La cultura per combattere la criminalità

Chef rubio nella sua sparata non ha tutti i torti, la criminalità si contrasta anche con la cultura, soprattutto la cultura della legalità. Faccio notare l’anche: io vedo il diffondere la cultura come una azione di prevenzione e non di cura. Un esempio: tenere uno stile di vita salutare è utile per la prevenzione ma se ti becchi la polmonite quello che serve è l’uso della forza, l’antibiotico.

L’errore è vedere l’uso della forza e la diffusione della cultura come metodi alternativi e non sinergici. Ognuno è utile, ma l’uno non può sostituire l’altro.

La “sparata” comunque porta ad un altro punto interessante; come diffondere la “cultura [della legalità]”? Ovviamente educando al rispetto delle leggi, al dura lex sed lex, al chiedere “esplicitamente” che una legge non funzionale venga cambiata ed adattata, che l’aggirare una legge, in nomi di non ben definiti “alti ideali” o che l’applicare o non applicare selettivamente una legge sulla base di simpatie politiche è il modo migliore per sputtanare la cultura della legalità sostituendola con la cultura dell’utilitarismo.

Una cosa di cui son convinto è che sia meglio non avere alcuna legge che avere una legge applicata “a cazzo” a seconda delle simpatie del momento, almeno si evita di spararsi pose false da campioni della legalità. Un poco come capitato con la nota attrice Oceania Platino, quando lei “insinuava”, l’oggetto dell’insinuazione era colpevole certo, con tanti saluti all’articolo 27 della costituzione. Quando la vittima delle insinuazioni è stata lei molti supporter son passati repentinamente da Robespierre a Cesare Beccaria.

PS

Tanti che hanno condiviso il messaggio dello chef e nessuno che ha chiesto che vengano trasmesse, nei vagoni della metropolitana, le poesie del dolce stil novo per prevenire furti e scippi.

avere opinioni diverse, e manifestarlo, non è proibito dalla legge…

… e siccome non è esplicitamente ed espressamente proibito allora è permesso.

riprendo un mio vecchio articolo che scrissi durante le polemiche riguardo all’approvazione della legge Cirinnà sui patti di civile convivenza,  perché ho notato che il manifesto “pro vita” sta scatenando le stesse reazioni che avevano scatenato le sentinelle in piedi.

Un sacco di reazioni scomposte di gente che desidera che le opinioni, qualsiasi esse siano, che non condivide sia resa illegale e pertanto censurabile. Molti si twitter si lamentavano dell’illegalità del manifesto ma, quando veniva posta la domanda precisa su quale legge avesse violato quel manifesto, svicolavano o non rispondevano.

Questo tread nato a seguito di un tweet di marco cappato è illuminante

Marco Cappato
Tengo a precisare che considero la rimozione del manifesto anti-abortista un atto di censura, come tale ingiustificabile.

DoctorB
‘Hate speech’ è un reato in molti paesi. Manifesti apertamente razzisti o promotori di violenza, terrorismo o discriminazione non posso ne debbono essere tollerati da uno Stato civile. Lo stesso vale dunque per il manifesto al quale si riferisce. Tweet sbagliato, caro Cappato.

Marco Cappato
Che contenesse una istigazione del tipo di quelle da Lei citate mi pare quantomeno opinabile.

DoctorB
Terrorismo psicologico, discriminazione sulla base di scelte lecite e personali, potenzialmente anche istigazione alla violenza contro coloro le quali quelle scelte le hanno legittimamente compiute. La mia ‘opinione’ è questa e plaudo quindi la scelta di rimuovere il manifesto.

Istigazione alla violenza? terrorismo psicologico? discriminazione?  Interessante notare come si cerchino pretesti per nobilitare una bieca censura. Non è stato comunque un caso isolato; molti battevano con forza sull’illegalità del manifesto perché esercitava “violenza psicologica”.

Il problema è che banalizzare così la violenza psicologica facendola apparire come un jolly per consentire a frignoni capricciosi di non sentire cose che non condividono significa, come prima cosa, far considerare bugiardo e frignone anche chi tale violenza la subisce realmente.

Prendiamo il caso del fascismo; a furia di frignare che Salvini era fascista, Di maio idem, Renzi pure, chiunque non sia d’accordo completamente con me è fascistissimo, che qualunque “vera sinistra DOCG IGP, diffidate dalle imitazioni” diversa dalla mia sia fascista, si è persa la drammaticità del periodo fascista e oramai la parola fascista ha perso qualsiasi significato legato al periodo diventando al più un sinonimo di bulletto e di stronzo.

Per il resto uno dei capisaldi della democrazia è che “ciò che non è proibito espressamente dalla legge è permesso” e l’avere opinioni diverse, se si rimane nei binari della legge, ovvero senza cadere in insulti, diffamazioni,  ingiurie, calunnie et simili, è una cosa perfettamente lecita. Per quanto le opinioni possano essere non condivisibili e riprovevoli.

L’alternativa è uno “stato etico” dove ciò che è lecito e ciò che non lo è non lo decide la legge ma lo decidono gli umori della piazza, ovvero un ritorno al periodo della caccia alle streghe di Salem. Ed io non ci tengo a tornare a quel periodo.

Un ultima riflessione; si è, realmente, per la libertà di parola se si è disposti, in suo nome, a sentire anche idee che non ci trovano d’accordo e che mai condivideremo. Altrimenti non si è per la libertà di parola ma solo per il capriccio di voler dire quello che piace e che nessuno possa dire quello che invece non ci piace.

