Perdere le elezioni how to

Il piu’ grande e convincente manifesto elettorale possibile, per un partito,
e’ il vissuto  quotidiano delle persone che ne costituiscono la base.
Uriel

Il referendum è fallito a causa dell’astensione, sia essa stata ignavia o a precisa volontà di segare il referendum non facendoli raggiungere il quorum. Ma la disfatta per il comitato del sì è stata certificata dal livore che molti si son precipitati a vomitare nei social network. Messaggi e video zeppi di insulti e tanto, tanto livore vomitato sugli astenuti. Non sono un ingenuo e sono consapevole che sfottò e insulti da parte di decerebrati facciano parte delle discussioni politiche che impestano i social network.

Il problema è la base, che in molti casi applaude e istiga a continuare chi vomita tonnellate di bile su chiunque non condivida le proprie idee. Ma questo è un modus operandi semplicemente suicida, come vent’anni di berlusconismo hanno dimostrato. Insultare gli elettori degli altri partiti o portare avanti una visione millenaristica dove tu sei il bene supremo e chiunque non condivida completamente le tue idee è solo una merda fasciocattocomupedoterrosatanista incapace di capire, un burattino nelle mani dei suoi caporioni politici, è il modo migliore per convincerlo a non votarti neppure per le prossime tornate elettorali. Per far sì che, se si rompe le bolas dei suoi caporioni, o disperda il voto o si astenga, ma che non voti certamente per te anzi cerchi in ogni caso di votarti contro.

Luca Ricolfi aveva chiamato questo modus operandi “il complesso dei migliori“, e adesso, con Renzi, sembra che il PD, o almeno la parte Renziana, quella che invece fa riferimento ad Emiliano (aka ennesimo burattino del baffetto di Gallipoli) sembra invece ci sia ricascata.

Un comportamento simile significa, in parole povere, o non vincere semplicemente oppure vincere ma non convincere. In democrazia conta il numero e cento boccaloni son cento voti, dieci puri purissimi son dieci voti, e se prendi dieci voti e il tuo avversario cento, lui governa e tu finisci all’opposizione. I voti si contano, non si pesano che che se ne dica.  Nel ventennio berlusconiano, Berlusconi quando aveva vinto aveva vinto con larghe maggioranze mentre quando aveva perso, 2001 escluso, aveva perso con uno stretto margine e contro colossali ammucchiate. Emblematico il caso del 2006 dove aveva contro una armata brancaleone, come il blocco per il sì all’ultimo referendum, coesa solo perché aveva un nemico in comune e vincente solo grazie all’astensione degli elettori del PDL.

Io mi chiedo semplicemente: domani, alle amministrative, uno, che ha scelto di non votare al referendum, quanta retta darà ad uno che oggi vomita insulti e domani gli chiede il voto? Quanti voti, esterni al gruppo, cattureranno quelli che pensano e rompono le palle con la storia di essere la minoranza migliore contrapposta alla maggioranza di ignoranti e cafoni?

Quanti voti porta alla propria fazione una Guzzanti che dichiara:

“Coraggio, che il 30% degli italiani siano civili non è una cattiva notizia. Pensavo peggio”,commenta a freddo l’attrice che si lancia in un paragone alquanto azzardato: “Ricordiamoci che durante la resistenza i partigiani saranno stati un 200mila. Gli altri erano tutti schierati dalla parte delle torture e dei genocidi, della retorica più ridicola e dell’ipocrisia più bieca. E si sentivano pure moderni e scaltrissimi. Erano dei mostri e guardavano agli oppositori come a degli sfigati”.

Chi, scientemente come il sottoscritto, non è andato a votare per sabotare il referendum con l’arma del quorum, arma permessa dall’articolo 75 della costituzione, quanta voglia avrà, domani, di votare chi gli ha dato, gratuitamente, del mostro fascista? quanta simpatia, fra gli astenuti consapevoli, carpiranno i candidati sostenuti da tale persona?

Son state anche queste tecniche sopraffine di lotta politica a far sì che il berlusco rimanesse vent’anni sulla cresta dell’onda, non solo trash puro come “uomini e donne” o “il grande fratello”; usare adesso questa tecnica contro “lenticchia”, insieme alla tecnica “dell’ammucchiata (prodi 2006)” significa garantire a Renzi una luuunghissima carriera politica.(1)

Almeno, da quello che leggo, Salvini e la Meloni hanno tenuto un cauto silenzio mentre la parte ecosinistra si sta lanciando nei soliti insulti e piangnistei come gli stellini. Buon segno per il vero referendum, quello di ottobre sulla riforma istituzionale.

(1) Per alcuni può essere un ottimo affare, quanto è campato Di Pietro menandola con l’antiberlusconismo e l’onestà? Anche se oramai i partiti che si propongono come “partiti degli onesti” da votare solo perché formati da onesti incensurati, contro i corrotti etc. etc. sanno tanto di brodino riscaldato e non convincono gli elettori, vedi Rivoluzione Civile di Ingroia.

12 pensieri su “Perdere le elezioni how to

    • non ha insultato molto e pesantemente gli elettori che non son andati a votare, a differenza della guz. “odio gli indifferenti” è molto soft e, quando chiederà il voto, non li si può rinfacciare molto, a differenza, ad esempio di Emiliano. Da notare come anche grillo abbia, stavolta, tenuto un profilo basso anche se “il lancio della merda contro il ventilatore” nei social è stato portato avanti soprattutto dai suoi simpatizzanti.

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  1. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. I sostenitori del sí, oltre ad insultare ed offendere chi avrebbe anche potuto votare favorevolmente, non sono stati in grado di motivare lucidamente, con argomentazioni coerenti, il motivo per cui si sarebbe dovuto votare sí.
    Quando dicevano che questo era in realtà un referendum politico, che cioè gli italiani avrebbero detto la loro sull’operato di Renzi, adesso lo possono dire ancora?

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  2. Concordo su tutto quanto scritto. Sono però un po’ scettico riguardo al referendum. Credo che là Renzi perderà, non per merito degli insultatori seriali, ovviamente.

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  3. La Meloni e Salvini hanno tanti difetti, ma dimostrano spesso (magari non avendolo davvero, ma lo dimostrano) rispetto nei confronti degli elettori. Li prendono per il culo e disattendono cose che dicono di fare, ma li rispettano a parole.
    Una volta sola Silvione ha dato dei coglioni agli elettori della parte avversa, mal gliene incolse: è bastato per far vincere Prodi con risicatissima maggioranza di voti.

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