6 pensieri su “Sputare nel piatto cui si mangia.

  1. È il solito discorso trito e ritrito. Prima di tutto, uno non vive in “occidente”, magari vive in Italia, in una regione e in una provincia e il piatto in cui mangia se lo guadagna lavorando, per cui non deve ringraziare nessuno. Siccome ha un passaporto in cui c’è scritto Repubblica Italiana, non Occidente e siccome si sente dire che è in un paese democratico, ha tutto il diritto di far sentire la sua voce e di manifestare la sua simpatia o antipatia tanto per altri paesi occidentali quanto per paesi orientali. Può anche essere che culturalmente si sente legato a quello che sono chiamati paesi occidentali ma che non ha voglia di lasciarci le penne per fare la guerra ad un paese non occidentale.

    Posso capire anche il nazionalismo, ma quando si parla di “Occidente” si presuppone un dovere a servire gli interessi di altri paesi di cui non è cittadino e che momentaneamente sono alleati. Soprattutto di uno, che più che un alleato è un occupante e che peraltro ha molti valori e stile di vita diversissimi dai nostri (che so, il possesso di armi, la pena di morte, la mancanza del diritto alle ferie pagate o all’assistenza sanitaria, roba che non esiste né in Italia né in tanti altri posti considerati occidentali).

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    • Cavoli, hai fatto il ritratto mio, dei miei soci e delle nostre compagne!

      Infatti nessuno di noi sei è disposto neppure a difendere patrie altrui (che credo sia equivante al non ha voglia di lasciarci le penne per fare la guerra ad un paese non occidentale). Nessuno di noi tre maschietti, poi, ha nemmeno mai vestito la divisa, per vari motivi.

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    • Io vivo in Italia, per l’assistenza sanitaria lascio giù un bordello di tasse e in più ogni anno mi vanno via da 3000 a 6000 euro di ticket, medicine non mutuabili e visite ed esami privati perché altrimenti devo aspettare anche un anno e mezzo, oppure mi sento addirittura dire che le prenotazioni sono chiuse. Brinderei a champagne se si decidesse di far funzionare la sanità come dove “non c’è diritto all’assistenza sanitaria”, e con un’assicurazione che mi costerebbe da un terzo a metà di quello che spendo qui sarei coperta di tutto. Oltre al fatto che quella che “se non hai un’assicurazione ti lasciano morire per strada” è una balla colossale propagata dai soliti noti.

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      • Guarda che le assicurazioni sanitarie non coprono malattie già in essere: per quelle se non c’è un’assistenza statale le cure devi pagartele comunque.

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      • sulla questione che “se non hai un’assicurazione ti lasciano morire per strada” sia una balla colossale, ci metterei un po’ un macigno di sale da sei quintali. ci sono sempre state strutture che fanno assistenza sanitaria “pro bono”, generalmente sponsorizzate da associazioni religiose e dai dolori di coscienza di qualche vecchio danaroso in procinto di lasciare questo mondo. e, generalmente, non vieni lasciato morire in strada, se hai l’aria di uno che può permettersi di pagare. se sei un barbone / mendicante / tossico o altresì evidente poveraccio, il discorso è MOLTO diverso. senza contare che, il non lasciarti morire in strada, non implica che l’assistenza sarà gratuita. anzi, il problema sta spesso lì: finisci in cura in un posto molto più caro di quello che potresti permetterti e ne esci curato, ma economicamente distrutto. senza contare che le assicurazioni sono in generale una scommessa contro di te, quindi se sei un malato cronico, tendono ad essere significativamente più costose della media nazionale.

        poi, certo, potrei pagarmi le mie spese mediche, nonostante io sia un malato cronico e cardiopatico, probabilmente potrei pagarle persino meno, ma tutto ciò, perché, come te, posso permettermele. ben oltre la metà dei contribuenti, in italia, non potrebbe mai permettersi nemmeno i ticket che gente come me e te pagano.

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