La fisica che non ti aspetti – bastava risparmiare un pochino di energia.

Un, ottimo, post su FB che demolisce una delle mitologie degli ecoimbecilli, la storia che basta il risparmio energetico per risolvere tutti i problemi del mondo. Btw l’articolo mostra anche un altro fatto, spesso pudicamente nascosto, chi lotta per sole&vento spesso lotta credendo che basti un pannello solare nel tetto e due girandole in balcone per far marciare il mondo. Cosa ovviamente falsa, basta fare alcuni semplici calcoli per smentirla.

fonte: https://www.facebook.com/lafisicachenontiaspetti/posts/3125080181037951

La Fisica che non ti Aspetti

++ BASTAVA RISPARMIARE UN POCHINO DI ENERGIA…. ++
Si, gli ultimi due post sono di pure riflessioni. Ma il mondo è complesso, e se hai un problema e chiedi a 100 persone come risolverlo, troverai 101 soluzioni. AUTORE: -Enrico
Ultimamente mi sono imbattuto in questo articolo
https://corrieredelveneto.corriere.it/…/greta-thumberg…
Che mi ha portato a fare un parallelismo con questo articolo di argomento totalmente differente
https://scenarieconomici.it/gas-naturale-come-stiamo…/
che mi ha portato a fare ragionamenti ulteriori pensando a quest’altro articolo
https://www.fanpage.it/…/caro-bollette-e-materie-prime…/
non ne cito altri trovati in giro per il web in cui si citano storie di famiglie costrette a tirare la cinghia a causa di questo improvviso aumento del costo di tutti i generi, che con ogni probabilità continuerà nei prossimi mesi per invertirsi non prima dell’estate.
Come è mai possibile che articoli di 3 generi totalmente differenti mi abbiano portato a fare ragionamenti su un unico tema? Quale sarà mai il filo conduttore?
Come sempre, il filo conduttore è l’energia e la sua disponibilità, e di come il costo dell’energia incida più di quanto vogliamo ammettere sulle nostre vite.

Ecco la brutale verità, è stata l’abbondanza di energia che adesso rende inutile che più dell’80% della popolazione vada a lavorare nei campi per campare.

A chi sogna la vita “bucolica” farei fare un anno di vita del contadino sardo dei primi del 1800, coltivazioni estensive senza alcuna automazione o miglioramento e gestite solo grazie alla forza umana e animale. Fame, molti andavano in miniera, con contratti veramente “capestro” perché almeno avevi un entrata fissa mensile e una gelata fuori stagione non significava dover morire di fame.

Siamo troppo abituati a vedere la luce accendersi a comando, ad avere la pasta a tavola quando desideriamo, non siamo più abituati a razionalizzare COME POPOLO la mancanza di cibo o di risorse. Se vogliamo comprare un frutto proveniente da 10.000 km di distanza possiamo farlo tranquillamente senza grosso sforzo, ed a seconda del frutto specifico, potremmo trovarlo anche dal fruttivendolo sotto casa, non nel grande supermercato che ha cose “speciali”. L’aumento del prezzo dell’energia impatterà quindi moltissimo sui nostri stili di vita, darà molti meno soldi per gli “svaghi”. Se una volta il cibo era buona parte delle spese di una famiglia, nel corso dei decenni si è scesi a livelli marginali.
Se io voglio andare a mangiare fuori, la mia spesa non è solamente quella della farina + mozzarella + pomodoro (nel caso della pizza), ma c’è anche il locale, il personale, e tutte le tasse. Se io aumento un costo, a cascata aumenteranno tutti gli altri. Se io aumento il costo del metano, a cascata aumenteranno sia i prezzi dei fertilizzanti azotati (che si producono a partire dal metano) che della farina (fertilizzanti + trasporto grano) che mozzarella (fertilizzanti + trasporto foraggio + trasporto mozzarella), che dell’elettricità. ORA non stiamo vedendo ancora i veri aumenti del costo della farina, dato che stiamo consumando il grano prodotto la scorsa estate, e da ciò riceveremo i veri aumenti del prezzo del grano solo dall’anno prossimo. Intanto però abbiamo gli aumenti della corrente elettrica (ricordo che il prezzo dell’elettricità è in funzione delle medie del costo della materia prima degli ultimi 12 mesi), che danno SIA il problema che il consumatore ha meno soldi da spendere (o smette di lavarsi per spendere meno, o avrà meno soldi da spendere in altre cose), SIA che il ristoratore ha maggiori spese, e da ciò il ristoratore ha un fuoco concentrico di maggiori spese e minori introiti.
Perchè non consumare di meno? Non è una soluzione a tutti i mali? Ni…perchè il “consumare di meno” non vuol dire molto.