Qui riporto parte di quello che scrissi a suo tempo:

Siccome non esiste una legge che mi vieta di chiedere l’abrogazione dell’articolo 3 della costituzione io sono libero di manifestare, pacificamente e nel rispetto della vigente normativa, per chiedere che venga abrogato.  (…) non esiste alcuna legge che vieta di manifestare contro un DDL proposto in parlamento quindi io posso manifestare contro quel DDL…

È lo stato liberale darling. Sei libero di preferire una dittatura e di manifestare per quello. Però poi, se vieni accontentato ma la dittatura non ti garba, non piangere…

Io continuo a preferire lo stato liberale.

è illegale? no. allora è permesso

Una cosa che non entra nelle piccole testoline di tanti opliti del bene (© yossarian) è che se un qualcosa non è vietato dalla legge allora è permesso. Leggendo gli articoli sulle sentinelle in piedi è tutta una gara di arrampicata libera sui vetri per cercare, a furia di supercazzole, che le loro manifestazioni sono illegittime perché vogliono togliere diritti alle persone(1), perché “esercitano violenza(2)”, perché sì l’articolo 21 ma però l’articolo 3… perché mi sta sulle balle il motivo per cui manifestano.

Tutte stronzate. Uno dei capisaldi delle moderne democrazie liberali è che tutto ciò che non è espressamente ed esplicitamente proibito dalle leggi è permesso, ed un altro è che è solo la magistratura a poter, e dover, giudicare se una azione è in contrasto con quanto previsto dalla legge.

Siccome non esiste una legge che mi vieta di chiedere l’abrogazione dell’articolo 3 della costituzione io sono libero di manifestare, pacificamente, per chiedere che venga abrogato. Non esiste alcuna legge che vieta di sostenere che la bevanda più buona sia una bevanda a base di cola allungata con aceto e insaporita con il sale, quindi io posso manifestare per la SaltAcetCola e chiedere che venga distribuita ovunque, non esiste alcuna legge che vieta di manifestare contro un DDL proposto in parlamento quindi io posso manifestare contro quel DDL…

È lo stato liberale darling. Sei libero di preferire una dittatura e di manifestare per quello. Però poi, se vieni accontentato ma la dittatura non ti garba, non piangere…

(1) Se te li vogliono togliere vuol dire che li hai già. Oppure scrivi che manifestano affinché non possiate ottenerli.

(2) “Le sentinelle sono tecnicamente degli intolleranti, ma sono anche dei violenti, si perchè la violenza non è solo quella delle mani e delle armi, anche quella morale e psicologica come costrizione ad un pensiero non proprio è violenza. ”  qui

Dura lex, sed lex

Dura lex, sed lex: la frase, tradotta dal latino, significa “La legge (è) dura, ma (è sempre) la legge”.

È un invito a rispettare la legge anche nei casi in cui è più rigida e rigorosa. Avendo lo scopo di risanare gli abusi, lesivi del diritto privato e pubblico, ossia in considerazione del beneficio della comunità, questo brocardo invita all’osservanza di leggi anche gravose.

Questo motto risale al periodo di introduzione nell’antica Roma delle leggi scritte.

Fino ad allora le leggi venivano tramandate per via orale e quindi si prestavano alla modifica da parte dei giudici, detentori del potere di riferire la tradizione orale. Essi introducevano una sorta di arbitrio. Così il motto significa: sebbene la legge sia dura, è una legge scritta, uguale per tutti.
da: http://it.wikipedia.org/wiki/Dura_lex,_sed_lex

Quanto riportato da wikipedia dovrebbe chiarire perché sia nocivo pretendere, vuoi per un motivo o per un altro, eccezioni e aggiramenti della legge (o peggio del dettato costituzionale) come un presunto “diritto a sapere se il politico X è una persona di merda”. Perché si spalanca la porta ad arbitri e a quello che diceva Giolitti: “le leggi si interpretano per gli amici e si applicano ai nemici”. Basti pensare al casino Unipol ed al fatto che Berlusconi sia stato una delle pochissime persone condannate, in italia, per aver pubblicato intercettazioni telefoniche.

E’ un poco come la questione dei divieti di sosta ignorati. A Cagliari ci sono alcune zone dove, nonostante la presenza di cartelli di divieto di sosta e di fermata, le auto vengono parcheggiate lo stesso (e spesso mentula canis) e quando passa il carro attrezzi o i vigili (circa una volta ogni tre mesi), chi si becca la multa si lamenta e denuncia di essere stato preso di mira e critica i vigili per non aver avuto flessibilità. E la strada è perennemente ingolfata.

In quella situazione la flessibilità è la cosa più sbagliata; meglio o togliere i divieti (volete parcheggiare dappertutto? tenetevi la strada con, in pratica, un senso unico alternato) o mandare i vigili ogni giorno finché non si capisce che quel cartello rotondo, bordato di rosso con una croce di sant’andrea rossa in campo blu, non è solo per decorare il marciapiede. Mettere divieti o tenere limiti e non farli rispettare(1), anzi chiedere di chiudere un occhio, è la cosa più diseducativa.

(1) Se qualcuno si chiede se sia opportuno far rispettare i limiti anche alle ambulanze che trasportano dei feriti oppure in altri casi di emergenza, sappia che il codice della strada prevede, art 177 comma 2, deroga al rispetto dei limiti e delle prescrizioni del codice per le ambulanze. Allo stesso modo il codice penale prevede, nel caso di stato di necessità, deroghe al rispetto delle norme. Ma son deroghe non stabilite ad arbitrio ma già previste dal codice stesso.