Non sono d’accordo con il professor Eco. Imho chiunque deve avere lo stesso diritto di parola sia che sia l’”esperto da bar” (di seguito EB) sia che sia l’insigne premio nobel (anche perché detto tra noi l’essere premio nobel non evita di spararne di clamorose, basti pensare a Fo con gli OGM o Luc Montagnier e l’omeopatia). Quello che EB non deve avere è che le sue opinioni vengano considerate fatti scientificamente accertati.
La tragedia non è che EB dica sciocchezze, sono i tanti che non le riconoscono come tali. E la cura è “formare” realmente i tanti che per ignoranza spendono un sacco di soldi per una boccetta di acqua distillata da versare nel circuito di raffreddamento del motore o per una biowashball.
Il problema non è che ” Internet ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”, il problema sono i tanti che bevono come verità le scemenze scritte su internet. Il problema non è il mezzo quanto l’uso che ne fanno le persone. Demonizzare il mezzo e magari tornare a far riferimento al “principio di autorità”: il sommo Aristotele sostiene… non è la soluzione giusta.
Umberto Eco: “Con i social parola a legioni di imbecilli”
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Però spesso mi interrogo: anche fonti di informazione potenzialmente pericolose (come ad es i siti antivaccinisti, i pro stamina, di bellisti, Hameriani ecc.) devono godere di completa libertà sul web? Per evitare di ricorrere a forme odiose di censura non si potrebbe rendere obbligatoria, ad esempio, qualche forma di disclaimer specifico per simili casi?
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Io sarei per le legnate a posteriori; ovvero se scrivi stupidate che portano a serie conseguenze (ad esempio gli antivax o i tanti medici di youtube) censura e mazzate. Ma escluderei qualsiasi forma di censura preventiva.
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[…] libera espressione quanto abusi. Per questo quando eco polemizzò con internet sostenendo che “Con i social parola a legioni di imbecilli” io non fui d’accordo con lui; per me anche l’esperto da bar ha lo stesso diritto di […]
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