Diciamo che c’è un livello minimo di consumo ineliminabile che non può essere mandato a zero.

Arriviamo ora al primo articolo, quello della “Greta veneta” che non vuole il fotovoltaico dato che “deturpa il paesaggio”. Come sempre, uno dei maggiori problemi è quello di capire gli ordini di grandezza, non possiamo avere TUTTO contemporaneamente. Secondo i piani per raggiungere gli obiettivi al 2030 dovremmo avere allacciati alla rete (quindi potenza al netto delle dismissioni) circa 20 GW di eolico e 70 GW di fotovoltaico [1]
Attualmente sono installati circa 20 GW di fotovoltaico ed 11 GW di eolico. Questo aumento però non è sufficiente alla decarbonizzazione della società, solo per raggiungere gli obiettivi al 2030.
Come faremo per il restante 45% della decarbonizzazione? Se troviamo così tanti ostacoli OGGI per questi impianti, cosa faremo per i grandi impianti del futuro? E per futuro intendo anche solo quelli del 2023.
“Facciamoli sui tetti”. Perfetto, ma l’auto elettrica la vogliamo? Ed il riscaldamento elettrico? Possiamo pensare a case super-efficienti, ma intanto dobbiamo costruirle o riconvertirle, ed in ogni caso consumeranno energia. Ogni casa ha tetti a sufficienza per questo fabbisogno elettrico? Si fanno sempre orecchie da mercante quando si elencano i problemi e come i vari problemi abbiano soluzioni molto al di là della mera propaganda. Non è possibile, per la persona quadratica media, avere un tetto fotovoltaico che possa sopperire al suo fabbisogno energetico totale. La massima efficienza di una comunità si ha con grandi conglomerati di persone, che rendono massimamente efficiente tutti gli spostamenti e la logistica in genere.

Stessa cosa in sardegna, qui gli ecoimbecilli lottano contro il nucleare e contro il gas ma anche contro i parchi eolici, le fattorie solari nelle campagne, l’eolico off shore…  Ignoranti che a parte quattro slogan del piffero non riescono a dire altro.

Chi di voi abita in comuni di meno di 10.000 abitanti? Quanti di voi hanno linee di bus urbani? “mi muovo a piedi in città”. Certo……ma lavori anche in quella città? Hai tutti i servizi a portata di ciabatta? Ho amici che, andati a vivere a milano, complice il traffico e gli ottimi servizi pubblici, hanno smesso di avere l’automobile personale. In generale è una scocciatura non avere un mezzo proprio, ma sotto il punto di vista ambientale è un enorme vantaggio. Il vivere in città implica però avere delle abitazioni in condomini plurifamiliari, che quindi hanno un basso o bassissimo rapporto tetto/abitanti. Il mio condominio è alto 12 piani, con un prolungamento alto 5 piani. Il prolungamento è in ombra per oltre metà giornata dalla sezione principale, quindi quella parte di tetti è preclusa dal fotovoltaico, il tetto principale è invece per metà un terrazzo dell’inquilino del 12°. Ho davanti una bella scuola elementare con tantissimi tetti, ma è un edificio a 2 piani (terra + primo) circondati da edifici di almeno 4 piani (il mio ne ha 12). Non ho mai fatto alcun calcolo, non ho mai fatto misurazioni, l’insolazione sembra favorevole e fortunatamente quei tetti sono messi poco in ombra da tutti i palazzi circostanti, ma dobbiamo pensare che lo stesso pannello su un campo con un inseguitore produrrebbe molta più energia a parità di terreno, e quindi consumerei meno materie prime per produrre la stessa energia.
Pensiamo ora ai fertilizzanti azotati. Tralasciando ideologie su un mondo migliore senza consumo di derivati animali…pensiamo a solo aspetto economico-lavorativo di tutto il comparto agro-alimentare. Il diventare vegani di colpo (o anche solo in un decennio) metterebbe sul lastrico migliaia di aziende e decine (per non dire centinaia di migliaia) di lavoratori, non solo quelli diretti ma i coltivatori, i trasportatori ed i commercianti.

