Obiettivi civili e militari

td, dr: se i civili partecipano attivamente alle operazioni militari, fornendo supporto logistico, custodendo ostaggi, custodendo armi etc. allora cessano di essere civili ed ai sensi delle convenzioni di ginevra diventano obiettivi militari leciti. Il perché lo spiegò efficacemente il Mastroviti nel suo blog:

10 Gennaio 2009 fonte: https://inminoranza.blogspot.com/2009/01/parole-in-libert.html

L’ONU, da quelle parti, ha una storia piena di ombre, a partire da quando, nel 1967, su richiesta di Nasser, ritirò senza neanche far finta di protestare le truppe di interposizione in preparazione ad un attacco egiziano – attacco che poi non andò esattamente secondo i piani. Più di una volta le Nazioni Unite sono state viste come parte in causa piuttosto che super partes, e per esempio pochi mesi fa il preside di una scuola dell’ONU è stato ucciso da un raid israeliano mentre con alcuni complici costruiva razzi Qassam nel cortile della scuola; in seguito alla ridda di accuse e controaccuse è stato rivelato che era un comandante locale della Jihad Islamica e che l’ONU, a Gaza, non controlla molto accuratamente la gente che assume perchè “i nomi arabi si assomigliano tutti”. Più di una volta degli UAV israeliani hanno filmato miliziani di Hamas mettere in batteria dei mortai e aprire il fuoco a ridosso di scuole e installazioni ONU, e nel caso specifico della scuola colpita pochi giorni fa, fra le vittime c’erano diversi miliziani di Hamas. In tutti i casi l’ONU ha negato recisamente anche davanti all’evidenza, e vietato categoricamente al proprio personale di parlare con la stampa di ciascun episodio: un comportamente che i maligni potrebbero definire sospetto. (…)

I protocolli di Ginevra nascono dalla necessità di proteggere la popolazione civile dai peggiori orrori della guerra, e di conseguenza di imporre una distinzione netta fra combattenti e civili e nel trattamento ad essi riservato. Gli estensori delle convenzioni di Ginevra sapevano fin troppo bene che un soldato è, alla fine, un essere umano, e che se non gli si dà modo di distinguere fra un civile ed un soldato nemico, questi potrebbe cominciare a considerare come nemici, reali o potenziali, tutti coloro che non indossano la sua uniforme. (…)

Gli obblighi imposti ai combattenti, ad esempio di indossare una divisa o un evidente segno di riconoscimento (alzino la mano quanti pensano che i partigiani delle Brigate Garibaldi portassero il fazzoletto rosso al collo per bellezza) derivano proprio dal bisogno di permettere a tutti i soldati di riconoscere i civili come tali – e sebbene non formalizzati, sono precedenti alla stessa Convenzione: nelle fasi finali della Guerra di Secessione, il Sud non aveva risorse per equipaggiare con divise molte delle proprie residue unità combattenti, ma i comandi sudisti posero sempre estrema attenzione nel rendere le proprie truppe distinguibili in qualche maniera dai civili. Per questo motivo sparare ai civili senza provocazione è un crimine di guerra, ma sparare di mezzo ai civili è un crimine di guerra ben peggiore, perchè provoca e giustifica decine di crimini in risposta; sparare sulla croce rossa è un crimine, e sparare dalla croce rossa è peggio; e così via.

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