… e siccome non è esplicitamente ed espressamente proibito allora è permesso.
riprendo un mio vecchio articolo che scrissi durante le polemiche riguardo all’approvazione della legge Cirinnà sui patti di civile convivenza, perché ho notato che il manifesto “pro vita” sta scatenando le stesse reazioni che avevano scatenato le sentinelle in piedi.
Un sacco di reazioni scomposte di gente che desidera che le opinioni, qualsiasi esse siano, che non condivide sia resa illegale e pertanto censurabile. Molti si twitter si lamentavano dell’illegalità del manifesto ma, quando veniva posta la domanda precisa su quale legge avesse violato quel manifesto, svicolavano o non rispondevano.
Questo tread nato a seguito di un tweet di marco cappato è illuminante
Marco Cappato
Tengo a precisare che considero la rimozione del manifesto anti-abortista un atto di censura, come tale ingiustificabile.
DoctorB
‘Hate speech’ è un reato in molti paesi. Manifesti apertamente razzisti o promotori di violenza, terrorismo o discriminazione non posso ne debbono essere tollerati da uno Stato civile. Lo stesso vale dunque per il manifesto al quale si riferisce. Tweet sbagliato, caro Cappato.
Marco Cappato
Che contenesse una istigazione del tipo di quelle da Lei citate mi pare quantomeno opinabile.
DoctorB
Terrorismo psicologico, discriminazione sulla base di scelte lecite e personali, potenzialmente anche istigazione alla violenza contro coloro le quali quelle scelte le hanno legittimamente compiute. La mia ‘opinione’ è questa e plaudo quindi la scelta di rimuovere il manifesto.
Istigazione alla violenza? terrorismo psicologico? discriminazione? Interessante notare come si cerchino pretesti per nobilitare una bieca censura. Non è stato comunque un caso isolato; molti battevano con forza sull’illegalità del manifesto perché esercitava “violenza psicologica”.
Il problema è che banalizzare così la violenza psicologica facendola apparire come un jolly per consentire a frignoni capricciosi di non sentire cose che non condividono significa, come prima cosa, far considerare bugiardo e frignone anche chi tale violenza la subisce realmente.
Prendiamo il caso del fascismo; a furia di frignare che Salvini era fascista, Di maio idem, Renzi pure, chiunque non sia d’accordo completamente con me è fascistissimo, che qualunque “vera sinistra DOCG IGP, diffidate dalle imitazioni” diversa dalla mia sia fascista, si è persa la drammaticità del periodo fascista e oramai la parola fascista ha perso qualsiasi significato legato al periodo diventando al più un sinonimo di bulletto e di stronzo.
Per il resto uno dei capisaldi della democrazia è che “ciò che non è proibito espressamente dalla legge è permesso” e l’avere opinioni diverse, se si rimane nei binari della legge, ovvero senza cadere in insulti, diffamazioni, ingiurie, calunnie et simili, è una cosa perfettamente lecita. Per quanto le opinioni possano essere non condivisibili e riprovevoli.
L’alternativa è uno “stato etico” dove ciò che è lecito e ciò che non lo è non lo decide la legge ma lo decidono gli umori della piazza, ovvero un ritorno al periodo della caccia alle streghe di Salem. Ed io non ci tengo a tornare a quel periodo.
Un ultima riflessione; si è, realmente, per la libertà di parola se si è disposti, in suo nome, a sentire anche idee che non ci trovano d’accordo e che mai condivideremo. Altrimenti non si è per la libertà di parola ma solo per il capriccio di voler dire quello che piace e che nessuno possa dire quello che invece non ci piace.
Qui riporto parte di quello che scrissi a suo tempo:
Siccome non esiste una legge che mi vieta di chiedere l’abrogazione dell’articolo 3 della costituzione io sono libero di manifestare, pacificamente e nel rispetto della vigente normativa, per chiedere che venga abrogato. (…) non esiste alcuna legge che vieta di manifestare contro un DDL proposto in parlamento quindi io posso manifestare contro quel DDL…
È lo stato liberale darling. Sei libero di preferire una dittatura e di manifestare per quello. Però poi, se vieni accontentato ma la dittatura non ti garba, non piangere…
Io continuo a preferire lo stato liberale.