E’ tutto scritto nel corano…

fonte: http://www.corriere.it/scuola/medie/15_dicembre_05/islam-studentessa-musulmana-milano-voi-non-capite-niente-tutto-scritto-corano-dd58a9e8-9b19-11e5-9019-111b508c2c40.shtml

Un inviato del «Corriere» racconta la sua esperienza (molto interesse, e contestazioni). Sunniti, sciiti, Isis e i dibattiti così difficili da affrontare in classe
di Lorenzo Cremonesi

MILANO- Scenario: aula magna dell’Istituto Tecnico Commerciale Schiapparelli nel centro di Milano. Contesto: circa trecento studenti delle ultime due classi, dunque quasi tutti in età compresa tra i 17 e 19 anni, sono riuniti per assistere a una lezione sulla nascita di Isis in Medio Oriente e le sue manifestazioni in Europa tenuta da due giornalisti del Corriere, Mara Gergolet e l’autore di questo articolo.(…)

«Non servono altri libri, il Corano spiega tutto»

Ed è proprio quest’ultimo soggetto che sembra attirare la massima attenzione degli studenti. Consigliamo, visto che dopo tutto siamo in una scuola, di leggere il libro dello studioso americano di origine iraniana Vali Nasr, La rivincita sciita , che ben riassume il conflitto inter-islamico sulla successione del Profeta alla guida della comunità musulmana dopo la sua morte. Ed è allora che interviene Amina dalle ultime file. Una ragazza minuta, con un visibile velo blu in testa. «Chi l’ha detto che sciiti e sunniti si scontrano sulla successione? Per l’Islam non ci può essere successore di Maometto. E comunque è tutto spiegato nel Corano. Non servono altri libri, il Corano spiega tutto, dice tutto». Il tono è perentorio, non ammette repliche: c’è un’unica verità rivelata, impossibile metterla in dubbio. «Se io voglio conoscere la fede dei cristiani vado a chiedere a un ministro della fede cristiana. Non certo a mio papà musulmano. Ma così deve avvenire anche per i musulmani. Ci si rivolge al gran muftì della moschea di Al Azhar al Cairo. La sua definizione di sciiti e sunniti è quella giusta», aggiunge. Proviamo comunque a rispondere. «La moschea di Al Azhar ospita un’autorità sunnita, importante quanto si vuole, ma non è affatto detto che piaccia agli sciiti», replichiamo. E ancora: «Lo scontro tra sciiti e sunniti esplode dopo la morte di Maometto. Il Corano, rivelato prima, evidentemente non ne può parlare».

Il coro di applausi per Amina

Ma un coro di applausi e urla di sostegno accompagna le parole della ragazza.
«Sono una quarantina di studenti musulmani che la appoggiano sempre quando parla. Per noi è davvero difficile replicare. In genere gli studenti italiani restano zitti, non sanno bene cosa dire, non hanno argomenti», spiega Andrea, uno dei due rappresentanti degli studenti che è seduto con noi al tavolo sul podio. Intervengono un paio di professori nel tentativo di rimettere ordine. Noi incalziamo: «Forse sarebbe il caso di studiare un poco di storia delle religioni. Ricordarci che la nostra cultura europea è anche figlia del Rinascimento e dell’Illuminismo. Occorre leggere i testi di Voltaire, ricordare Rousseau, andare a rivedere le radici del pensiero laico, l’ode al dubbio di fronte al dramma delle guerre di religione che tanto sangue ha versato in Europa nei secoli scorsi». Ma non serve a nulla. I toni degli argomenti ricordano un poco i dibattiti nelle aule delle nostre scuole investite dalle rivolte studentesche negli anni Settanta. Con la differenza però che ora c’è un Islam molto più agguerrito e tutto sommato importato dall’estero. Mentre la controparte pare molto debole, impreparata.
Cerchiamo di chiudere la conferenza. Arriva qualche altra domanda. Ma Amina con la maggior parte degli studenti che la sostiene lascia l’aula. Con lo scoccare del termine della seconda ora l’incontro si chiude. Gli organizzatori sono soddisfatti. Tre docenti si dicono colpite dai toni del dibattito. Dice una professoressa: «È la prima volta che questi argomenti esplodono con tanta passione. In genere restano come soppressi, covano nell’aria senza venire alla luce» .

