando di concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici «discende – spiega il ministero dell’Istruzione – dall’applicazione di una norma contenuta nel regolamento sull’accesso agli impieghi in tutte le pubbliche amministrazioni». Tra le modifiche introdotte c’è quella che prevede che nei bandi di concorso nelle pubbliche amministrazioni debba essere indicata, per la qualifica interessata, la percentuale di rappresentatività dei generi calcolata al 31 dicembre dell’anno precedente. Qualora il differenziale fra i generi sia superiore al 30 per cento, nello scorrimento della graduatoria per le assunzioni, a parità di titoli e merito, si applica la preferenza a favore del candidato appartenente al genere meno rappresentato». Nelle scuola: quello maschile.

Ottima risposta; non capisco il perché far polemica a meno che non si vogliano le quote solo quando convengono…

«Nel settore della dirigenza scolastica il titolo di preferenza, a parità di titoli e merito, – precisa il Mim – potrà operare in sede di scorrimento della graduatoria a favore del candidato di genere maschile in quanto in quasi tutte le regioni il differenziale del 30 per cento sul personale in servizio vede la prevalenza del genere femminile. In Sardegna, dove il differenziale è al di sotto del 30 per cento, il titolo di preferenza non trova applicazione». Infine, il ministero bacchetta i sindacati: «Appare alquanto scorretto sul piano delle relazioni sindacali che in una materia così complessa, sulla quale le organizzazioni sindacali sono state convocate per l’ informativa la prossima settimana, qualche organizzazione ritenga di dover polemizzare con l’amministrazione prima di aver ricevuto nella sede deputata tutti i chiarimenti e le informazioni del caso, dimostrando fra l’altro un non chiaro inquadramento della questione»

I sindacati polemizzano per meri motivi “politici”, capirai la novità…

3 pensieri su “Dannate quote

  1. Il mio vicino è un professore di scuola superiore, la sapevo da qualche mese. Anche perchè lui mi ha detto che risponderebbe anche ai requisiti ma non ha nessuna voglia di andare a fare il preside! Penso perchè preferisca insegnare: come noto, i presidi sono esclusi dall’insegnamento.

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  2. d’altra parte, credo che la percentuale del corpo docente delle scuole primarie e secondarie sia almeno del 75-80% a favore delle femmine, e considerando che i dirigenti scolastici da quell’insieme provengono i maschi saranno per forza molti di meno delle femmine…. se il criterio è la rappresentatività dei dirigenti rispetto alla “base” i presidi maschi dovrebbero essere uno su cinque-sei…..

    a ‘sto punto anche il merito finisce per contare poco, visto lo spaventoso e più che trentennale sbilanciamento verso il rosa, però metterla in questa luce potrebbe spingere qualcuno a farsi alcune domande sull’educazione e formazione degli alunni che farebbero a pugni con la narrazione dominante, e quindi forse sarebbe meglio non cercare la polemica, da parte di alcune frange estremiste dell’attrito tra i sessi.

    ma credo che si possa facilmente fare affidamento all’idiozia di certe persone, capace che ne vedremo delle belle

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