Ma c’è anche un altra questione sull’idiozia dell’eliminare i prodotti animali: noi non siamo mucche e non digeriamo la cellulosa, quindi delle piante consumiamo meno rispetto ad una mucca o ad un erbivoro specializzato. Quindi occorrerebbe aumentare la superficie coltivata. Deserti a parte gli ambienti ideali per il solare son anche quelli ideali per l’agricoltura e quindi? grano o pannelli? Se ne parla poco e con un poco di imbarazzo ma anche il dover produrre soia o quinoa per chi vuole mangiare “ecocompatibile” è causa di deforestazione, e inoltre la mania europea per l’esotica quinoa ha fatto aumentare i prezzi anche per chi abita nelle zone di coltivazione e reso di difficile reperimento, per motivi economci, la quinoa che era alla base dell’alimentazione di tali persone. Un effetto opposto a quello che gli ecoimbecilli pensano di voler ottenere.

La nostra economia ha una inerzia intrinseca ed una inerzia indotta. L’inerzia intrinseca è data dai costi di riprogrammazione e rimodulazione di un apparato produttivo (vedi tutte le resistenze del comparto automobilistico all’auto elettrica, e tutti i problemi nel creare milioni di colonnine di ricarica), quella indotta è dovuta alla nostra vita media. I cicli sono generazionali, ma se le generazioni si susseguono con tempi sempre maggiori, il ricambio è sempre più lungo. Pensiamo a quanto lungo deve essere il ciclo lavorativo di una persona per poi potersi ripagare la pensione, e quanto specializzati dobbiamo essere per poter lavorare, e quindi quanti anni dobbiamo studiare per raggiungere questa specializzazione. Il “reinventarsi” non è così automatico o veloce o sicuro nei risultati.

Non è poi un caso che solo ora ci stiamo accorgendo del calo demografico, ma ciò era evidente da un secolo (calo del TFR, o i figli medi per donna) e diventato poi ineluttabile a metà anni ’70 (dal 1976 si è scesi sotto i 2.1, quindi a lungo andare ci saranno più morti che nascite). Sono serviti 50 anni per vedere ciò in maniera palese e per avere un calo demografico netto (il picco di popolazione è del 2014 grazie all’immigrazione, mentre il saldo netto nascite-morti è negativo dal 1993 con poche eccezioni).
Purtroppo, o per fortuna, noi siamo il primo mondo, quindi possiamo aumentare la spesa per il cibo “senza problemi” dato che è una piccola parte delle nostre uscite. Nei paesi poveri, invece, l’aumento dei prezzi indica carestie, e non puoi dire ad un povero “mangia di meno” se già prima faceva la fame.
Vedo quindi molta ipocrisia nei proclami che si fanno. “Basta risparmiare” Certamente……ma dillo a chi già prima risparmiava per far quadrare i conti ed ora si vede costretto a licenziare due collaboratori. Ha risparmiato? SI! Ma non ha risparmiato dove volevi tu. “Basta mettere fotovoltaico sui tetti”, perfetto……ma vuoi l’auto elettrica ed il riscaldamento elettrico? I tetti non bastano (anche postulando 0 problemi di dispacciamento e 0 problemi di storage), quindi devi mettere fotovoltaico sui campi. Non vuoi fotovoltaico sui campi ma vuoi continuare ad andare a scuola [AKA non lavorare nei campi dai 5 anni in su] e poi fare vacanze in estate? Non possiamo avere tutto, si scende a compromessi. Rinuncia alle vacanze e non dovremo fare campi fotovoltaici per generare energia per farti spostare di centinaia di km. Alla fine, le soluzioni tagliate con l’accetta spesso mostrano i loro limiti…
[1] https://ilbolive.unipd.it/…/numeri-rinnovabili-italia…

Ottima conclusione che condivido in pieno.

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