Alcune mie riflessioni sparse sull’articolo:

-> Bisogna tornare a studiare la storia “storia” e non il fumettone che adesso viene propinato.  La maledizione della storia è riviverla e, nelle parole di Amina, leggo le stesse parole pronunciate da tanti altri quando lottavano, in nome del loro testo sacro, contro le altre culture. Emblematica la storia della biblioteca di Alessandria o gli innumerevoli casi della storia “europea” dove la religione divenne il pretesto per atroci massacri. Serve conoscere la storia, la storia vera, non limitarsi ad un “europei imperialisti vs popoli pacifici del mondo”

-> Per contrastare l’islam occorre studiare, conoscerlo e ribatterlo. Amina non ha fatto altro che pronunciare slogan e poi sparire dal dibattito. Una tecnica argomentativa abbastanza nota. E anche facilmente “bloccabile”; sarebbe bastato chiedere ad Amina come, contro quanto diceva il profeta, si permetteva di rivolgersi ad uomini non della sua famiglia, oppure: “cosa dice il corano del telefono cellulare; il suo uso è permesso o no?” Generalmente i fanatici o quelli che ripetono a pappagallo slogan alla prima domanda alla quale non possono rispondere a slogan crollano miseramente(1).

-> Il parallelo con gli anni ’70 può commuovere qualche rintronato ma dovrebbe far ricordare anche i fanatici che in nome dell’ideologia sono andati a far danni e disastri, le ideologie totalizzanti, per quanto possano apparire simpatiche, sono pericolose

-> Per molti l’islam è quello che la squadra di calcio è per gli ultrà, un modo per costruirsi una identità e per verniciare di “giustizia” azioni invece riprovevoli come i soliti vandalismi o la tradizionale guerriglia urbana oltre che per coprirsi vicendevolmente in gruppo. Il pattern è sempre quello, ci si identifica nel gruppo e ci si convince che la “verità di gruppo” sia la sola e unica verità.

-> Il “non bisogna fare X per non offendere gli islamici” dove X è una azione tradizionale e non vietata esplicitamente come potrebbe essere fare il presepe a scuola oppure servire carne di maiale e vino nella mensa aziendale, è una stronzata colossale. Fa credere a molti di avere diritti particolari e che il resto del mondo debba piegarsi alle pippe mentali di chiunque.  Per due motivi: il primo è che anche altre categorie di persone pretenderanno lo stesso rispetto per le loro pippe mentali, vedi ad esempio sentinelle in piedi e teorie gender, e il secondo è che la posta si alzerà sempre di più finché non viene detto un “BASTA!” e si agisce di conseguenza. Purtroppo più si va avanti e, più che un urlo servirà un bastone e molta, molta più fatica. Di esempi di idioti “tollerati” che poi hanno fatto finire tutto in merda è piena la storia. Lo stato di assedio proposto da Facta avrebbe funzionato, o si era già andati troppo oltre?

(1) Era la tecnica preferita dalla mia insegnante di Filosofia; qualsiasi vaccata tu sparassi ti chiedeva di esplicitare le argomentazioni a sostegno e ti poneva domande su esse. Puntualmente finiva con l’altro che abbandonava il tavolo per esaurimento degli argomenti. Un poco come capita su internet quando, non sapendo come ribattere, si cerca di far crollare i tread in flame.

 

10 pensieri su “E’ tutto scritto nel corano…

  1. Considerato che le migliori menti della contestazione studentesca dal ’68 al ’77 sono una generazione di raccomandati politici, criminali, dotati del potere di trasformare in merda e tangenti ogni cosa tocchino, nella migliore delle ipotesi ignavi e prestanome, che quando hanno figliato hanno dato vita a generazioni di lavapiatti in Regno Unito, oltre a far commuovere, il parallelismo fa incazzare me.
    Verrebbe da dar ragione alla scuola di pensiero belpietrofila, “Kill them before they lay eggs”!

    La cosa consolatoria è che, se questi sono un revival dei maoisti nei licei e nelle università, ma invece di Mao idolatrano Al Baghdadi, la nostra vituperata Digos li farà arrivare direttamente in galera senza neanche la chance di bombe alla stazione di Bologna o in piazza della Loggia.

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  2. Il fatto che la controparte all’Islam radicale appaia debole e senza palle e’ facile da spiegare: siamo in una societa’ che ha calato le braghe in nome del relativismo culturale molti anni fa. Ormai gli unici che non si vergognano di rispondere per le rime ai maomettani assatanati sono i fanatici peggiori di loro, tutti gli altri hanno paura del coro di “Razzista! Fascio di merda!” che arriva puntuale su chiunque osi contestare la loro “cultura”. Le famiglie dei maomettani chiudono in casa le ragazzine e le fanno sposare in Pakistan a 14 anni? Nessuno osa dire una parola. I giovani maomettani girano in gruppo e fottono di legnate gli studenti italiani che non gli pagano il pizzo? Nessuno osera’ dire una parola, e’ la loro cultura e contestarla e’ da razzisti! Prova a parlare di queste cose con un professore o un preside, e quello si fara’ venire una crisi epilettica pur di non rispondere. Siamo diventati una societa’ di cagasotto, e i cagasotto si meritano tutto quello che possa capitargli. Non escluderei che nessuno abbia risposto ad Amina solo per non farsi picchiare all’uscita della scuola da una dozzina di giovani musulmani, sotto lo sguardo indifferente degli insegnanti!

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    • Magari a questo punto – intendo le bande di picchiatori e riscossori di pizza – ancora non ci siamo arrivati. Ma effettivamente la strada tracciata sembra quella.
      Per il resto concordo su tutto. Mi posso immaginare che gran discussione sarebbe uscita dopo che una ti ha detto che per parlare di mussulmani e di corano devi appartenere alla sua religione e accettarne i dogmi; essere almeno al pari di Al-Sotut-Me, Gran Mufti dell’Università del Cairo.
      In realtà sarebbe stato interessante chiedere ad Amina, ma con tono amabile, eh, non polemico: “E allora, per te, perché sunniti e sciiti si combattono?”. Più che altro perché sarebbe stato divertente vedere le facce dei professori e degli esperti di fronte a una risposta onesta tipo: “Perché gli sciiti sono figli di cani e di maiali e la loro stessa esistenza è un insulto a Dio”.

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      • Ahahah. Chiedo scusa per il refuso sui riscossori di pizza. Ovviamente intendevo pizzo. Il che è, forse, un peccato, perché se proponessero di abolire la pizza per non offendere altre culture, magari la gente capirebbe che genere di corbellerie si stanno combinando.

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      • Che poi la domanda che vorresti porre ad Amina è la stessa domanda che è stata posta a tanti altri riguardo agli eretici. E la risposta è sempre stata: perché loro non sono “seguaci DOC” della mia religione ma $insulti_a_caso eretici…
        Purtroppo le anime belle del “buon selvaggio” sosterranno che quelli del medioevo erano dei barbari e non erano “illuminati e pacifici” come i compari di Amina…

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          • Il relativismo culturale è anche quello che ha portato a distorcere i discorsi di Orwell e Malcom X facendo passare le vittime per carneficie.
            Secondo la narrativa di costoro loro sono i buoni selvaggi vittima del controllo mentale del partito e noi siamo i servi del partito. Quando forse la realtà è un tantinello diversa. Si credono Winston Smith ma in realtà sono O’Brian.

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  3. Rileggendo l’articolo mi è venuto in mente un eufemismo. Se è vero che il peggior fascismo è il fascismo degli antifascisti, è altrettanto vero che il peggior antifascismo è l’antifascismo dei fascisti.

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